Uomini e miniere, mostra e convegno de “La Casa Sicilia” a Grugliasco
Nella splendida cornice settecentesca di villa Boriglione e del parco Le Serre, l'Associazione La Casa Sicilia ha allestito la mostra Uomini e Miniere, giunta quest'anno alla decima edizione. La mostra, inaugurata il 19 gennaio scorso, ha offerto ai visitatori una collezione di minerali, attrezzi di lavoro, foto d'epoca, quadri e filmati sulla vita delle miniere, anche un plastico della miniera Trabia Tallarita, la più grande miniera di zolfo aperta in Sicilia, tra Riesi e Sommatino.
Non è un mondo che appartiene solo al passato. Il lavoro in miniera, che ha avuto il suo massimo sviluppo tra la fine dell'Ottocento ed il primo Novecento, è venuto meno negli anni Sessanta ed è stato del tutto abbandonato alla fine degli anni Settanta, un tempo non proprio lontanissimo. Pertanto alla documentazione oggettiva della mostra si affianca la testimonianza diretta dei sopravvissuti e indiretta dei figli o nipoti che l'hanno raccolta; la mostra è stata l'occasione e il luogo dove questo scambio generazionale di conoscenza e comprensione è avvenuto ancora. Ma le miniere si ripresentano col volto della attualità in altre parti del mondo dove si rinnovano sofferenza e tragedie (Cile, Cina, Sierra Leone). E c'è la lotta per la salvaguardia del posto di lavoro nelle miniere di carbone della Sardegna, per molti mesi raccontata dai giornali e dalla televisione, poi sovrastata dalla campagna elettorale.
Ci ha pensato La Casa Sicilia a riaccendere l'attenzione sul Carbosulcis due settimane dopo la mostra, il 27 gennaio, nel convegno presso l’auditorium di viale Radich sempre a Grugliasco, “Lotte di ieri, lotte di oggi”, il cui legame con la mostra era evidente. L'argomento è stato introdotto dalla presidente dell'associazione, Silvana Bonfiglio che ha ricordato come la "missione" di La Casa Sicilia sia quella di tutelare e far conoscere il territorio, la storia ed il patrimonio culturale della Sicilia, mettendoli in relazione con altri luoghi, storie e tradizioni. Un confronto, insomma, che arricchisce. Poi è stata la volta del sindaco di Grugliasco, Roberto Montà, che ha avuto parole di apprezzamento per il ruolo assunto nel territorio dalla associazione e di preoccupazione per le difficoltà del lavoro, fonte di insicurezza e mortificazione della dignità dell'uomo. Ed infine è intervenuto il consigliere comunale di Carbonia, Massimo Usai, a rappresentare le lotte dei lavoratori della miniera di Nuraxi Figus, con le loro proteste estreme. Il rapporto tra l'associazione ed il bacino carbonifero sardo si è andato consolidando nel corso degli anni.
Il convegno è poi proseguito con la proiezione di alcuni spezzoni del documentario "A pirrera" di Antonio Bellia, scelti da Mauro Fugetto, e la testimonianza di un ex minatore della miniera Trabia Tallarita, un signore ottantenne, oggi residente a Grugliasco. Antonio Bellia racconta del bacio che dava alla moglie ogni giorno prima di scendere in miniera, e non si capiva mai se fosse un bacio d'amore o un bacio di addio. Questo dubbio potè scioglierlo solo quando è salito al nord per trovare un nuovo lavoro.
Gli interventi proseguono con l'assessore al lavoro ed al welfare Anna Maria Cuntrò ed il consigliere provinciale Angela Massaglia, seguito dal presidente della provincia di Torino Antonio Saitta: un uomo di Sicilia trapiantato in Piemonte, al suo secondo mandato, dopo essere stato anche consigliere regionale.
La chiusura è tutta dei lavoratori del Carbosulcis. Luciano Macrì riassume la storia delle miniere sarde, dalle origini al fascismo e al dopoguerra. I minatori siciliani le lasciarono con sollievo negli anni Settanta, quelli sardi vi sono fortemente attaccati, per il ruolo di traino per tutta l'economia locale. Si sente l'orgoglio di Sandro Mereu di continuare lo stesso mestiere del padre e del nonno, e la speranza di avere ancora un futuro con l'utilizzo come energia di un carbone pulito rispetto a un petrolio che inquina.
L'evento Uomini e Miniere è stato coordinato dal consigliere comunale della città di Grugliasco Sanfilippo Serafino Gianni, che è anche membro del direttivo dell'associazione.
La Casa Sicilia con queste azioni unisce l'Italia, rafforza un sentimento identitario, si è ritagliata il ruolo di agenzia formativa ed informativa che sa dialogare con enti, istituzioni e singoli cittadini.