Seme di senape
Esiste il martirio della speranza?

La manifestazione del 23 gennaio 2010, avvenuta a Caltanissetta, ai piedi del Palazzo di Giustizia, a sostegno dei magistrati impegnati nella lotta alla mafia, pone una questione vitale per la società siciliana. In difesa dei magistrati migliaia di persone hanno svolto una manifestazione, replicata a Palermo il 13 febbraio; una mobilitazione che declina il lessico della resistenza alla mafia: speranza, coraggio, sostegno… Il giudice Giovanbattista Tona, in un'intervista a Famiglia cristiana (9/2010), precisa: "la resistenza alla mafia è di più che la semplice negazione o contrapposizione". Nel lessico della Chiesa cattolica al termine "lotta alla mafia" o "antimafia" si preferisce "resistenza alla mafia".
È nota la vicenda di quanti sono morti come martiri per la giustizia e tra questi la vicenda di coloro che in forza della fede cristiana hanno assunto comportamenti di resistenza alla mafia; ad es. don Pino Puglisi. Avvengono non di rado gesti eroici, in nome della giustizia, com'è il caso del giudice Giovanni Falcone.
Gesù Cristo avverte i suoi discepoli di pregare per i propri avversari e di amare finanche i propri nemici. Padre Massimiliano Kolbe, primo martire della carità, in un campo di concentramento dei nazisti offre la vita per sostituire un deportato che aveva figli. Qui è il martirio della carità.
Alle sue memorie Agostino Casaroli dava il titolo Il martirio della pazienza; il cardinale, scomparso nel 1998, riprendeva l'espressione "martirio della prudenza" di un vescovo lituano che, uscito dalla prigionia in Siberia, avvertì come più arduo il compito di guidare il popolo, il clero e i suoi problemi, a fronte di uno Stato ateo e materialista.
La Chiesa può avere molti nemici, ma essa non è nemica di nessuno - era questo l'insegnamento di Papa Giovanni XXIII ad ispirare la politica della Santa Sede verso i Paesi comunisti; tale insegnamento della resistenza cristiana, paziente e coraggiosa, confermava Paolo VI in un discorso del 12 settembre 1965, durante la visita alle catacombe di Domitilla. E questa era la laboriosa missione del diplomatico Casaroli, condotta fino al 1989.
A modo di un'ipotesi teologica, crediamo si possa argomentare sul martirio della speranza. Le tre virtù, apprese nel catechismo, "fede, speranza e carità" sono chiamate virtù teologali, perché il loro contenuto peculiare è di origine soprannaturale, cioè divina. E come esiste un martirio della fede (la testimonianza dei martiri, in senso proprio), così in modo analogo può esistere un martirio della speranza. È ancora la vita che si perde in modo violento; o meglio il cristiano offre la vita in ragione della sua fede. Nei vangeli emerge la figura di Giovanni il Battista che confessa la fede, anche dal carcere dove soffre, fino ad essere decapitato; egli testimonia la verità morale.
Nella Prima Lettera di san Pietro si trova un'espressione fondamentale: il cristiano è chiamato a rispondere verso chiunque domandi ragione (lÙgos) della speranza (1 Pt 3,15); egli cioè svolge un discorso (lÙgos), riflette di mezzo agli altri (dia-loghÍzomai) ed argomenta in difesa (apo-loghÍa) della rivelazione; con la testimonianza della vita poi sigilla una verità appresa nella comunità dei credenti. In modo più aderente al testo biblico, 1 Pt 3,15 significa "i credenti siano sempre pronti a dare apologia circa le ragioni della speranza".
Martirio della speranza può indicare l'impegno in difesa della giustizia sociale e la resistenza alle forme di criminalità organizzata, in ragione (lÙgos) della fede. Ci sono altri passi del Nuovo Testamento in cui il lettore può verificare come "speranza" sia analogo a "fede": Rm 8,24; Tt 2,13; Col 1,23 e ancora Dio fonte di speranza in Col 1,27 e Rm 15,13.
Il teologo tedesco J. Moltmann scriveva nel suo libro-principe: "la fede spera per conoscere ciò che crede" (Teologia della speranza). E l'azione dell'uomo nella storia prende senso cristiano in ragione della speranza e in vista della vita eterna.
Nel saggio Storia e dogma, del 1971, Joseph Ratzinger, ora Papa Benedetto XVI, affermava che la testimonianza della storia è creduta in quanto offerta che proviene dalla speranza; la speranza è fondamento che ispira la vita cristiana. Per via del breve spazio a disposizione rimandiamo all'enciclica di Papa Benedetto Spe salvi ai nn. 30-31 e 35. Nel concludere invitiamo, come diceva Ratzinger, a "rimanere pazienti nel coraggio e coraggiosi nella pazienza".

Don Salvatore Falzone



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