La nascita del cannolo siciliano tra storia e leggenda
"Scettru di ogni Re e virga di Mosè": altro che cialda e ricotta!
Secondo una leggenda la nascita dei cannoli sarebbe avvenuta a Caltanissetta, "Kalt El Nissa" locuzione che in arabo significa "Castello delle donne", a quei tempi sede di numerosi harem di emiri saraceni.
L'odierno cannolo siciliano avrebbe dunque antiche origini, anche se nei secoli ha subìto diverse trasformazioni, e il suo antenato potrebbe essere stato un dolce a forma di banana, ripieno di ricotta mandorle e miele.
L'ipotesi più accreditata sarebbe quella che le favorite dell'emiro, per passare il tempo, si dedicassero alla preparazione di prelibate pietanze, in particolare di dolci e in uno dei tanti esperimenti culinari avrebbero "inventato" il cannolo, allusione evidente alle "doti" del sultano.
Un'altra fonte, invece, tramanda che i cannoli siano stati preparati per la prima volta in un convento sempre nei pressi di Caltanissetta.
Si racconta che in occasione del Carnevale le monache "inventarono" un dolce formato da un involucro ("scorcia") riempito da una crema di ricotta e zucchero ed arricchito con pezzetti di cioccolato e granella di mandorle (cucuzzata).
Sia che si tratti di suore o concubine, "queste donne, rese diverse dal voto di castità, probabilmente nel loro intimo non lo erano così tanto di fronte al piacere voluttuoso offerto dal magnifico dolce".
Di certo sappiamo che le sue radici risalgono alla dominazione araba in Sicilia (dal 827 al 1091).
Gli Arabi, come i Greci, apportarono molte novità nell'arte, in generale, e nella cucina, in particolare, come ad esempio, la canna da zucchero, il riso, le mandorle, il gelsomino, il cotone, l'anice, il sesamo e le droghe: cannella e zafferano. Essi erano anche abilissimi pasticceri, e se è vero che la ricotta di pecora già si produceva in Sicilia, è anche vero che sono stati gli Arabi a lavorarla con canditi, pezzetti di cioccolato e ad aromatizzarla con liquori, dando vita ad un'accoppiata vincente, zucchero e ricotta , preludio dei dolci siciliani più famosi al mondo: la cassata ed i cannoli.
L'ipotesi sull'origine del sublime cilindro di ricotta, stimolante per il gusto ed accattivante per le interpretazioni tra sacro e profano, è descritta dal duca Alberto Denti di Pirajno, cultore di gastronomia. In "Siciliani a tavola" (la cui edizione fu terminata da Massimo Alberini, dopo la scomparsa del nobile siciliano) il duca sostiene che il cannolo sarebbe stato inventato dalle abili mani delle suore di clausura di un convento nei pressi di Caltanissetta. Per l'esattezza, si legge: "Il cannolo non è un dolce cristiano, ché la varietà dei sapori e la fastosità della composizione tradiscono una indubbia origine mussulmana".
La tesi è verosimile in quanto alla fine della dominazione araba in Sicilia, coincisa con l'arrivo dei Normanni, gli harem si svuotarono (si ricorda che Caltanissetta in arabo significa "Castello delle donne", poiché gli emiri saraceni vi tenevano i loro harem), e una o più donne ormai libere, convertitesi al Cristianesimo, entrarono in convento. Qui potrebbero avere riprodotto alcune delle ricette con le quali avevano sedotto le corti degli emiri, trasmettendole in seguito a "quelle sante ancelle del Signore sino a noi poveri peccatori". E ciò spiegherebbe l'esistenza di un legame tra le due leggende.
Altro che cialda e ricotta! Il dolce siciliano per antonomasia era apprezzato già dagli antichi romani: "Tubus farinarius, dulcissimo, edulio ex lacte factus", lo definì Marco Tullio Cicerone quando era questore in Sicilia, a Lylibeum (l'odierna Marsala), prima di diventare console romano destinato a fama imperitura. Mentre un Anonimo siciliano riportato dal Pitrè cantò così le lodi di questo straordinario dolce:
"Beddi cannola di Carnalivari
Megghiu vuccuni a lu munnu 'un ci nn'è:
Su biniditti spisi li dinari;
Ognu cannolu è scettru d'ogni Re.
Arrivinu li donni a disistari;
Lu cannolu è la virga di Mosè:
Cui nun ni mangia si fazza ammazzari,
Cu li disprezza è un gran curnutu affè!"
Si tratta di un dolce, in tutto e per tutto siciliano, anche nei forti contrasti: nei colori, nel profumo, nel sapore, nella consistenza, e dall'intrigante forma cilindrica, conservatasi nel tempo. Giuseppe Coria evidenzia in uno studio sul rapporto tra la geometria e la simbologia che il suo aspetto rappresenterebbe la forma fallica. Il cannolo dunque esprimerebbe, un significato di fecondità, di forza generatrice, e di allontanamento delle influenze maligne.
E a proposito di dolci simili al cannolo, sembra che Brillant Savarin, sublime meditatore della "Fisiologia del Gusto" abbia detto: "il Creatore, obbligando l'uomo a mangiare per vivere, lo invita con l'appetito e lo ricompensa con il piacere".
Quel che fin qui emerge è chiaramente il nesso tra l'origine del cannolo e la città di Caltanissetta, e questo a prescindere da quello che è stato l'esatto fatto storico, sia esso sacro o profano: il convento o l'antico castello di Pietra Rossa. E svariati sono i siti internet che indicano in Caltanissetta il luogo in cui sarebbero nati i cannoli, come i seguenti, citati a caso e solo a titolo esemplificativo: accademiabarilla.it (cannoli siciliani), granarolo.it (le origini del cannolo siciliano), slowfoodsciacca.it (la storia millenaria della cucina siciliana), mondodelgusto.it (storia e leggenda del cannolo siciliano), cannoloanfriends.it (la storia del cannolo), siciliainformazioni.com (la storia del cannolo siciliano tra il serio e il faceto), primo piatto.barilla.com (i tesori della pasticceria siciliana).
Poiché gira e rigira, tra mito storia e realtà, Caltanissetta con il capolavoro dell'arte dolciaria siciliana c'entra sempre, è ora di renderle giustizia e dare vita ad un percorso fatto di incontri, dibattiti, sagre e fiere, per tributarle finalmente il giusto "riconoscimento di paternità" , quale CITTA' DEL CANNOLO.
A beneficiarne sarebbe tutto il sistema economico della provincia: dalla valorizzazione del territorio, all'esaltazione del patrimonio artistico e culturale al conseguente incremento turistico.
Sarebbe interessante accettare una sfida dai territori palermitani e/o trapanesi, e se volete agrigentini, sull'origine dell'emblema dell'arte dolciaria siciliana: da Piana degli Albanesi ai vari conventi di monache Benedettine, come quelle della "martorana" che inventarono appunto il marzapane, o se preferite "pasta reale", o le monache di Erice che asseriscono di essere state le depositarie dei segreti di questa pasticceria.
Cassate, bocconcini, ravioli, marzapane, babà, profitterol, saint honorè, "minni di vergini", rollò.
Ma su tutti si erge, imperioso e prepotente, Sua Maestà: il cannolo!
Presidente di Provincia, Sindaco, Assessore al Commercio, al Turismo, e soprattutto, alla Cultura e associazioni di categoria, lanciate questa succulenta e simpatica sfida e organizziamo a Caltanissetta il "Festival internazionale del cannolo".
Giù il ponte levatoio: animiamo di costumi medievali i quartieri arabi degli "Angeli", curtigghi, trazzera, e " 'strata i Santi", e ridiamo virtualmente vita al Castello di Pietra Rossa. Che i cavalieri, le dame e gli scudieri scendano in campo, armati di mestoli, di antiche ricette e di cannella, per lanciare la sfida sul dolce più buono che l'umanità abbia mai gustato, "duellando" scherzosamente e con gioia, contro le immancabili diffide, urla e alti lai, dei presunti padri adottivi della nissena leccornia, pronti a reclamarne la paternità.
Salvatore Di Dio, Albignasego (Padova)
Fonti consultate:
"Il libro d'oro della cucina e dei vini di sicilia" - Pino Correnti- casa editrice Mursia
www.cannoliworld.com "-Rosa Maria Manuli -origine dei cannoli";
www.jamayca.multiply.com - "notizie storiche: tra leggenda e tradizione";
www. godocoldolce.it "il cannolo siciliano. Storia dei dolci";
www.taccujinistorici.it. - "Cicerone e il cannolo siciliano";
www.experiences.it - "i cannoli di carnevale" di Rosa Maria Manuli.
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