Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia perché saranno saziati

Il termine giustizia indica un atteggiamento ed un agire secondo un giusto rapporto tra le persone; questo termine lo si usa sia per Dio che per gli uomini.
Chi è l'uomo giusto? È colui che agisce e vive i propri rapporti secondo le norme, le leggi, i dieci comandamenti stabiliti da Dio nel patto di Alleanza.
Dio, invece, viene chiamato Giusto per la sua misericordia e la sua fedeltà nella promessa di salvezza. Egli si è impegnato gratuitamente e liberamente con tutta l'umanità. Con noi uomini Dio ha firmato un assegno in bianco, Egli ha già pagato per noi con la sua stessa vita; in 1Pietro 1,18 leggiamo "Non con oro o argento foste liberati ma con il suo preziosissimo sangue".
Dio è Giusto perché ci salva e ci salva non perché lo meritiamo ma soltanto perché ci ama per una sua scelta e ci ama dice la Parola di un amore eterno.
In questa salvezza di Dio, troviamo il suo continuo perdono, la sua continua disponibilità a riaverci con Lui per far parte di quell'eredità di figli.
Ritornando alla giustizia dell'uomo, possiamo dire che essa si fonda sull'accoglienza della giustizia di Dio, sull'accoglienza del suo eterno amore e della sua continua salvezza.
Dio è come il Sole ed a ciascuno di noi arriva un suo raggio, in questo raggio vi è nascosta la volontà che Dio ha per ognuno di noi che non è uguale per tutti perché non tutti siamo uguali, ma a ciascuno è data una vocazione, una chiamata, una volontà; ma il sole da cui partono i raggi è Uno: Cristo. Così come Cristo è l'unico corpo da cui partono le membra che siamo tutti noi (1Cor. 12,12); non tutti siamo uguali, ma tutti figli dello stesso Padre perché tutti battezzati in un solo Spirito. Bisogna allora camminare nel proprio raggio di sole senza scostarsene mai e camminarvi nel tempo che ci è dato: oggi, domani, sempre. Per vivere bene l'oggi, dobbiamo imparare ad abbandonare il nostro passato cioè quell'uomo vecchio pieno di peccato, ferite, paure, limiti e sbagli alla misericordia di Dio affinché Dio regni nella nostra vita.
Beati quelli che hanno fame e sete.
La fame e la sete sono due stimoli che spingono l'uomo a mangiare e bere cioè sono istinti per la sopravvivenza, altrimenti si muore. Sono bisogni fondamentali che danno una immediata soddisfazione, ma ogni giorno si mangia e si beve perché questa sazietà è sempre provvisoria, quindi, questo bisogno è sempre presente.
Nella beatitudine che stiamo prendendo in considerazione, l'oggetto del desiderio cioè della fame e della sete è la giustizia, dove giustizia abbiamo visto che significa bontà, misericordia, grazia, fedeltà.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia perché saranno saziati.
Chi è affamato e assetato di giustizia, affamato ed assetato di questa misericordia, di questa grazia?
Solo colui che decide di seguire il Signore, che cerca prima il suo regno e la sua giustizia, che decide di fare della sua vita un continuo rinnovamento interiore, che decide nel suo cuore il santo viaggio e decide di farlo nella verità.
Fame e sete di giustizia, allora, è un impegno con Dio, con noi stessi e con i fratelli.
Avere fame e sete di giustizia è avere un desiderio ardente della volontà di Dio. E qual'è la volontà di Dio se non la santificazione personale di ogni giorno cioè quel morire al mio io per far crescere Dio.
L'uomo per natura non è mai sazio così come chi più mangia, più vuole mangiare, più si ha e più si vuole avere; l'uomo per natura è sempre in un continuo rincorrere un desiderio per potersi saziare. La stessa cosa è per la fame spirituale, più mi avvicino a Dio e più il mio desiderio di stare con lui aumenta. Dio, ci dona sempre tanto quanto basta, per non farci sentire la sazietà perché l'uomo sazio, appagato dimentica, ma ci dona tanto quanto basta affinché non moriamo di fame e non ci scoraggiamo.
La fame e la sete, allora, ci rendono dinamici, sempre alla ricerca di quel Dio che ci ama, ci rendono creativi e ci proiettano verso una migliore conoscenza di Dio.
Nel Salmo 63,2-4 leggiamo:

"O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco,
di te ha sete l'anima mia,
a te anela la mia carne,
come terra deserta, arida senz'acqua.
Così nel santuario ti ho cercato,
per contemplare la tua potenza e la tua gloria.
Poiché la tua grazia vale più della vita,
le mie labbra diranno la tua lode".



Maria Grazia Diprima e Bettina Schillaci (Verso il Monte delle Beatitudini)


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