Personaggi di storia locale
Biografia del sacerdote Vincenzo Monella (1908 - 1971)

Premessa
Di Vincenzo Monella, nato a Sutera e morto a New York, alcune informazioni si trovano nel saggio di Cataldo Naro: Chiesa nissena ed emigrazione agli inizi del '900. Nell'archivio storico diocesano di Caltanissetta non esiste un registro dei trasferimenti dei sacerdoti in altre diocesi; si trovano isolati documenti, raccolti insieme in un carpettone, su alcuni sacerdoti escardinati o incardinati nella diocesi nissena. Nella biblioteca del Seminario si trovano poi tre discorsi del sacerdote suterese, pubblicati a Caltanissetta: un elogio funebre, pronunciato sul primo parroco di Santa Croce (Elogio funebre del sac. Calogero Mulé, 27 aprile 1933) e due discorsi in occasione 25° di sacerdozio del can. Giovanni Magrì, (L'operaio della messe e Al rev.mo Can. Giovanni Magrì parroco di san Domenico, 12 marzo 1935). Altra fonte è costituita dalle testimonianze di quanti l'hanno conosciuto.
Grazie ad un viaggio compiuto nel New Jersey, in USA, nel luglio del 2005, ho raccolto altri elementi biografici; in specie grazie ai buoni uffici di mons. Robert J. Wister ho ricevuto varie informazioni dall'Archivio dell'arcidiocesi di Newark e dall'Università di Seton Hall (NJ). La documentazione riguarda le vicende del sacerdote suterese, dal 1947 (anno del suo sbarco negli Stati Uniti) al 1971 (anno della sua morte).
Infine due documenti significativi sono conservati nell'Archivio storico del Seminario: la lettera di presentazione di Vincenzo Monella (fra' Bonaventura) compilata da fra' Girolamo M. Giardina (Palermo, 23.11.1928) e il rescritto di dispensa della Congregazione per i Religiosi circa i voti temporanei (Roma, n. 7149/28 del 7.11.1928).
La notizia che si pubblica è carente di un'indagine archivistica e di una metodologia appropriata; non si prende in considerazione l'attività di docente, svolta da Monella presso Seton Hall University e le pubblicazioni dello studioso di lettere classiche e italiane. Le informazioni raccolte permettono almeno di tracciare un profilo biografico articolato in due periodi: quello legato alla diocesi di Caltanissetta e quello legato alla diocesi di Newark.

1o periodo: origini, formazione e attività pastorale in Sicilia
Vincenzo, figlio unico di Rosario Monella, agricoltore, e Paolina Buttaci, era nato a Sutera (Cl), il 27 ottobre del 1908. I genitori di Vincenzo Monella erano emigrati già una volta negli Stati Uniti, nel 1909, quando il figlio era solamente un neonato; risiedevano a Birmingham in Alabama; nel 1913 erano rientrati a Sutera, a motivo dello stato di salute di lei.
Da ragazzo (1920-'24) Monella frequentò a Mussomeli (Cl) le scuole dell'Istituto San Francesco, presso i frati Conventuali; poi, continuò la sua formazione presso i francescani negli anni scolastici trascorsi prima a Montevago (Ag), presso il Collegio S. Maria delle Grazie, e poi a Palermo come frate minore conventuale (1925-30).
Emise i voti semplici (il suo nome da religioso era fra' Bonaventura); ma completò gli studi e la formazione nel Seminario di Caltanissetta dove entrò nell'autunno del 1928. Nell'estate del 1931, seguendo le istruzioni del rettore del Seminario, don Giovanni Rizzo, preparò a Sutera i documenti necessari a costituire il patrimonio; divenne così sacerdote, a meno di 24 anni, ad patrimonium sui. Fu ordinato da mons. Giovanni Jacono il 19 marzo del 1932. Monella si distingueva negli studi; poteva vantare un elevato profitto scolastico; già prima dell'ordinazione era stato cooptato per insegnare materie letterarie nel Seminario.
Fu cappellano nella parrocchia di Santa Croce e di san Domenico; poi insegnante di religione nell'Istituto tecnico commerciale "M. Rapisardi", dove in seguito divenne insegnante di ruolo. Aveva conseguito il diploma magistrale e superato il relativo concorso. Nutrì intensi sentimenti patriottici; nel 1935 accettò di partire per l'Africa Orientale, come cappellano militare impegnato nella Guerra d'Etiopia. Là si guadagnò il grado di tenente capitano. Ritornato in patria nel 1937, prestò servizio a Caltanissetta, nella chiesa di Santa Lucia fino al 1947. Nel primo periodo della sua vita il nostro sacerdote fu pure predicatore in vari comuni di Sicilia e assistente per l'Azione Cattolica. Per la sua eloquenza e dottrina richiamava numerosi uditori; tenne pure molte conferenze nella cattedrale nissena. Durante i bombardamenti del '43 la chiesa di Santa Lucia fu molto danneggiata. Dopo la guerra don Monella contribuì largamente a ricostruire la chiesa.
Intanto al termine della seconda Guerra Mondiale era mutato il contesto storico-politico in Sicilia. Nel centro-sud italiano fu molto attivo il movimento di protesta chiamato "Qualunquismo", capeggiato da Guglielmo Giannini, un ex-comunista; nel suo movimento convergevano ex-fascisti che in qualche modo dopo il '43, durante le drammatiche fasi della guerra di liberazione, si erano adoperati per la causa nazionale. Monella abbracciò il movimento di Giannini; tenne comizi politici in varie città dell'Isola, nonché a Sutera. Il movimento del Qualunquismo ebbe però breve durata e il suo bacino elettorale fu poi assorbito e dal Movimento Sociale e dalla Democrazia Cristiana.
Durante gli anni della ricostruzione riprese nella provincia nissena il fenomeno migratorio. S'era evoluta intanto la posizione personale di Monella che alla fine del luglio del '46 conseguiva la laurea in pedagogia nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Messina. Inoltre i suoi genitori maturavano la decisione di trasferirsi di nuovo negli Stati Uniti a Trenton (NJ), dove vivevano gli ultimi parenti (due nipoti che avevano perso i loro genitori). All'alba di emigrare negli Stati Uniti don Monella aveva 39 anni; nel novembre del 1947 ricevette da mons. Jacono il permesso, per tre anni, di raggiungere l'America; egli rimaneva per diritto canonico incardinato alla diocesi nissena; e per tale motivo il sacerdote suterese rinnovò periodicamente, fino al '57, la domanda per risiedere in America.
[seconda parte]

2o periodo: attività culturale e pastorale fra gli emigrati
Monella sbarcò a New York il 23 giugno del 1947; in una lettera del 5 novembre 1947,inviata da Morristown (NJ) al segretario della Congregazione Concistoriale di Roma, cardinale Rossi, scrisse:
"Sono figlio unico; i miei genitori hanno deciso di ritornare in America per ricongiungersi coi loro nipoti, privi di padre e di madre. […] Faccio notare a V. Ec.za che in Italia io non svolgo attività parrocchiale di sorta, poiché insegnante di ruolo nelle scuole pubbliche e che rinunzio alla carriera scolastica, agli anni di servizio prestati, pur di assistere i miei genitori, i quali per l'immenso amore verso l'unico figlio sacerdote, durante la guerra d'Africa, ebbero la forza di raggiungerlo sino in Abissinia".

Il sacerdote suterese era avanzato nella carriera di insegnante e la sua famiglia disponeva di una proprietà terriera. Mons. Jacono nutriva l'idea di trattenere don Monella con una proposta ragionevole. Così scriveva (lettera del 15 novembre '47) al suo presbìtero, già ospite a Trenton.
"Vorrei scongiurare i tuoi genitori, ormai avanzati, dal divisamento di far ritorno in America. In verità qui, tutti e tre, potreste continuare a stare bene come in passato: possedete una proprietà terriera con villino presso la città, e tu, unico figlio, da insegnante ordinario nelle scuole pubbliche, godi di un ragguardevole stipendio e per di più potresti con la tua distinta laurea, divenire direttore didattico e anche ispettore scolastico. […] Dal momento che l'arcivescovo di Newark ti accetta ad triennium, io rilascerò il nulla osta a richiesta della S. Congregazione concistoriale per tale tua permanenza triennale costì, non potendo tu separarti dai genitori e non occupando come sacerdote alcuno ufficio in questa diocesi, alla quale rimani però incardinato".

Quando nel 1947 sbarcò a New York, Monella raggiunse i suoi parenti. Per due mesi sostituì don Emilio Cardelia nella Chiesa di St. Joachim, a Trenton. In seguito fu vicario per due anni del parroco di St. Joseph Church, a East Orange (NJ). Don Monella, ora father Vincent, si curò degli emigrati italiani, in specie siciliani. Quando l'arcivescovo Thomas Walsh perorò, presso i competenti uffici, la causa del sacerdote siciliano per soggiornare negli Stati Uniti addusse come motivazione di avere accolto padre Monella in quanto persona molto utile nel lavoro condotto dall'arcidiocesi con un largo numero di fedeli di origine italiana (Lettera del 1 ottobre 1948).
"I have accepted Father Monella because I consider him an extremely valuable man for the work to be performed in my Archdiocese which includes a large number of Communicants of Italian origin. [...] He is doing excellent work here as an acting assistant to the pastor at St. Joseph's Church in East Orange, New Jersey, and is presently teaching at Seton Hall College, the Archdiocesan College at South Orange, where he is teaching Italian and also doing valuable work as a commentator of station WSOU the College radio station. If he is permitted to reenter and to remain here I expect to make use of his abilities, particularly in teaching, on a much larger basis".

C'è da dire che Thomas Walsh, dal 1918 già vescovo di Trenton, era divenuto vescovo di Newark nel 1928. Durante il suo episcopato Newark divenne arcidiocesi. Mons. Walsh morì nel 1952; gli succedette mons. Thomas A. Boland, già vescovo ausiliare. Nel 1953 don Monella aveva chiesto all'arcivescovo Thomas Aloysus Boland di diventare parroco di St. Rocco Church a Newark. La sede era rimasta vacante e la motivazione addotta da father Monella era che in quella parrocchia vi erano molti cattolici italiani emigrati (Lettera del 1 ottobre 1953). Tuttavia Monella fu in servizio a St. Venantius Church in Orange, per circa dieci anni; si impegnò a favore degli italiani; fu apprezzato come interprete e lavorò nella stazione radio WSOU del College di Seton Hall.
Con i vescovi Walsh e Boland mons. Jacono tenne i contatti riguardo alla pratica di escardinazione di Monella; in genere il presule nisseno resistette ai sacerdoti che nel dopoguerra emigrarono in USA, come in altri paesi; perciò le pratiche di escardinazione progredivano lentamente. Una lettera comunque attesta la stima che il vescovo Jacono nutriva verso il suo presbitero; con una lettera del 1954 (n. 176/54) mons. Jacono chiedeva al vescovo di Newark un attestato, o almeno il nulla osta, da inviare poi alla Santa Sede per nominare don Monella cameriere pontificio e offrirgli così il titolo di monsignore. È significativa la motivazione espressa da mons. Jacono: "come apprendo con piacere, egli [Vincenzo Monella] insegna con lustro alla Università confermando la fama di buon Sacerdote". Nel 1954 mons. Jacono compiva 80 anni e due anni dopo lasciava il governo della diocesi nissena.
Nel 1960 Monella era divenuto direttore dell'Institute for Italian Culture, un centro culturale allocato in origine in un teatro dismesso che si trovava nel distretto Vailsburg di Newark. Diresse fino al '68 il Centro di Cultura Italiana, conosciuto come la "Casa italiana" dove si tenevano corsi di lingua inglese per italo-americani, manifestazioni di canti e musica italiana, presentazione di opere di letteratura italiana… Mons. John J. Dougherty, presidente del Centro culturale che pubblicava la rivista "Itala gente", si avvalse della collaborazione del sacerdote siciliano.
Father Vincent Monella, già sofferente di cuore a partire dal 1960, morì in un ospedale di New York il 7 giugno 1971, dopo una lunga malattia. Mons. Firrone, originario di Sutera, testimonia nell'elogio funebre che una somma di denaro, diecimila dollari, furono donati dal Centro di Cultura di father Monella al provinciale dei minori conventuali del collegio di Montevago, a motivo del terremoto che aveva colpito la valle del Bèlice.
Per volontà dei parenti la salma fu traslata in Sicilia, nel settembre del 1973, e fu deposta nel cimitero civico di Caltanissetta.


Salvatore Falzone



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