Biografie di emigrati montedoresi
Salvatore Milazzo - Canada
Montagna Antonino - Francia
Carmelo Guarneri - Francia
Carmelo Mantione - Francia
Salvatore Milazzo - Canada
Nei piccoli paesi il soprannome, “la ngiuria” indica, a volte, in modo esclusivo, una persona, più del nome e del cognome, come nel caso del compaesano emigrato in Canada. Basta dire”Totò Frijifì” e subito, ci si riferisce a quella persona e non ad altri, senza equivoci. Nella memoria collettiva è rimasto quell'uomo che, principalmente, faceva l'ortolano al Lavatore, che cantava stornelli in siciliano quando, a cavallo, della sua mula, trasportava i suoi ortaggi o gli altri prodotti della terra, durante la mietitura e la raccolta delle mandorle e delle olive.
Anche se a Montedoro, la maggior parte della forza lavoro era occupata nelle miniere di zolfo, molti erano addetti all'agricoltura e c'era una buona tradizione di canti legati ai lavori agricoli fatti di preghiere, litanie, invocazioni ai santi, ma anche canti di amore e di sdegno nei confronti della donna con la quale i rapporti erano inesistenti o al massimo arrivavano a livello di sguardi.
Ci siamo incontrati, nel suo breve soggiorno in paese, durante la Festa di San Giuseppe, ed è bastato un piccolo accenno perché cominciasse a recitare poesie e strofe varie nel suo ben conservato dialetto montedorese che ho trascritto per una futura pubblicazione. Salvatore Milazzo, nato nel 1928, figlio di Salvatore e di Maria Teresa Mantione; suoi fratelli: Nicolò di 91 anni abitante ad Imperia, Andrea di 89 anni abitante a Catania, Maria, Piera, Salvatrice e Giuseppina defunte. Totò, dopo aver lavorato, sin da ragazzo, nella coltivazione degli ortaggi, ha lavorato nel rimboschimento di Cirausi e per qualche anno nella miniera di zolfo di Gibellini. Emigrato in Canada nel 1964, insieme alla moglie Concetta Schillaci, e due figlie nate a Montedoro: Maria Teresa di 10 anni e Luigina di 4 anni, ha lavorato per tanti anni, ad Hamilton, nell'edilizia, fino al pensionamento. Dopo tanti anni di emigrazione non ha perduto alcunché della sua parlata e del suo spirito sempre allegro, da l'impressione del tassello che ritrova il suo vecchio posto, tra le persone anziane, nel mosaico della piccola umanità paesana. In Canada mantiene ottimi rapporti con i montedoresi che abitano ad Hamilton: i figli di Rosario Bufalino e famiglie,
Francesco Bufalino,Vuccaranni e famiglia, Giuseppe Campanella, Ardicasi e famiglia, Angelo Puma e famiglia, e molti emigrati di Racalmuto. “A volte ci vediamo con dei compaesani che abitano negli Stati Uniti: ci sentiamo come parenti, con tutti intratteniamo ottimi rapporti sociali; quando ci incontriamo parliamo del paese, dei parenti e di certi avvenimenti del passato e allora ci prende una certa nostalgia”. Insieme abbiamo fatto una riflessione sui montedoresi emigrati negli Stati Uniti, in Canada, in Francia, in Belgio, nelle città del nord Italia e abbiamo concluso costatando che almeno, con i loro discendenti, raggiungono oltre cinquemila persone, più di tre volte il numero degli attuali residenti.
Montagna Antonino - Francia
nato a Montedoro il 22.11.1927 da Castrenze, zolfataio, e Maria Mugavero, frequenta la scuola elementare con i maestri Salvatore Messana, Paolo Piccillo e Clementina Tulumello al vecchio ricovero. Compagni di scuola Rosario Milazzo, Ciccio Velardita, Giuseppe Mammano, Totò Terracciano, Turiddru Sciandra, Lina Messana, ecc. Poi, per essere utile in famiglia, va a pascolare tre capre che servivano, principalmente, per vendere il latte ai vicini di casa. Per tre anni va a lavorare, nel canicattinese, da Rosario Lo Dico nella coltivazione degli ortaggi. Ricorda della seconda guerra mondiale, quando gli aerei americani hanno bombardato il paese, in particolare, le due cannonate al portone della scuola nell'edificio del ricovero e nella scalinata Crispi. Il 6 settembre del 1946 emigra in Francia insieme al fratello Giuseppe e alle sorelle Carmela e Angelina, Peppi lu Vanniaturi e la sorella Pietrina, Ustinu Montagna. Come tanti altri montedoresi a Torino vanno alla ricerca del compaesano Turiddru Vuteddra Saia che procura loro uno “spallone”, con compenso di 3 mila lire, che farà loro traversare a piedi, con tante peripezie, i confini sulle Alpi fino a raggiungere Momuliano. A Lione vanno a trovare la cugina Rosa Montagna e Alfonso Castellino La Pipa e trova lavoro in una cementeria. Lavora sodo dalla mattina alla sera per pagare le spese e mettere qualcosa da parte; non conosce né sale da ballo, né sale da gioco, ma casa e lavoro. In seguito si stabilisce a Decines e trova lavoro in una fabbrica di seta artificiale dove si producono: filo, calze e materiali per le motociclette e i paracadute fino alla pensione, lavorando spesso più dell'orario giornaliero per potere portare un buon guadagno in famiglia. Il 25 febbraio 1950 ritorna in paese per sposare Gioacchina Buttaci figlia di Masiddru. Ricorda che celebra il matrimonio padre Calogero Piccillo.
Dal matrimonio nascono 4 femminucce: Maria, maestra; Giuseppina morta bambina; Giuseppina e Teresa impiegata.
Antonino, come i tanti montedoresi emigrati, ama ritornare in paese, quasi ogni anno, compatibilmente con gli impegni di famiglia e gli piace ritrovarsi con i coetanei per rivivere i tempi della giovinezza “che anche se erano tempi, tristi e scarsi, c'era tra le persone una serie di relazioni che ti facevano sentire più che amici, parenti.”.
Carmelo Guarneri -Francia
nato a Montedoro il 2 maggio 1934 figlio di Gaetano e si Calogera Sciandra, suoi fratelli: Calogero, Giuseppe emigrato in Belgio, Salvatore emigrato in Belgio, Angela e Carmela emigrata a Milano. Frequenta le scuole elementari con i maestri: Angela Tortorici e Calogero Milazzo, nel vecchio ricovero di Salita Crispi ed in un magazzino di Via Savoia, interrompe la scuola per andare ad aiutare il padre nel lavoro dei campi nelle contrade Nave, Vecchio Mattè, Mustijuve e Crucifia, Frequenta la colonia GIL con la signorina Gueli e Gaetana Bufalino. Poi, la scuola serale con i maestri Nicolò Milazzo e Calogero Messana. Ricorda alcuni compagni di scuola quali: Angelo Galante,Piccillo Pietro di Angelo, Milazzo Giovanni, Canzarazzo; Calogero Falcone, Hiahiola; Mimmo Duminuco, Michelangelo Palermo, Angelo Rizzo, Fantasia. Ricorda Arturo Petix che raccontava delle storie antiche su Montedoro e la bottega del calzolaio Carmelo La Porta dove si raccontavano barzellette; la sala da ballo per soli uomini di Lu zi Carminu Lu pianu, in Via Alighieri, il salone di lu zi Pippinu Duminuco dove ha fatto l'apprendista per qualche tempo, il cinema di Liborio Marsala e quello di Calogero Mantione, Genturu. Nel 1956 esce dal paese per andare militare a Cuneo, Palmanova, Gorizia e Udine dove incontra Giuseppe Duminuco, futuro avvocato. Nel 1957 emigra per la Francia con Angelo Galante, Giuseppe Giudice di Rosario e Calogero Guarneri a Metz nella Mosella dove lavora in una fabbrica metallurgica. Nel 1959 ritorna a Montedoro e sposa Vincenza Tulumello di Rosario e nel 1960, insieme alla moglie emigra in Belgio, in quanto in Francia non riesce a trovare un alloggio in affitto, lavora in una miniera di carbone a Tilleur. Dal matrimonio nasce un solo figlio, che hanno chiamato Jacques che ha dato loro tre nipoti. Nel 1968 ritorna a Montedoro e fa il muratore, nel 1970 emigra nuovamente in Francia a Pousignac- Lione e lavora in una fabbrica di cauciù, poi in una di pannelli solari ed infine in una tipografia fino alla pensione. Con una certa nostalgia dice di essere stato costretto a prendere la cittadinanza francese per motivi di lavoro, ma, da quando è in pensione, ritorna ogni anno a Montedoro, dove trascorre diversi mesi. “Ogni volta che siamo in paese, dimentichiamo la Francia e il Belgio e nell'incontrare i parenti ed i compaesani, ci sentiamo sempre appartenenti a questo luogo”.
Carmelo Mantione - Francia
Carmelo Mantione, del fu Calogero e di Rosalia Provenzano, è nato a Montedoro il 28 ottobre 1939, ha frequentato la prima elementare col maestro Alfonso Alfano e, poi, fino alla quinta classe, presso l'Istituto del Boccone del Povero di Mazzarino. Le scuole medie inferiori nel seminario vescovile e presso l'istituto Umberto I° di Caltanissetta con avviamento alla falegnameria. Ritornato in paese ha lavorato, come verniciatore, presso i laboratori dei falegnami Michelangelo Morreale, Pietro Chiarelli e Giuseppe Marranca. Per qualche tempo ha lavorato anche a Racalmuto. In seguito a Caltanissetta ha lavorato presso l'Ente Zolfi Italiani e successivamente con la SAIPEM che svolgeva attività di ricerca petrolifera nella provincia di Caltanissetta. Nel dicembre del 1960 emigra in Francia, a Digoin, svolgendo il lavoro di falegname per la costruzione di mobili, per dieci anni, anche quando è andato ad abitare a Parigi. Nel 1962 sposa Monique Godard dalla quale ha avuto tre figli: Daniele, Caterina e Natalie, che, allo stato, gli hanno dato: 5 nipoti e 2 pronipoti. Nel 1970 cambia mestiere e passa alla ristorazione diventando un raffinato cuoco e, dopo qualche anno, Chef a Gare de l'Est di Parigi. Dal 1980 i suoi ritorni a Montedoro, dove abita il fratello Filadelfio, diventano periodici anche per l'età della sua mamma che è morta nel 2009, all'età di 96 anni. Da dieci anni Carmelo viene dalla Francia in compagnia di due cani bassotti, della razza inglese, Cavalier King Charles, che sono cani di compagnia della regina, l'anno scorso, uno di questi cani è morto ed ora viene con uno solo destando la curiosità di tanti che lo vedono sempre accompagnare il suo padrone. Con questi ritorni, gradualmente, ha acquisito un affetto nuovo per il paese nativo, cosa che prima non aveva in quanto, aveva trascorso alcuni anni della sua fanciullezza in altri paesi, ma l'estate faceva parte della mitica Freccia Azzurra, 1955-59, l'unica squadra di calcio del paese, costituita in gran parte da studenti, che trascorrevano l'anno scolastico fuori Montedoro. La squadra era formata da: Lillo Morreale, Giuseppe Piccillo, Giuseppe Guarneri, Cosimo Duminuco, Giovanni Milazzo, Giulio Fiorella, Rosario Piccillo, Salvatore Tulumello, Filadelfio Mantione, Salvatore Chiarelli, Carmelo Mantione, Calogero Piccillo, e Giuseppe Alaimo, Ristucciàddru, erano i terzini della squadra che entusiasmava grandi e piccoli del paese, che accorrevano numerosi alle partite di calcio in campi improvvisati: a volte al Cozzo Tondo, a volte sotto il Calvario nello spiazzo(contrada Lauricella) dove, ora, sorgono palazzine della cooperativa Don Bosco e case unifamiliari.
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