17 marzo 2011, le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia
a Campofranco ed a Sutera
A Campofranco.
Campofranco in 150 anni di Unità d’Italia, così si possono sintetizzare i vari interventi del convegno organizzato dal Comune, il 17 marzo 2011 alle ore 11.00, nell’affollatissima “Sala Giovanni Paolo II”. Hanno presentato il convegno l’assessore alle attività culturali e pubblica istruzione Pamela Nobile e il vice sindaco Rino Pitanza. Sono intervenuti la dirigente scolastica Carolina Taibi, che ha presentato il lavoro di ricerca effettuato dagli alunni sulla storia della scuola di Campofranco e di Sutera, costituito da foto e documenti scolastici rarissimi; il direttore del Museo di Storia Locale e giornalista Vincenzo Nicastro, che ha ripercorso le tappe più significative della comunità campofranchese proponendo anche una serie di fotografie antiche, alcune note molte inedite; il poeta e pittore Vincenzo C. Ingrascì di Milena, che ha ricordato le opere e gli autori che dal 1861 ad oggi hanno pubblicato opere o scritto su Campofranco.
La manifestazione era iniziato con il raduno davanti alla sede comunale di via Piave alle 9.30 e la sfilata per vie cittadine del corteo con il Gonfalone del Comune, la Banda musicale “Michele Saia” e le Autorità civili e militari.
Sutera
Sono passati 150 anni dall’unità d’Italia e alcune cose che succedono oggi in Italia sembrebbero incomprensibili a chi nel 1860 si batté per rendere “una” questa nazione. Sembra incredibile, ma tra i Mille che partirono da Quarto con Garibaldi quasi la metà erano lumbard, appartenenti alle stesse valli ed alle stesse pianure di quanti oggi vogliono scaricare il meridione, palla al piede della economia e dell’assistenzialismo. Possibile che sia una questione soltanto di soldi?
E molti che oggi dal Veneto vogliono la stessa cosa, avevano allora amici ed parenti tra quanti partirono con gli stessi ideali.
Gaetano Sangiorgio, milanese, aveva soltanto 17 anni quando abbandonò gli studi per seguire Garibaldi e passare tra le terre del Vallone che ha imparato ad amare insieme ai suoi abitanti. Come Alberto Mario, giornalista veneto ed esule, che resistette alle insistenze di Mazzini che lo voleva a Genova per organizzare la Giovine Italia, ed invece scese con la seconda ondata di garibaldini insieme alla moglie inglese, giornalista anch’essa. Terroni del nord e terroni del sud, oggi divisi dai loro discendenti? E’ solo una questione di soldi?
Di loro si parla nella mostra della scuola organizzata dall’istituto comprensivo di Campofranco, diretto dalla dott.ssa Carolina Taibi, ed inaugurata il giorno della cerimonia del 150° dell’Unità d’Italia.
L’incontro della scuola con l’associazione musicale e culturale Diliberto e l’associazione Sicilia ‘nu cori, è stato fortemente voluto dal sindaco Gero Difrancesco e dalla sua amministrazione, all’ombra delle celebrazioni del centocinquantesimo.
Giovedì 17 marzo è stata una bellissima giornata riscaldata da un sole primaverile, varie bandiere sulla piazza, ragazzi e adulti con coccarde a forma di cuore sul petto e la banda seduta ai piedi della scalinata di piazza Sant’Agata.
Intorno il calore dei partecipanti, parecchi. Alle 16,30 il sindaco Gero Difrancesco inaugura la festa ricordando quanti nel passato hanno lavorato e sono morti per rendere possibile il sogno di un’Italia unita e indipendente. Prosegue leggendo il giuramento della Giovine Italia, oggi pienamente realizzato, di uno stato libero e repubblicano. Giuliana Difranco ci racconta come sia nato il canto degli italiani, l’inno di Mameli, che la banda Diliberto esegue secondo la partitura originale. Ora si inserisce il dirigente della scuola, Carolina Taibi, che legge una lettera della prima guerra mondiale inviata alla famiglia dal tenente Pietro Mormino, uno dei suteresi che diede il proprio sangue sul fronte alpino, per l’unità della nazione.
La banda rende omaggio ai Savoia eseguendo, spiegandone anche le origini, la marcia reale e prosegue con una fantasia di canti del Risorgimento. Il filo viene seguito da due ragazzi della scuola che leggono una sintesi del racconto del milanese Gaetano Sangiorgio sui garibaldini ambientato nel Vallone, con protagonisti di Sutera e Mussomeli, Villalba e Vallelunga, Acquaviva e Cammarata.
La banda poi ci ricorda un momento particolare della nostra storia, il ventennio tra le due guerre, eseguendo Faccetta Nera, mentre i ragazzi della scuola leggono i temi che i loro coetanei degli anni Cinquanta avevano scritto sulle grandi figure del Risorgimento. Si alternano ancora canti della nostra storia e temi dei ragazzi del periodo di guerra.
Infine intorno alle 18,00 la preside dell’Istituto Comprensivo, accompagnata dal sindaco, inaugura la mostra sui 150 anni della nostra storia, sviluppata inizialmente sul tema dei contributi nazionali e locali all’unità nazionale e poi sulla nascita delle nostre scuole, che hanno cominciato ad operare nei nostri territori di Sutera, Milena e Campofranco a partire dal 1881. Molti i documenti esposti insieme a tante fotografie scolastiche dei nostri comuni. La preside Taibi ha personalmente condotto i visitatori lungo il percorso della mostra, illustrando il contenuto dei singoli pannelli ed il filo logico che lo ha messo insieme.
Mario Tona
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