Personaggi di storia locale
“La za Gisuzza” nata a Milocca l’8 aprile 1913 da Tona Giuseppe Maria nato a Sutera nel 1874 e da Bencivenni Assunta nata a Milocca nel 1884, all’età di otto anni va a scuola che frequenterà fino alla seconda elementare , non ha potuto completare la classe terza perché sua madre lavorava ed è venuta a mancare all’età di trent’anni .Il nome viene dalla nonna Gesua Vitellaro. Le piaceva studiare matematica ( difatti il figlio Tommaso riporta questo talento così come la figlia Pina per le lingue),la scuola era dislocata tra piazza Garibaldi lu chianu di la chiesa e l’attuale piazza Europa; ricorda gli insegnanti La Paglia di Caltanissetta, lu parrinu Palumbo dottore in teologia dogmatica , le compagne di scuola e che allora vigeva l’insegnante unico. L’adolescenza corrisponde al 1930 , vissuta con grandissima responsabilità per i doveri da compiere e per la povertà , il suo motto è stato unni ci va la pampanedda nun ci va la muddichedda, la sorella adulta(Teresa Giuseppa) doveva amministrare casa e lei piccolina si prendeva cura del padre e dei fratelli Giovanni e Salvatore. Andava a comprare il tabacco mettendo da parte un uovo, si preoccupava della raccolta delle verdure spontanee, in campagna, la spigolatura di mandorle , la sulami, di olive, di spighe, di fave. Le due sorelle erano conosciutissime per questo e per svolgere i lavori di campagna come la pisatura, la mietitura, la produzione della scebba. Fa ricordare “La Mennulara “della conterranea Susanna Agnello Hornby , al servizio della famiglia,amministratrice dei beni d’essa, cardine centrale sia dal punto di vista affettivo che economico, come la protagonista del romanzo. Rammenta la genealogia, i parenti , i cugini, li fratiaddi, gli intrecci familiari, in particolare la famiglia Cipolla. Ha coltivato buoni rapporti con tutti senza essere invasiva anche se socievole, determinata, cocciuta, obbiettiva senza fronzoli, buona ma con intelligenza. Ha cercato di trasferire il suo credo nello studio sul figlio( la sveglia veniva data col martellamento dello studiare) ma non sulla figlia perché donna, educando il figlio fino ai venti anni al lavoro nelle vacanze di scuola come una sorta di culto. Emerge una visione sacrale della famiglia coi valori come il rispetto, il lavoro, il risparmio; la famiglia come ancora di salvezza, come se incarnasse la laboriosità delle donne di Milocca con spirito di sacrificio, di abnegazione nella durezza della vita che si incastona in un contesto storico che ha visto il succedersi di avvenimenti eccezionali : la grande guerra; la seconda guerra mondiale; gli sconvolgimenti politici del vecchio continente. Non è difficile immaginare che se le condizioni economiche e sociali attuali , malgrado tutto, sono nettamente migliorate , ciò è dipeso anche da quello che hanno saputo fare le passate generazioni come quella di Gesua Tona, non una vera e propria biografia questa, ma spigolature di una vita vissuta molto intensamente ,sviluppatasi per intero nel secolo breve , con condizioni di vita difficili pure per la particolare natura geofisica del paese.
Si può appieno dire che ha svolto tre tipi di lavoro : agricolo; industriale ovvero commerciale, comprava e vendeva frumento, raccoglieva ciò di cui le famiglie del villaggio potevano disfarsi per il frumento e per terzo ma primo familiare. Su un libretto annotava il pagamento dei clienti del quale era incaricata la figlia ,recluta delle regole dell’economia. Madre, mennulara, commerciante e casalinga.
Nel 1946 a trentatre anni contrae matrimonio con Palumbo Carmelo col quale concilia la sua famiglia paterna cui fino ad allora si era occupata con quella formata continuando a servire suo padre (quando non c’erano pensioni) dando alla luce i figli Pina e Tommaso i quali oggi possono affermare che ciò rispecchia il servizio che loro stanno facendo per lei. La figlia sposerà Gioacchino Scibetta e daranno alla luce Angela e Miriam Milena. Presente alla nascita della prima nipote Angela , affrontò il viaggio in Francia nell’agosto del ’67 e fino al 14 settembre, fu presente al parto . Per la seconda nipote non fu possibile ma Miriam le ha dedicato molto tempo di assistenza. La figlia dice ,si avvia ai 100 anni con l’affetto della famiglia.
E’ col supporto del marito in tacito accordo che la sposa Gesua aiutava suo fratello Giovanni indigente quasi a mantenere due famiglie. L’emigrazione in America di fine ‘800 ed inizi ‘900 ha interessato la famiglia dello sposo.
Il figlio ricorda che quando la scuola media aveva sede nell’attuale municipio , si organizzò una manifestazione per l’acqua, dove ora ha sede l’ufficio anagrafe e lei era alla testa del corteo di donne , fa pensare alla cosiddetta rivolta delle donne , fa pensare a certe caratterizzazioni femminili riportate dall’antropologa statunitense Charlotte Gower Chapman , che oggi sarebbe orgogliosa di questo esempio ,l’americana della quale sentì parlare nella sua adolescenza.
Quando approntiamo la nota biografica è la vigilia di Pasqua 2013 che si rivela foriera di visite. L’assistente sociale porta una cartolina di auguri dove è stampato un pensiero che sembra tessere le fila vitali della festeggiata : “ La Pasqua è la festa di chi crede nella bellezza dei piccoli gesti e di chi sa che la vita sa stupire oltre ogni aspettativa “. Segue la telefonata del figlioccio Gioacchino di Serradifalco che la zia promette di andare a trovare dopo aver fatto una serie di domande li carusi di Serradifalco come fossero suoi figli. Tutti i nipoti sono considerati come figli tramandando ciò ai propri figli ed alle nipoti. Una testimonianza la definisce “ donna di carità”, l’arriparu come sotto il manto di Maria , il nucleo centrale della famiglia, la madre di tutti.
La tradizione religiosa orale e orante è tutta presente in lei.Ha sempre considerato l’esistenza nella sua piena dimensione religiosa popolare e trascendente. Nelle visite ricevute ha valutato in positivo la ricorrenza, la festa, ed ecco il senso della robba. Ha ricevuto il sacramento della comunione( come regolarmente ogni settimana) dal ministro straordinario per la zona.
Durante la Visita Pastorale del 2006 il giovedì 25 maggio ha avuto a casa la presenza di Mons. Mario Russotto Vescovo di Caltanissetta che nella lettera alla comunità del 30 giugno 2006 scrive: “ Il tutto nel frammento : così può definirsi la variegata realtà di Milena (…). Nei villaggi ho trovato tanta fede e un forte attaccamento alle proprie radici”.
Occorre ricordare che il centenario cade nel 90° dell’Autonomia Comunale.
A conclusione gli auguri della nipote Angela e famiglia: “I migliori auguri dal profondo del cuore alla mia amatissima nonna ! Continua a brillare e a regalarci la tua luce ! ti vogliamo bene , Angela, Catherine e Michael” e della nipote Miriam “100 anni fa hai sorriso al mondo per la prima volta. Ancora oggi il tuo sorriso e il tuo amore illuminano tutti coloro che ti vogliono bene. Sei il nostro esempio di vita e la nostra fonte di saggezza. Tanti auguri di cuore nonna”.
Auguri che valgono per ciascuno alla nonna che può considerarsi di ognuno.