MONTEDORO.
E’ ritornato alla casa dei padri Alberto Tulumello, nato il 4 luglio
Ha
scritto importanti saggi su Karl Polanyi, Max Weber e Joseph Schumpter
dedicando molto studio ai modelli di sviluppo locale con riferimento
all’impatto dell’intervento della politica economica sulla dinamica
dell’economia siciliana. Appassionato docente ha contribuito alla formazione di
numerosi giovani studiosi, ricercatori e analisti specializzati nella realtà
economica siciliana.
Infatti ha diretto dei progetti di
ricerca per l’analisi del mercato del lavoro, l’emersione del sommerso, il
rafforzamento delle competenze strategiche e manageriali delle pubbliche
amministrazioni, per l’analisi del mercato del lavoro e del ruolo dei fondi
strutturali.
Ha pubblicato articoli in riviste specializzate e molti
libri tra i quali: “Lo sviluppo locale nel Mezzogiorno d’Italia Editore Bruno
Mondadori”; “Nero come il lavoro. Sommersi nell’ultima provincia d’Italia.
Editore Bruno Mondadori”; “I tempi e i luoghi del cambiamento. Editore Bruno
Mondadori (2008)“, “Professional cidadão: limites e possibilidades de uma
formação ética e solidaria(Economia di comunione)”. La sociologia economica del
Medio Evo (2007), Integrazione europea e sviluppo locale (Milano 2008) ecc.
Il Prof. Tulumello ha partecipato a tanti
convegni di natura economica, in varie città della Sicilia e a convegni di
studio presso diverse università italiane e straniere.
Si
trovava a Milano e, mentre si stava recando al Dipartimento di Sociologia e
Ricerca Sociale dell’Università Milano-Bicocca, insieme alla moglie, per
svolgere una relazione, nell’ambito del ciclo”Per rimetterci in piedi. Tasselli
di un programma per il paese”, ed illustrare il tema “ Sud e Nord: politiche di
sviluppo rivolte ai…luoghi”, alla presenza , tra gli altri, del Ministro per
la”Coesione territoriale” Fabrizio Barca, è stato colpito da un infarto
fulminante.
La sua salma è stata
trasportata a Palermo e i suoi funerali sono stati celebrati, il 25
aprile, nella Parrocchia di San Francesco di Sales, in Via Notarbartolo, da un
amico sacerdote, per, poi, essere traslato nel cimitero di Montedoro, nella
tomba di famiglia, dove riposano i suoi genitori, gli zii e i nonni.
La famiglia di Don Ludovico
Tulumello(1871-1940) sposato con Calogera Licata, grande proprietario terriero
e sindaco di Montedoro, dal 1914 al 1930, è stata generosa di figli:
Clementina, vissuta 77 anni, maestra; Giuseppina vissuta 28 anni, sposa di
Paolo Piccillo; Pietro, avvocato, vissuto 68 anni; Concettina, orsolina,
vissuta 80 anni; Carmelina, vissuta 80 anni; Carmelo, avvocato, vissuto 55
anni; Suor Maria Grazia, vissuta 77 anni; Giovanni, consigliere e assessore comunale, per tanti anni, vissuto
63 anni; Lucia, sposata con Michele Morreale, vissuta 82 anni; Beniamino,
insegnante, vissuto 67 anni. Una famiglia perbene che, in mille modi, veniva
incontro ai bisogni della povera gente lasciando, nella memoria collettiva, un
segno luminoso di onestà, correttezza e generosità. I suoi componenti sono
stati protagonisti della vita sociale, politica, religiosa di Montedoro del
‘900.
Don Ludovico Tulumello ha avuto due
fratelli sacerdoti: Don Giovanni(1869/1915) Vicario di Montedoro, fondatore
della Cassa rurale San Giuseppe nel 1904, gabellò l’ex feudo Rabbione per i
contadini di Montedoro, poeta e musicista; Don Calogero(1874/1934), cappellano
della Parrocchia di Montedoro, noto, come Don Caluzziàddru, per la sua attività
caritativa e di confessore, morto in odore di santità.
A Montedoro Alberto, insieme a Ludovico e
Rita, durante il periodo della fanciullezza, ritornava durante le vacanze
scolastiche, con i genitori, dalle zie e dagli zii, dalle cugine: Gigina, Lillina
e Rosa Maria; faceva amicizia con i coetanei, frequentava la campagna di
Marcello e di Bonacconti della famiglia e se ne ritornava a Palermo col cuore
colmo di gioia, aspettando con ansia la prossima estate. Col passare degli anni
l’amore verso il paese si è molto radicato nel suo animo tanto da esprimere il
desiderio, in punto di morte, alla moglie, di essere seppellito a Montedoro
nella tomba della sua famiglia.
Era un uomo che non si perdeva mai di
coraggio anche nelle situazioni difficili,
era sempre col sorriso sulle labbra ed incoraggiava tutti quelli che si
relazionavano con lui, aveva una visione ottimistica del mondo, credeva
nell’uomo, era convinto che, se ognuno
facesse con impegno la propria parte, nel lavoro, nella scuola, nei sindacati,
nei partiti, nelle istituzioni, nella società,
la situazione sarebbe migliorata. E per questo si è speso
nell’insegnamento e nella società. Nella memoria di quanti lo hanno conosciuto
Alberto rimarrà una persona buona, desiderosa di spendersi culturalmente e
professionalmente per gli altri, disponibile con tutti, che ha studiato,
insegnato e scritto, per rendere
migliore la nostra società. Grazie Alberto.