La Polisportiva Sutera protagonista di una fiaba dal lieto fine

“C’era una volta” anzi “C’erano” i dirigenti di due squadre di calcio, che decisero di unire le forze: il Sutera ed il Chiaramontana di Mussomeli.

Questi dopo aver parlato con attenzione, decisero di creare una sola squadra attraverso la collaborazione fra le società: la Polisportiva Sutera, che dopo cinque anni poteva finalmente tornare a partecipare al campionato di terza categoria.

Ai giocatori di Sutera e Mussomeli se ne unirono altri di Campofranco, che andarono a rafforzare una rosa ben definita, a disposizione dell’allenatore Vladimir Valenza.

Una squadra appena nata, sulla carta, non poteva avere poi ampie pretese, ma questo non è il caso della squadra di cui vi sto raccontando: l'obiettivo di una stagione da affrontare in maniera apparentemente tranquilla, è diventato presto quello di centrare i play off. Perché sognare, in fondo, non costa nulla, e questo lo sapevano bene i giocatori ed i dirigenti della Polisportiva, così come sanno adesso che i sogni, a volte, si avverano…

Inizia tutto così, perché non c’è modo migliore di iniziare a raccontare una fiaba. Perché si tratta quasi di questo, quando un eroe, o in questo caso un’eroina, la Polisportiva Sutera, attraverso mille peripezie, riesce a tagliare il traguardo agognato contro ogni pronostico.

E proprio come tutte le fiabe, anche questa ha conosciuto un periodo buio da cui sembrava non esserci via di scampo. L’inizio di stagione è stato pessimo. Nonostante il Sutera mise in mostra fin da subito un buon gioco, i primi punti tardarono ad arrivare, in casa e fuori.

Sulla parola “Casa”, però, ci sarebbe molto da dire: dato che il campo sportivo di Sutera era in ristrutturazione, i ragazzi erano costretti ad allenarsi a Mussomeli o ad Acquaviva, dove poi giocavano le partite casalinghe. Così praticamente per tutto il girone d’andata, la Polisportiva fu costretta a giocare lontana dal proprio pubblico non soltanto in trasferta, ma anche in casa.

Poi, però, arrivò il primo punto, dopo una partita soffertissima contro lo stesso Acquaviva, e le cose cambiarono. Col senno di poi, un punto contro l’Acquaviva, che ha chiuso in coda alla classifica, non è stato poi così importante da portare a casa, eppure qualcosa fra i giocatori cambiò. Mutò l’atteggiamento della squadra, che nonostante l’inizio di stagione così stentato, decise di non abbandonare il proprio obiettivo.

E così, come ogni fiaba che si rispetti, iniziò la riscossa della protagonista. La Polisportiva Sutera iniziò a mettere in cassaforte i primi punti, cosa che divenne apparentemente più semplice quando, al termine dei lavori, il campo “La Silvia” di Sutera venne messo a disposizione della squadra. Ecco l’aiuto di cui la squadra aveva bisogno. Quest’ultima, qui, non perse neanche una partita, vincendole tutte, e anche in trasferta i primi risultati utili non tardarono ad arrivare. Persino il Santa Caterina, capolista della terza categoria, uscì sconfitta per 4 a 0 dal difficile campo suterese.

E così, al termine del campionato, la classifica vedeva la Polisportiva al secondo posto. L’obiettivo play off era stato raggiunto, ma adesso, ovviamente, si sperava di fare il salto di qualità, forti anche della possibilità di giocare le due partite in casa grazie al regolamento dei play off.

In seguito alla prima sfida col Mazzarino, al termine di un incontro soffertissimo, conclusosi per 2 a 1 ai supplementari, la Polisportiva riuscì a portarsi in finale.

Qui incontrò il suo antagonista per eccellenza, il Vallelunga, che aveva superato per 2 a 0 il Milocca nell’altra semifinale, nella difficile trasferta di Milena. La finale è combattuta, la Polisportiva soffre, va in vantaggio, ma viene raggiunta. Ai supplementari, però, Totò Malta, proprio come avvenuto col Mazzarino, appena entrato in campo mette in rete la palla della vittoria.

Il Sutera raggiunge così la seconda categoria, ecco che la fiaba si conclude con un lieto fine, il migliore che ci si poteva aspettare.

Adesso sta ai giocatori scriverne un’altra, questa volta nella categoria superiore, e anche per questo motivo sembra giusto rendere omaggio a tutti loro, i veri protagonisti…

Cominciamo dal portiere, Baldone, fin dalla prima partita sinonimo di qualità e sicurezza. Non è un caso che gli sia stato dato il soprannome di “Joe Freezer” per la sua capacità di congelare i risultati e mantenere la freddezza nei momenti più importanti. Decisivo.

Passiamo alla difesa, cominciando da Francesco Carruba, sempre presente e capace di gestire al meglio anche i palloni più difficili. Lotta per ogni pallone, senza arrendersi mai. Caparbio.

Iano Aratore, preciso sia in fase difensiva che in quella offensiva, non a caso, nonostante sia un terzino, risulta essere uno dei migliori marcatori della squadra. La sua aggressività e la sua esperienza sono state di grande utilità per tutti i compagni. Inarrestabile.

Carmelo Schillaci, centrale di qualità e letale nelle mischie all’interno delle aree avversarie. Oltre ad aver sbagliato ben poco in fase difensiva, anche lui, a discapito del ruolo in cui gioca, ha fatto comparire più volte il proprio nome nel tabellino dei marcatori. Onnipresente.

Gianluca Mistretta, sempre pronto a disimpegnarsi nella maniera migliore, facendo ripartire bene la propria squadra in contropiede. Sempre pronto a fermare gli attaccanti avversari senza commettere falli gravi o errori capaci di causare una rete avversaria. Roccioso.

Giuseppe Messina, arrivato nel mercato di Gennaio per concedere un’alternativa in più all’allenatore per quanto riguardava la retroguardia. Anche lui ha dimostrato di sapersi comportare bene sotto pressione e, quindi, in situazioni complicate. Provvidenziale.

Giuseppe Morreale, il regista, capace di servire alcuni dei palloni più utili agli attaccanti della propria squadra. Sempre all’altezza della situazione, ha avuto quasi la funzione di un secondo allenatore in campo nel corso delle partite. Capita che chi non appaia spesso fra i marcatori non venga considerato nella maniera che merita, per questo è giusto esaltare le doti tecniche espresse da questo giocatore. E’ stato da subito un punto di riferimento per tutti i compagni. Geniale.

Santo Padalino, nonostante sia uno dei più giovani in rosa, ha dimostrato di avere molta esperienza, scegliendo sempre le soluzioni migliori quando è stato chiamato in causa. Aggressivo quanto basta per mettere in difficoltà gli attaccanti avversari, si è sempre rivelato un ostacolo molto difficile da superare. Combattivo.

Salvatore Lombardo, il Capitano della squadra. Sulla maglia porta lo stesso numero del suo idolo di quando era bambino, il 6 di Franco Baresi, nonché anche dell’ultimo capitano del Sutera che ha vinto un campionato (Maurizio Grizzanti). Si fa valere in mezzo al campo, e la sua grinta è risultata sempre utile ai propri compagni di squadra. Nemmeno un infortunio grave è riuscito a fermarlo, se non per poche settimane. Preciso nel servire i compagni, e pericoloso in avanti. Ha dimostrato di meritare la fascia di capitano dalla prima all’ultima partita della stagione.  Trascinatore.

Salvatore Campanella, utilizzato poco dall’allenatore ma sempre capace di mettere in mostra giocate degne di nota. Un vero e proprio fantasista, capace di stupire gli avversari in modi sempre differenti. Sorprendente.

Giuseppe di Giuseppe, impiegato abbastanza frequentemente, si è sempre dimostrato rapido ad entrare in partita, mettendosi al servizio dei compagni di squadra. Corre e lotta in mezzo al campo, fungendo da centrocampista o trequartista a seconda delle necessità. Grintoso.

Domenico Lo Manto, ha iniziato la stagione da centrocampista, dimostrandosi abile nel ruolo assegnatogli, ed al rientro da un infortunio che l’ha tenuto fuori per parecchio tempo, è riuscito a farsi valere anche nel ruolo di punta. Versatile

Luca Schifano, quando è stato chiamato in causa si è sempre dimostrato all’altezza della situazione. Anche lui ha mostrato delle buone capacità tecniche che si sono rivelate utili ai compagni in più di un’occasione. Attivo.

Calogero Randazzo, apparso a volte irrequieto in mezzo al campo, è sempre riuscito a mantenere il sangue freddo. Ha creato grattacapi alle difese avversarie anche trasformando dei palloni apparentemente inutilizzabili in vere e proprie minacce per le porte difese da loro. Imprevedibile.

Pardi Calogero, anche il suo nome è apparso più volte sul tabellino dei marcatori, nonostante non abbia giocato moltissimo. Sempre pericoloso con la palla al piede, e capace di creare dei problemi seri alle retroguardie avversarie anche con delle azioni solitarie. Audace.

Salvatore Saia, autore di alcune delle giocate più spettacolari della propria squadra. E’ riuscito più volte a sorprendere i portieri avversari con delle conclusioni davvero pregevoli. Ottimo sia nel ruolo di trequartista che, in caso di necessità, in quello di punta. Sbalorditivo.

Nicolas Arnone, una spina nel fianco delle retroguardie avversarie. Corre per novanta minuti, pressando gli avversari e mettendoli in difficoltà o inseguendo palloni a volte imprendibili per chiunque, ma non per lui. Ha messo in mostra, oltre che buone capacità tecniche, delle ottime abilità realizzative. Instancabile.

Salvatore Malta, l’eroe dei Play Off, e non solo! Uno dei migliori realizzatori della propria squadra, dotato di un senso del gol a dir poco invidiabile. Descrivere un giocatore simile in poche righe è impossibile, per cui è meglio che siano i fatti a parlare per lui: contro il Vallelunga ha messo la palla in rete in meno di dieci secondi dal suo ingresso in campo, permettendo alla propria squadra di vincere la finale dei Play Off. Si era già rivelato provvidenziale nella semifinale dei Play Off con il Mazzarino, o nel corso della stagione. Letale.

Oltre a questi vanno citati anche dei giocatori che, nonostante abbiano avuto poco spazio a disposizione per mettersi in mostra, si sono comunque rivelati utili durante gli allenamenti o semplicemente facendo spogliatoio: Pietro Alongi, Vincenzo Alongi, Raimondo Pardi, Giovanni Calà, Calogero Malta, Fabio Licata, Michele Torquato, Fabio Arganello e Giuseppe Costanzo.

Va reso merito anche a Vladimir Valenza, capace di centrare il proprio obiettivo al suo primo anno da allenatore. Anche se le sue scelte, a volte, sono apparse abbastanza discutibili, ciò che è avvenuto sul campo in gran parte dei casi gli ha dato ragione. Sarebbe stato difficile sognare un debutto migliore del suo.

Non vanno dimenticati, inoltre, coloro che hanno lavorato dietro le quinte per permettere alla squadra di prendere parte al campionato di terza categoria nel migliore dei modi, cominciando dal presidente, Onofrio Difrancesco, e dal suo vice, Giuseppe Piazza.

Nel ruolo di coordinatore generale, troviamo Michele Landro, in quello di segretari e amministratori, Salvatore Alongi, Giovanni Landro, Vincenzo Bavado ed Enzo Schifano, mentre in quello di responsabile del settore giovanile, Salvatore Ippolito.

Oltre al mister Vladimir Valenza, all’interno dell’area tecnica il ruolo di D.S è stato ricoperto da Mario Gero Taibi, quello di Allenatore in seconda da Domenico Montagnino, e quello di Preparatore atletico da due giocatori, Salvatore Lombardo e Giuseppe Morreale.

Fra i collaboratori vanno inoltre citati Salvuccio Valenza, Lucio Ricotta e Calogero Saia.

La stagione della Polisportiva Sutera si è conclusa con la vittoria della coppa disciplina per il campionato di terza categoria, e la partecipazione al campionato di calcio a 5 Allievi, arrivando seconda nel proprio girone e vincendo anche la coppa disciplina relativa a questo torneo.

Parlare di lieto fine, forse, è stato prematuro. La fiaba, in fondo, non è finita, ma fra pochi mesi ricomincerà… In seconda categoria

Emanuele Alongi