Sutera, Primo Novecento

Quando le donne pianificavano l’emigrazione

Lo sostiene Linda Reeder nel libro Widows in Whithe, Migration and the Transformation of Rural Italian Women, Sicily, 1880-1920 (Toronto University of Toronto Press, 2003).

La ricercatrice americana ha studiato il fenomeno della emigrazione di fine Ottocento e primo Novecento in un paese siciliano, Sutera, giungendo alla conclusione che le madri e le mogli degli emigranti (chiamate Vedove Bianche) ebbero un ruolo attivo nel pianificare la partenza degli uomini e ed investire in terreni, case e attività commerciali le rimesse degli emigrati.

Per la ricercatrice, l’emigrazione non fu la conseguenza di una sconfitta, ma una opportunità da sfruttare, insieme alle contrattazioni sindacali, per  migliorare nel medio periodo le condizioni di vita e di benessere  nel territorio di partenza.

Tra il 1876 e il 1890 l’emigrazione in Sicilia era stata trascurabile, ma fra il 1901 ed il 1914 diventa un fenomeno di massa: il 13% della quota nazionale, il 28% del meridione. Nella prima fase le donne rappresentarono il 35 % dei migranti, nella seconda le donne aspettavano il ritorno dei loro uomini, periodicamente: tanto che nascite e matrimoni si concentrano soprattutto in determinati periodi dell’anno. Ed infine gli uomini tornarono a Sutera definitivamente, nella misura del 70 %.

Nell’ le mogli amministrano il capitale, frequentano le scuole serali per leggere le lettere dei mariti da sole, aprono attività commerciali, acquistano case e terreni. Si forma in Sicilia una classe di medi- piccoli coltivatori diretti (Giuseppe Barone).

“A Sutera tra il 1890 e il 1900 la percentuale di donne che acquista terra passa dal 21% al 53%. Tra il 1900 e il 1909, il numero dei suteresi che opera transazioni terriere sono 1.321 mentre nella decade successiva scendono a 1.071, anche a causa della spinta inflattiva che fa lievitare il prezzo delle terre. Dall'inizio del secolo al 1910, la percentuale delle donne che, invece, operarono transazioni nel mercato immobiliare aumentò dal 36% al 64%” (recensione P. Audenino).

“Il 60 per cento delle mogli degli emigranti …fra il 1900 e il 1920 acquistarono una casa con i risparmi dei mariti, e … (il) 16 per cento … costruirono nuovi edifici o aggiunsero un secondo piano a quelli già esistenti.” (P. Audenino).

Mario Tona