Il vescovo Russotto spiega il Libro dei Salmi

La parrocchia Chiesa Madre di Campofranco, per iniziativa del parroco don Alessandro Rovello e del vicario parrocchiale don Bernardo Briganti, ha invitato il vescovo mons. Mario Russotto ad un incontro di esercizi spirituali nell’ambito della missione biblica indetta per il biennio 2011-2012.

Nel corso della sapiente riflessione che ha avuto luogo mercoledì 13 aprile 2011 mons. Russotto ha dato delle chiavi di lettura per la comprensione del Libro dei Salmi, che è stato consegnato alla comunità il giorno della solenne apertura del biennio, il 27 novembre scorso. In quella occasione, ad ogni parrocchia della diocesi è stato affidato il compito di approfondire un libro della Bibbia in modo che in questi due anni tutta la Sacra Scrittura sia oggetto di studio e di meditazione. Il titolo del biennio biblico tratto dal salmo 119, “Lampada ai miei passi è la tua Parola, luce sul mio cammino”, sottolinea appunto l’intento di mettere al centro della vita della diocesi la Parola di Dio: in quanto “Lettera di Dio alle sue creature”, secondo l’espressione di  s. Gregorio Magno, la comunità credente deve impegnarsi per raggiungere una intelligenza maggiore, una comprensione più autentica delle “Parole che non passeranno” dalle quali deve lasciarsi interrogare e nelle quali deve trovare fonte d’ispirazione per le scelte concrete nel quotidiano.

Il Vescovo ha parlato dei Salmi come dello specchio della vita in quanto raccolgono lacrime e sorrisi, gioie e dolori, sentimenti ed emozioni dell’uomo e della donna e tutto trasformano, anche i rumori della strada, in preghiera a Dio. Forte e nello stesso tempo consolatoria è stata per esempio l’affermazione che nei Salmi è preghiera anche il grido di chi impreca o chiede vendetta: conferma autorevole ai nostri umanissimi  perché… rivolti a Dio.

Della prolusione, interessante, dotta e, come mons. Russotto stesso ha ammesso, per certi aspetti un po’ difficile in quanto ricca di termini ebraici non sempre alla portata di un uditorio di non addetti ai lavori, mi sembra importante sottolineare:

- innanzitutto il concetto di “appropriazione” e cioè lo sforzo di immedesimarsi nella situazione descritta dal salmo anche se lontanissima dall’esperienza che l’orante sta vivendo in quel momento. Quindi pregare i Salmi diventa un mezzo per uscire fuori da noi, unirsi all’umanità che sta sperimentando quella condizione e cercare Dio.

- inoltre l’idea che essi sono “parole dell’uomo”, cioè preghiere che l’uomo ha composto in alcune circostanze che si è trovato a vivere, e contemporaneamente “Parola di Dio” e per questo motivo legittimamente inseriti nella Bibbia. L’apparente contraddizione è stata risolta in modo affascinante dal Vescovo che per spiegare il suo pensiero ha fatto ricorso a simpatiche espressioni dialettali che hanno suscitato il sorriso dei presenti: gli uomini non erano in grado di parlare a Dio, nella loro limitatezza non sapevano come rivolgersi al Creatore, ed allora è Lui che con i Salmi ha insegnato come fare, proprio come una madre col suo bambino, il quale impara da lei le parole che userà per esprimerle i suoi bisogni.

 Un risultato, certamente, la relazione del Vescovo lo ha prodotto: se tra coloro che ascoltavano c’era chi, come me, incominciava ad avvertire un calo di entusiasmo nella recita quotidiana di lodi e vespri, ha trovato nelle sue parole una rinnovata motivazione a pregare con i Salmi, le stesse preghiere con le quali tutto il popolo ebraico, Mosè, Maria, Gesù stesso si rivolgevano a Dio.

Lo studio sui Salmi che è stato oggetto della conferenza è stato stampato dalla parrocchia di Campofranco in un opuscoletto di una trentina di pagine: Mario Russotto “La vita in preghiera” - Introduzione alla lettura del libro dei Salmi -.

Concetta Scifo