Sutera, Lamentatori di Campofranco, Acquaviva e Sutera incontrano gli alunni


Sabato 9 aprile gli alunni delle scuole di Sutera, che fanno parte dell’I.C. Campofranco, hanno avuto la possibilità di ascoltare i lamenti in dialetto che il venerdì santo i lamentatori di Campofranco, Acquaviva e Sutera dedicano alla Madonna e al suo dolore. La pratica è antichissima, diffusa in larga parte della Sicilia, coinvolge fede ed emozioni tanto intense che non rinunciamo a mancare il venerdì santo dietro, o davanti, l’urna del Cristo morto e la statua della Madre. Il risultato è che nessuno conosce le strofe delle lamentanze cantate negli altri paesi. Fino all’anno scorso la provincia regionale ed i Fratelli Mancuso radunavano a Caltanissetta gruppi provenienti da tutta la Sicilia, talvolta anche da altre regioni e nazioni; manifestazione oggi defunta.
Limitatamente al nostro piccolo territorio, ci era rimasta la domanda se i paesi del Vallone avessero tradizioni uguali tra loro o diverse. La risposta è venuta durante l’incontro a scuola dei lamentatori di Acquaviva e della confraternita dello Spirito Santo di Campofranco, eretta nel Seicento, che ha indossato per l’ultima volta l’usato vestiario che sostituiranno con un altro da benedire a breve. La confraternita è anche impegnata a mettere su carta la tradizione orale religiosa del paese e a pubblicarla. Hanno fatto gli onori di casa i lamentatori di Sutera, un gruppo di giovani molto attivo e vicino alla parrocchia, che hanno anche cantato, in latino, il Popule Meo. Ogni gruppo ha contestualizzato il canto all’interno delle proprie usanze e del percorso della processione del venerdì santo.
Oltre ai gruppi di Acquaviva e Sutera, la preside dott.ssa Carolina Taibi ha presentato con emozione la Confraternita di Campofranco ed ha fatto da filo conduttore alla manifestazione, spiegando alcuni passaggi agli alunni più piccoli della scuola.
Abbiamo scoperto che il testo della Madonna che va alla ricerca del Figlio è praticamente simile fra i tre paesi, cambia se mai l’ordine di narrazione. Le melodie sono invece diverse, mentre è uguale la funzione del coro che rinforza con la sua voce la fine delle varie “parti” dei lamentatori. Ad Acquaviva viene cantata tutta, ad intervalli, nei luoghi-postazione fissati dalla tradizione. A Sutera si alterna con i canti delle donne, le musiche della banda, ma riprende solitamente daccapo generando, a lungo andare, incertezze di memoria sulle parti finali.
Il raduno è stato interessante, c’è stato confronto ma anche condivisione. Con spirito fraterno, usciti dalla scuola, i lamentatori dei vari paesi si sono fermati a cantare le lamentanze degli altri e a farsi reciprocamente da coro.

Mario Tona


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