Seme di senape
Impulsi divini
Seguendo il calendario liturgico, venerdì 11 giugno 2010 ricorreva la festa del Sacro Cuore di Gesù. In questo anno sacerdotale che si è appena concluso con le feste di giugno, la spiritualità del Sacro Cuore può alimentare la vita dei sacerdoti; questo avviene aderendo alle pratiche di pietà (come gli atti di riparazione, recitare le litanie del Cuore di Gesù, praticare i nove primi venerdì del mese). La pietà cristiana partecipa dei divini misteri che la Chiesa, specie in tempi di scandali e di tribolazioni, celebra per vivere e rinnovare il sacrificio di Cristo.
La consacrazione personale al Cuore di Gesù, come insegnava Pio XI, "fra tutte le pratiche che si riferiscono al culto del Sacro Cuore è senza dubbio la principale". Tale devozione non è per donnicciuole; trova fondamento nella Bibbia. Gesù si rivela maestro "mite e umile di cuore" (Mt 11,29); nel fianco squarciato di Gesù in croce si dà tutto il mistero dello Sposo divino che ama la Chiesa sua sposa.
Proviamo a sviluppare adesso un aspetto della condizione dell'uomo secondo natura, attraverso le parole di san Paolo nella Lettera ai Galati: "la carne desidera contro lo spirito e lo spirito contro la carne, giacché queste cose stanno una di fronte all'altra, affinché voi non facciate quelle cose che vogliate" (5,17). Nella traduzione di Giuseppe Ricciotti si coglie bene il senso del testo originale dove "affinché" introduce una proposizione finale, non senza un significato consecutivo. In altri termini, i cristiani si impegnano "affinché/di modo che... non facciano le cose che vogliano".
La vita secondo le virtù naturali diviene soprannaturale quando è arricchita dei doni dello Spirito; e di conseguenza atteggiamenti e capacità sono orientati a Dio sommo bene.
Il contrasto che si descrive in Gal 5, 18-23 ci sembra che sia tra l'uomo che vive ormai nella grazia divina, capace di orientare impulsi e inclinazioni, e l'uomo che fuori della grazia di Dio si abbandona alle cattive inclinazioni, dà corso agli impulsi malvagi e deturpa la natura umana.
Su questo punto una luce mite e serena si ricava contemplando il mistero del Sacro Cuore. Pio XII con l'enciclica Haurietis aquas del 1956 considerava gli affetti sensibili del Cristo. "Non essendovi alcun dubbio che Gesù Cristo abbia posseduto un vero corpo umano, dotato di tutti i sentimenti che gli sono propri, tra i quali ha chiaramente il primato l'amore. [...] Pertanto il Cuore di Gesù Cristo, unito ipostaticamente alla Persona divina del Verbo, dovette indubbiamente palpitare d'amore e di ogni altro affetto sensibile (ob ceteras affectuum impulsiones)". Papa Pacelli citava fra gli altri autori sacri sant'Ambrogio il quale indicava nell'unione ipostatica "la sorgente naturale delle affezioni e commozioni sensibili (sensibiles commotiones et affectus), cui andò soggetto il Verbo di Dio fatto uomo".
Pio XI (per temperamento impulsivo, di tempra volitiva, per carattere autoritario) scrisse un'enciclica sul culto al Sacro Cuore, la Miserentissimus Redemptor, del 1928; Papa Ratti nel suo itinerario passò da una visione ierocratica della politica vaticana espressa negli anni venti (centrata sul ruolo eminente del papato ed incrementata dalla dottrina del Sacro Cuore e della Regalità di Cristo), ad una politica teocentrata, espressa negli anni trenta; per teocentrismo si intenda qui una spiritualità che informa l'agire storico e politico alla luce del Vangelo, e quindi centrata sul Dio assoluto.
È singolare che obbediente collaboratore (non sempre empatico) di Papa Achille Ratti sia stato proprio Eugenio Pacelli che nel 1939 gli successe e prese il nome di Pio XII; quest'altro papa (per temperamento misurato, per atteggiamento ieratico, in ricerca dell'equilibrio politico da raggiungere con pazienti mediazioni) con l'enciclica Haurietis aquas confermò solennemente tutta la dottrina ecclesiale derivata dalla contemplazione della santa umanità del Cristo.
Don Salvatore Falzone
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