Nonò
Salamone chiude il 150° dell’Unità
Il 20 marzo le scuole di Sutera hanno chiuso l’anno del 150° dell’unità d’Italia ospitando il cantastorie Nonò Salamone. L’ospite è stato presentato agli alunni delle elementari e medie, riuniti nel corridoio del primo piano, dal dirigente della scuola dott.ssa Carolina Taibi.
Nonò ha
cominciato cantando una canzone popolare del 1848, Palummedda Bianca, che
rappresentava
La venuta di Garibaldi accese la fantasia dei siciliani ed ebbe una sua eco immediata nelle canzoni del periodo ed anche in seguito, registrando l’attesa e l’entusiasmo: “Vinni cu vinni e cc’è lu tri coluri, vìnniru milli famusi guirreri, vinni 'Aribaldi lu libiraturi”. Così si cantava, ricordando quegli anni, nel 1867. La gente confondeva il nome di Garibaldi con quello del re piemontese e con soddisfazione immaginava che ormai “Burbuni vinni ova, sa mogli baccalà”. Ma la speranza non durò molto, le condizioni dei contadini affamati e senza terra non cambiarono; in compenso vennero le tasse, il servizio militare obbligatorio, la delusione, i briganti. Tutto questo Nonò ha ricordato seguendo il filo delle canzoni popolari dell’epoca come “guvernu ‘talianu” o rievocando le gesta del brigante Gramigna.
La mattinata è proseguita sul filo storico-letterario parlando dei fatti di Bronte narrati da Verga e rivisitati dalla critica moderna, del racconto sui picciotti siciliani del Vallone scritto dal Sangiorgio negli ultimi decenni dell’Ottocento.
Infine Nonò ci ha parlato delle sue ultime fatiche, la stesura in versi del racconto di Dedalo e della sua venuta in Sicilia, che farà parte di uno spettacolo musicale ispirato agli dei del mito greco che egli stesso proporrà a breve ai visitatori della valle dei templi di Agrigento.
Nonò, che ringraziamo per la sua disponibilità a venire a scuola spesso e gratuitamente, ha concluso lo spettacolo alla sua maniera, con un paio di canzoni siciliane allegre e divertenti.
Mario
Tona