“La Parola”
Cristo Unico intercessore
“C’è un solo Dio e anche un solo Mediatore
tra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, che ha dato Se stesso
come prezzo per il riscatto per tutti” ( Paolo a Timoteo 2:5, 6).
Come una volta all’anno il sommo sacerdote, lasciando fuori il
popolo, entra nel luogo dove sta il propiziatorio con i cherubini su di
esso. Entra nel luogo dove c’e l’arca dell’alleanza e
l’altare dell’incenso. Dove a nessuno è
permesso entrare fuorché al Pontefice. Ora se consideriamo
che il nostro vero Pontefice, il Signore Gesù Cristo, vivendo
nella carne, durante tutto l’<<anno>> stava col
popolo, quell’<<anno>> di cui egli dice: il Signore
mi ha mandato a predicare la buona novella ai poveri, a promulgare un
<<anno>> di grazia del Signore e il giorno di remissione
(Cfr. Lc 4, 18-19) noi possiamo notare che una volta sola in
quest’anno, nel giorno cioè dell’espiazione, entra
nel santo dei santi, e il che significa che, eseguito il suo compito,
penetra nei cieli e si pone davanti al Padre per renderlo propizio al
genere umano, e per pregare per tutti quelli che credono in Lui.
Conoscendo questa sua propiziazione con cui rende il Padre benevolo
verso gli uomini, l’apostolo Giovanni dice: <<Questo dico,
figlioletti miei, perché non pecchiamo. Ma se anche siamo caduti
in peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre, Gesù Cristo
giusto, ed è egli stesso il propiziatore per i nostri peccati
(Cfr. 1 Gv 2,1) Anche san Paolo ci ricorda questa propiziazione quando
dice di Cristo: <<Dio lo ha posto quale propiziatorio nel sangue
di lui mediante la fede (cfr. Rm 3, 25).
Perciò il giorno della propiziazione durerà per noi fino
alla fine del mondo. Detto questo possiamo allora con certezza asserire
che Gesù sta davanti al Padre e intercede per tutti gli
uomini che credono in lui, di ogni razza e di ogni tempo.
Gesù dice: “Io e il Padre siamo uno... e poi “
Padre, Ti ringrazio perché Io so bene che mi esaudisci
sempre”... e ancora: “Qualsiasi cosa chiederete al Padre
nel Mio Nome, Lui ve la darà” (Vangelo di Giovanni 10:30;
11:41, 42; 16:23). Da quanto abbiamo visto in questi versetti del
Vangelo di Giovanni si evince con chiarezza che Gesù ha la
certezza che il Padre ascolta sempre la sua preghiera, perché il
Padre e il Figlio Gesù sono una cosa sola e quello che vuole il
Figlio lo vuole anche il Padre. Allora il chiedere del Figlio non
è altro che fare la volontà del Padre. E se Dio conosce
già la nostra preghiera prima ancora che noi la esprimiamo e la
esaudisce tanto più ascolterà la preghiera del Figlio
perché così sarebbe soltanto realizzare la sua
volontà espressa nella volontà del Figlio. Il Figlio ci
ha detto che anche la nostra preghiera fatta nel suo nome è
accolta ed esaudita dal Padre “ Chiedete e vi sarà dato;
cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto” (Matteo
7,7) e in Lc 11,9 dice ancora: “ Ebbene io vi dico:
Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi
sarà aperto ”La nostra preghiera fatta con fede nel Suo
Nome è accolta dal Padre perché è Lui che prega in
noi, con noi e per noi.
Gesù allora sta sempre davanti al Padre e anche noi che formiamo
il corpo mistico di Gesù siamo con lui davanti al Padre
per la potenza dello Spirito Santo che è in noi.
Leggiamo nel verso seguente a Tm 2, 5-6 : "Uno solo, infatti, è
Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini. l'uomo Gesù
Cristo, che ha dato se stesso in riscatto per tutti" Nota:
"...uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Gesù
Cristo", "l'UOMO Gesù Cristo", non "DIO Gesù Cristo" ma
"l'UOMO", perché l'uomo e non Dio? Leggendo ancora comprendiamo
meglio: "che ha dato se stesso in riscatto per tutti". Quindi Paolo in
sostanza a Timoteo scrisse che tutti gli uomini dovevano arrivare alla
conoscenza della verità che era la seguente: "Uno solo è
Dio e uno solo è quello che ha mediato fra Dio e gli uomni dando
se stesso, facendosi crocifiggere, per vincere la morte, il peccato,
quindi dando se stesso per riscattare tutti noi, l'uomo, l'uomo
Gesù Cristo". Per cui Gesù è l'unico mediatore,
nel senso che mediato, si è interposto come uomo, fra Dio e gli
uomini per salvarci dalla morte con la sua crocifissione. Quindi unico
mediatore, non c'è stato, non c'è e non ci sarà
allo stesso modo di Cristo Gesù perché nessuno si
farà crocifiggere per vincere la morte e salvarci. In
questo senso, e non nel senso che nessuno può essere
mediatore presso Dio per chiedere delle grazie per gli altri, e gli
altri per noi, poichè questa è una cosa gradita e bella
al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli
uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità.
Come vedete, cari fratelli, questo verso è citato male, per
dimostrare che non possiamo o non possono chiedere a Maria o ai Santi
di intercedere per noi, le Sacre Scritture non proibiscono affatto
questo, e in quel verso non parla affatto di preghiere. Si può
tenere in considerazione quanto segue: Cristo è roccia,
figlio di Dio, sacerdote, santo, buono, giusto, capo, maestro,
mediatore ecc.....per essenza propria, in senso assoluto, mentre taluni
uomini lo possono diventare il senso derivato da Cristo, per
partecipazione, in funzione di lui.
Ecco dunque perchè si attribuiscono quei termini anche agli
uomini che agiscono in nome e per conto di Cristo come facenti le sue
funzioni, alcuni come sacerdoti, altri come maestri e padri, altri come
capi, sempre e solo grazie al fondamento che è e resta solo
CRISTO, senza del quale nessuna di quelle funzioni avrebbe senso
nè motivo di essere, nè alcun fondamento. Occorre
dunque discernere bene nella Scrittura l'uso dei termini in senso
assoluto da quelli di senso relativo. Ora potranno risultarci
più chiari i seguenti paragrafi del nuovo catechismo a proposito
dell'uso scritturale del termine unico mediatore attribuito a Cristo:
La croce è l'unico sacrificio di Cristo, che è il solo
"mediatore tra Dio e gli uomini" ( 1Tm 2,5 ). Ma, poiché nella
sua Persona divina incarnata, "si è unito in certo modo ad ogni
uomo", [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, egli offre "a tutti la
possibilità di venire in contatto, nel modo che Dio conosce, con
il mistero pasquale" [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 22]. Egli
chiama i suoi discepoli a prendere la loro croce e a seguirlo, [Cf Mt
16,24 ] poiché patì per noi, lasciandoci un esempio,
perché ne seguiamo le orme [Cf 1Pt 2,21 ]. Infatti egli vuole
associare al suo sacrificio redentore quelli stessi che ne sono i primi
beneficiari [Cf Mc 10,39; Gv 21,18-19; Col 1,24 ]. Ciò si compie
in maniera eminente per sua Madre, associata più intimamente di
qualsiasi altro al mistero della sua sofferenza redentrice [Cf Lc 2,35
].
L'intercessione è una preghiera di domanda che ci conforma da
vicino alla preghiera di Gesù. E' lui l'unico Intercessore
presso il Padre in favore di tutti gli uomini, particolarmente dei
peccatori [Cf Rm 8,34; 1Tm 2,5-8; 1Gv 2,1 ]. Egli "può salvare
perfettamente quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, essendo
egli sempre vivo per intercedere a loro favore" ( Eb 7,25 ). Lo Spirito
Santo stesso "intercede per noi" e la sua intercessione "per i
credenti" è "secondo i disegni di Dio" (Rm 8,26-27 ).
Intercedere, chiedere in favore di un altro, dopo Abramo, Mosè,
Maria, i santi è la prerogativa di un cuore in sintonia con la
misericordia di Dio. Nel tempo della Chiesa, l'intercessione cristiana
partecipa a quella di Cristo: è espressione della comunione dei
santi. Nell'intercessione, colui che prega non cerca solo "il proprio
interesse, ma anche quello degli altri" ( Fil 2,4 ), fino a pregare per
coloro che gli fanno del male [Cf Stefano che prega per i suoi
uccisori, come Gesù: cf At 7,60; Lc 23,28; Lc 23,34 ].
Da quanto espresso nel Catechismo ne consegue che Cristo è il
MEDIATORE ed INTERCESSORE in senso assoluto; gli uomini possono esserlo
in relazione a Lui, solo se associati a Lui; allo stesso modo che il
tralcio porta il suo frutto quando è UNITO alla vite, senza del
quale, da se stesso, non può far nulla. Dopo quanto abbiamo
detto è chiaro che Uno è il Cristo e tutti noi siamo uno
in Lui e con lui siamo una cosa sola con il Padre prendendo da Lui ogni
forza secondo la parola di Gesù: perchè tutti siano
una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in
noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato,
e la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché
siano come noi una cosa sola Giov 17,21-22.
Diac. Vincenzo Esposito