Sutera, festa demanialità 2013
Inaugurati il museo etnoantropologico ed una mostra, conferite le civiche benemerenze
Domenica 3 marzo 2013 è stata una giornata ricca di iniziative
confluite nella celebrazione della festa della demanialità.
Nel primo pomeriggio nei locali al pianterreno del convento del
Carmine, accanto al ristorante Civiletto, è stato inaugurato il
museo etnoantropologico del Comune. Moltissimi cittadini hanno voluto
assistere alla cerimonia di apertura di un museo nato come
realtà scolastica, poi rilevato dal Comune con un accordo
stipulato con la scuola ed infine allestito con la collaborazione di
docenti universitari e della sopraintendenza, professori e studenti del
luogo, artigiani e contadini, casalinghe, che sono stati donatori e
prestatori d'opera gratuita, ed utilizzando un contributo regionale
ottenuto dalla amministrazione comunale. I locali già da soli
costituiscono una straordinaria attrazione: sono le stanze, il
corridoio ed il chiostro di quello che fu il terzo convento dei
carmelitani di Sicilia. Gli attrezzi di lavoro (agricoltura e
pastorizia, appartenuti a fabbri e falegnami, calzolai, canalari e
muratori, sono stati esposti lungo il lato sinistro del corridoio,
lasciando libero il lato destro che si affaccia sul chiostro,
permettendo all'occhio di seguire le arcate che si affacciano
sull'antico cortile interno. Due stanze sono state adibite alla
ricostruzione degli ambienti di casa: in una sono stati esposti gli
attrezzi di lavoro delle donne per mangiare (maidda, la "sbrìa",
torchi per la pasta) e per vestirsi (telaio da ricamo, pila per lavare,
cardalana, cardalino); l'altra ricostruisce la camera da letto di un
burgisi, con cascia, naca, culla ottecentesca in ferro battuto, armadio
ad incastro e antichi vestiti, lavabo in marmo. Altre due stanze
ospitano una collezione di immagini devote che i suteresi mettevano in
camera da letto o in cucina, e documenti od oggetti che riguardano
momenti importanti della vita nazione e locale, dai garibaldini in poi.
Infine il museo custodisce molti documenti originali della prima e
seconda emigrazione (cominciata alla fine dell'Ottocento e ripresa dopo
la seconda guerra mondiale), a cui fa seguito un'ultima stanza dedicata
alla storia della nostra scuola. C'è anche una piccola raccolta
di divise militari della prima guerra mondiale, qualche camicia nera
del tempo di Mussolini. Nell'atrio è stato collocato un
touchscreen che permette di visualizzare un percorso interattivo, con
notizie supplementari sul museo, il paese, feste ed eventi.
Subito dopo, nei piani superiori dello stesso convento che ormai ospita
il museo, è stata inaugurata la mostra di arte grafica e
fotografia messicana curata da Juan Esperanza. Le foto, bellissime, ci
fanno conoscere monumenti ed angoli tipici, momenti di vita quotidiana
di Città del Messico. Scorre a parte una serie di litografie,
acquetinte, acqueforti, puntasecca ecc. di artisti contemporanei
messicani e dello stesso Esperanza, che ci restituiscono l'immagine di
una città cosmopolita, aperta a tutte le tendenze dell'arte
contemporanea .
Poi le manifestazioni si sono spostate in piazza Sant'Agata,
nell'auditorium comunale, per l'assegnazione delle civiche benemerenze.
Quest'anno il riconoscimento è toccato al Convitto Nazionale,
quale istituzione collettiva con sede a Palermo, Catania ed altre
città, che ha ospitato qualcosa come 90 giovani suteresi che
hanno potuto così studiare e raggiungere un diploma, spesso
anche una laurea, in tempi in cui la diffusione delle istituzioni
scolastiche nel territorio era estremamente limitata. Senza questa
opportunità l'avvenire di molti suteresi sarebbe stato molto
diverso, sicuramente meno gratificante, probabilmente più
povero. L'uomo che è riuscito ad assicurare un posto a tanti
ragazzi nei vari convitti dell'isola, influendo significativamente sul
tenore di vita a lunga scadenza del paese, è stato il rettore
Antonino Carruba, alla cui figlia Annamaria il vicesindaco Nino Pardi
ha offerto un mazzo di fiori. Un ritratto del rettore è stato
tracciato da un ex convittore, il nostro sindaco Gero Difrancesco, che
il giornale pubblica a parte integralmente.
Al tavolo degli oratori siedevano: Marco Mantione, suterese, attuale
rettore del Convitto Nazionale di Palermo dopo esserne stato studente,
che ha ricevuto la targa ricordo; il presidente della associazione ex
convittori di Catania Flippo Galatà, a cui è stata
consegnata una pergamena; ed il presidente del Tar Palermo Nicola
Monteleone che ha rivisto molti suoi ex "ragazzi" dopo ..... trentanni!
Lui è stato abbastanza facilmente riconosciuto, ma i ragazzi
erano troppo cresciuti e maturati. Di lui hanno un buon ricordo
soprattutto i più piccoli e monelli, quando a dieci anni era
facile cedere alla nostalgia e desiderare la famiglia lontana.
Come si può capire ci sono stati momenti intensi di commozione e
ricordi, continuati poi da Civiletto davanti ad un pasto veloce. Sono
state rese testimonianze da vari ex convittori e convittrici, queste
ultime del Maria Adelaide di Palermo: Mario Difrancesco, Onofrio Nola,
Franco Pillitteri (letta da Piero Carruba), Fru Pardi, Lucia
Maniscalco, Rosario Aiosa, ex istitutore. Gero Ferlisi e Totò
Grizzanti hanno letto rispettivamente le preghiere del mattino e della
sera. Una testimonianza esterna è stata quella di Angelo
Montalto, allora studente ad Agrigento che aveva occasione di
confrontarsi con i convittori durante le vacanze estive o natalizie.
All'appuntamento non ha voluto mancare anche qualcuno che oggi risiede
parecchio lontano.
Molto visitata, e commentata, la mostra di lettere e foto del periodo
di frequenza come convittori, che ha fatto da cornice alla cerimonia e
che, se pure in bianco e nero, mantenevano intatti i colori della
giovinezza.
Complessivamente una giornata che per tanti versi ricorderemo a lungo.
Mario Tona