“La Parola”
La preghiera muta

Questo dialogo vorrei farlo con voi lettori del Giornale questa volta sulla preghiera silenziosa, fatta solo con gesti e con atti che lasciano trasparire un atteggiamento profondo del cuore. Abbiamo fatto un percorso  fino ad adesso e abbiamo visto negli articoli scorsi come alcuni uomini hanno supplicato il Signore e la loro preghiera è stata ascoltata da Lui ed è esaudita. Poi abbiamo visto anche che la preghiera di Maria e dei Santi e gradita a Dio, e anche la nostra preghiera quando è rivolta con fede al Signore, Egli la ascolta e la esaudisce. Infine negli ultimi due articoli abbiamo parlato della “Preghiera sacerdotale di Gesù” rivolta al Padre, e siamo certi che ogni preghiera che il Figlio rivolge al Padre è senza dubbio esaudita perché il Padre e il Figlio sono una cosa sola. Abbiamo detto anche che Gesù dopo la sua ascensione al cielo sta alla destra del Padre e intercede sempre per tutti gli uomini.
Adesso vorrei attraverso un brano del Vangelo parlarvi di un nuovo modo di pregare: “La preghiera muta”. Le riflessioni le faremo dopo adesso vediamo cosa avviene nel vangelo di Matteo 9,1-8 e di Marco 2, 1-12 che ci narrano di un paralitico che viene solamente presentato a Gesù. In Matteo  è scritto: <<  Salito su una barca, Gesù passò all'altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto>>; e in Marco è invece scritto:  <<Dopo alcuni giorni rientrò a Cafàrnao, e si seppe che era in casa. Lì  si radunò tanta gente che non si poteva più accedere neppure all'ingresso. Ed egli annunciava loro la parola. E vengono quattro uomini reggendo un paralitico per presentarglielo. Non potendo portarglielo davanti a causa della folla, scoprirono il tetto dalla parte dove egli si trovava e, fatta un'apertura, vi calarono il lettuccio dove giaceva il paralitico>>. Ci sono alcune diversità di narrazione tra i due evangelisti, ma l’atteggiamento è unico: C’è un bisogno? Allora questo va presentato al rabbì. Notate che né in Matteo né in Marco nessuno dice una parola, semplicemente portano davanti a Gesù il paralitico. Cosa fa Gesù di fronte a questo comportamento inusuale?  Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: "Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati".Ma c'erano alcuni scribi là seduti e ragionavano dentro di sé: Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati se non Dio solo? Certamente è così, solo Dio può rimettere i peccati; Poiché Gesù è Dio con il Padre e lo Spirito Santo, può farlo, eccome se può farlo! Una guarigione soltanto fisica avrebbe si aiutato il paralitico e gli avrebbe sicuramente dato la possibilità di camminare, di andare a casa, ma Gesù, non vuole solo guarire il suo corpo ma anche il suo spirito Gesù vuole salvarlo.  ? Allora Gesù, resosi subito conto nel suo spirito che così ragionavano nel loro intimo, dice loro: Perché fate questi ragionamenti dentro di voi? Che cosa è più facile, dire al paralitico: Ti sono perdonati i peccati, oppure dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? Ora, affinché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dice al paralitico:  <<Io te lo dico, alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua>>. Quello si alzò e subito, preso il suo lettuccio, se ne andò davanti a tutti, senza dire una parola. Adesso gli è ridonata sua dignità sia fisica che spirituale. E’ solo Gesù che parla.
L’autorità straordinaria di Gesù al lettore di questo brano del Vangelo Gesù appare come una persona investita di un’autorità straordinaria, mediata dalla parola e dal gesto. La parola autorevole di Gesù colpisce il male alla radice: nel caso del paralitico sul peccato che intacca l’uomo nella sua libertà e lo blocca nelle sue forze vive: «Sono rimessi i tuoi peccati»; «Alzati prendi il tuo lettuccio e và a casa tua». Davvero tutte le forme di paralisi del cuore e della mente cui siamo soggetti vengono annullate dall’autorità di Gesù, perché, Egli, si è scontrato con esse durante la sua vita terrena. La parola autorevole ed efficace di Gesù risveglia l’umanità paralizzata e le fa dono di camminare in una  fede rinnovata. Quei quattro amici, fratelli, portatori o come diceva il Vescovo Mons. Mario Russotto nell’incontro interprovinciale dei Diaconi, << i quattro diaconi>>, hanno solo portato davanti a Gesù, CON FEDE; infatti Gesù non sente nessuna parola ma vede la loro fede e agisce di conseguenza.
Questo è l’anno della FEDE e abbiamo già fatto anche i 7 cenacoli tutti basati sulla fede sia dell’emorroissa: <<Se tocco il lembo del suo mantello sarò guarita>>, senza una parola, che di Giàiro. A lui che chiede la guarigione della figlia dodicenne in fin di vita, dinanzi alla notizia della morte della figlia il Signore dice: <<Abbi solamente fede>>; e all’emorroissa <<Figlia la tua fede ti ha guarita>>. Il flusso di sangue si ferma, alla ragazza viene ridonata la vita. A tutte e due le donne viene ridonata la loro dignità perduta con la malattia.
Avere fede significa fidarsi completamente di una Persona, essere certi che quello che dice è vero, perché solo Lui è la via la verità e la vita, siamo veramente convinti che solo in Gesù è la salvezza? Nessuna parola, ma gemiti del cuore, comunione con Lui. Con il pensiero di aver suscitato in voi il desiderio dell’ascolto della Parola di Dio, l’approfondimento attraverso la lettura attenta, con la forza dello Spirito Santo, saremo sicuramente capaci di accogliere Dio nei nostri cuori riservando anche lo spazio adatto per tutti i fratelli. Vi abbraccio tutti nel Signore