Sutera, in processione l'antica statua restaurata della Madonna del Carmelo
Al grido di "Viva la Madonna di lu Carminu!" la patrona di
Sutera, Maria SS. del Monte Carmelo (in aramaico
“giardino”), il più bel fiore del giardino di Dio,
la “Stella Polare” del popolo cristiano, ha riacquistato il
suo giusto ruolo all’interno della comunità.
Da lungo tempo i festeggiamenti in onore della Patrona avevano luogo la
penultima domenica di agosto e non il sedici luglio, come da
calendario, per favorire la partecipazione degli emigrati che,
però, negli ultimi anni sono presenti in paese in
particolare tra la fine di luglio e la prima quindicina del mese
successivo.
La devozione popolare nei confronti della Vergine Maria a Sutera
è corale ed ha valore socio-religioso, poiché le varie
Celebrazioni liturgiche sono sempre accompagnate dal rullo dei tamburi,
dalla banda musicale, dalle luminarie e dai fuochi d’artificio.
Quest’anno i festeggiamenti in onore di Maria del Carmelo sono
stati caratterizzati da un entusiasmo ed una gioia particolari che
hanno alimentato la devozione mariana ed hanno favorito la
partecipazione attiva ai vari momenti programmati per i giorni 14, 15 e
16 luglio.
Grazie all’impegno dell’Arc. P. Francesco M. Miserendino ed
alla collaborazione dell’intera comunità locale il gruppo
scultoreo, costituito dalla Madonna del Carmelo, il Bambinello e S.
Simone Stock, che da decenni era in stato di abbandono nella piccola
sacrestia della chiesa di S. Francesco, è stato affidato alla
maestria della prof.ssa Ivana Mancino per essere sottoposto ad una
lunga e faticosa opera di consolidamento e restauro pittorico.
L’opera d’arte in legno del XVI secolo nella tarda
mattinata del 14 luglio è stata riconsegnata ai fedeli, che
l’hanno accolta con sincere manifestazioni di gioia, non solo per
la bellezza, la delicatezza e lo splendore dei soggetti rappresentati
ma anche perché è tornata alla luce una ricchezza di cui
molti non erano a conoscenza.
Maria ha i capelli ed il foulard in oro, il velo corto caratteristico
della tradizione palestinese, il manto stellato, simbolo della sua
verginità, bagnato nell’argento e le maniche del vestito
decorate con motivi floreali tipici del 1500. Ella poggia i suoi piedi
sul Monte Carmelo, luogo dell’Alta Galilea (Israele) dove il
profeta Elia raccolse una comunità di uomini in difesa della
purezza della fede in Dio contro i sacerdoti del dio Baal (vd. Primo
Libro dei Re dell’A.T.), dove la Tradizione afferma che la sacra
Famiglia sostò tornando dall’Egitto e dove si stabilirono
poi delle comunità monastiche cristiane. Da esso emergono tre
angeli e fuoriesce una ben evidente falce di luna, che indica il
dominio di Maria su tutti i tempi.
La Mamma Celeste è rappresentata nel momento della consegna
dello scapolare o abitino (due pezzi di stoffa di saio uniti da una
cordicella che si appoggia sulle scapole), che presenta
l’anagramma di Maria e quello di Gesù Cristo, Salvatore
degli uomini, a S. Simone. Il religioso inglese, che il 16 luglio
1251 ha avuto una visione della Madonna, che gli rivelava il privilegio
dello scapolare ("Chi morirà indossandolo, sarà salvo!"),
indossa il tipico abito carmelitano, ossia il saio marrone ed il manto
color avorio (pare che in origine detta statua fosse in argento). Il
Santo è posto su uno scannello piuttosto basso. La base
originale riportava lo stemma dei carmelitani ed oggi è
conservata presso l’archivio della chiesa.
Il 15 luglio, all’inizio della Celebrazione Eucaristica,
presieduta da S. E. Mons. Mario Russotto, alla presenza delle
autorità e del Sindaco, Gero Difrancesco, l’Arc. P.
Francesco ha presentato all’intera comunità il gruppo
scultoreo, sottolineando che tutti i fedeli di Sutera fanno parte della
Confraternita dello Scapolare, poiché in occasione della prima
ricorrenza della Madonna del Carmelo, successiva al battesimo di
ciascun neonato, la famiglia lo consacra a Maria e si impegna ad
educarlo alla fede nell’imitazione della Mamma Celeste, ossia
vivendo la fedeltà a Dio con lo spirito della Regina del cielo.
Lo Scapolare, infatti, è segno dell'amore di Maria, riflesso
della bontà e della misericordia della SS.ma Trinità e
l'impegno cristiano è risposta a tale amore. Nel corso
dell’omelia il Vescovo ha, poi, invitato i fedeli a meditare
sull’amore che caratterizza la SS.ma Trinità e che
coinvolge Maria a tal punto da formare una Quaternità. Maria,
quindi, non può che essere il nostro modello, la nostra stella
che risplende della luce riflessa da Dio.
Molto toccante è stato il momento dell’incoronazione di
Maria e del Bambinello per mano del nostro Pastore con corone di rame
bagnate nell’argento, caratterizzate da motivi floreali e
risalenti al 1700.
La Celebrazione Eucaristica, molto partecipata, è stata
seguita da un Convegno sul restauro del gruppo scultoreo, tenuto dalla
stessa restauratrice che ha permesso il ritorno dell’opera al suo
originario splendore. Nel corso dello stesso la relatrice ha promesso
il suo personale impegno in ulteriori studi al fine di individuare
l’autore delle statue.
Il lunedì, 16 luglio, il gruppo scultoreo è stato portato
in processione per le vie del paese dall’intera comunità
preceduta dagli amministratori e dalla banda musicale in un devoto
clima di preghiera. Nella piazza principale, ancora una volta, sono
stati affidate alla protezione di Maria persone vicine e lontane e,
poi, nello spiazzo antistante la chiesa del Carmelo la gioia della
popolazione è stata resa manifesta anche attraverso botti e
colorati giochi d’artificio. Infine le statue sono state
collocate nella nicchia centrale del tempio sacro del Carmelo tra
numerose stelle e angeli in festa da dove continua a indicarci la
strada che porta alla santità. Viva Maria, Regina della pace!
Carmelina Sanfilippo