Il Presepe vivente a Sutera e a Campofranco
Anche quest'anno con l'arrivo dei re magi si è conclusa la manifestazione del presepe vivente di Sutera, cominciata la vigilia di Natale con la processione della Madonna e San Giuseppe che dopo avere cercato inutilmente un riparo per la notte si avviano in chiesa per la messa di mezzanotte, concelebrata dall'arciprette Giuseppe Carruba e da padre Francesco Miserendino. Così per la prima volta le due parrocchie hanno assistito insieme alla nascita di Gesù, che poi padre Francesco, seguito dai suonatori e dai pastori, ha collocato nella grotta, ai piedi della montagna.
Nonostante la concorrenza di altri presepi siciliani più o meno lontani, quello di Sutera ha registrato duemila visitatori paganti in più. C'è gente che ritorna quasi ogni anno ed altri che scelgono di visitarne uno alla volta. La Sicilia è grande e grande anche il numero di coloro che sono disposti a spendere fatiche, denari e viaggi anche lontani per tuffarsi nel passato dei mestieri ed usanze di Sicilia, per vivere una bella favola senza dimenticare la dimensione religiosa dell'evento.
I visitatori venivano in gran numero da Catania, forse anche per la pubblicità di Antenna Sicilia, martellata durante la trasmissione "Insieme" di La Rosa e Litterio; ma anche da Agrigento, Canicattì, S. Cataldo e Caltanissetta dove possono avere inciso (se le TV in generale orientano le decisioni) Tele Akras e TV Europa. Molti anche da Palermo, anche se è sembrato, allo scrivente, che il bacino catanese abbia risposto di più pur essendo meno ampio. Infine qualcuno dal siracusano. Molti gli autobus che hanno prenotato una visita e numerosi anche i camperisti. Spesso i visitatori sono arrivati con un certo anticipo e si sono messi a girare per il paese.
Le degustazioni sono state numerose e accortamente distribuite durante il percorso: uova sode, vino in due postazioni diverse (all'inizio ed a tre quarti del percorso), ricotta o tuma dai pastori, pane cunzatu con l'olio, ceci in brodo, pasta c'u maccu e guasteddi con lo zucchero, fave o mandorle caliati. Le postazioni era quelle dello scorso anno, qualcuna un po' aggiornata; di nuovo c'era la postazione del panniere (venditore di stoffe a rotoli). I cantori di Sutera e Nonò Salamone, il cantastorie, costituivano l'ingrediente musicale, mentre suscitano sempre interesse le postazioni dell'aia dove "si pisa" il frumento con le mule e gli asini, dei pastori, del frantoio per l'olio e di lu jssaru. Nel posto più alto, la grotta con la Sacra Famiglia.
Il presepe è una macchina complessa, che ha bisogno dei suoi tempi per mettersi in moto, del sacrificio di tanti anche in un momento di festa come il Natale e continua a chiedere sacrifici anche dopo che è finito. La parte logistica, così come non si vede quando viene avviata, ugualmente non si nota quando si tratta di smontare tutto e riportare gli animali e tutte le attrezzature ai proprietari.
Ma tanta fatica, quando poi i risultati arrivano, si dimentica. Resta la soddisfazione.
Mario Tona
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