Sutera, a Lampedusa un'altra Betlemme
Come consuetudine anche quest’anno, in occasione
delle festività natalizie, gli alunni dei tre ordini di scuola,
infanzia, primaria e secondaria di primo grado, del plesso di Sutera,
supportati dalla numerosa presenza dei genitori, del Dirigente
scolastico Mario Barba e di alcuni Amministratori comunali, hanno dato
vita ad uno spettacolo nella palestra dell’edificio scolastico.
L’occasione è stata propizia per offrire ai presenti, con
la gioia dei canti natalizi, una sintesi delle esperienze educative che
gli alunni hanno vissuto, in modo particolare, in questo ultimo periodo
a scuola. Esperienze ricche di sentimenti di pace, amore,
solidarietà, fratellanza, ospitalità. Una breve e
semplice storia, ideata per l’occasione, è servita per
dare voce a poesie e riflessioni di poeti o uomini importanti che per
questi valori, a volte, si sono sacrificati come Martin Luther King e
Nelson Mandela.
Quest’anno Gesù Bambino è nato in un’altra
Betlemme, è nato a Lampedusa meta e speranza di tanti migranti.
In questi ultimi anni nel mar Mediterraneo sono morte oltre ventimila
persone. Gli alunni di Sutera hanno eletto Lampedusa a simbolo
dell’accoglienza di tutti quei fratelli che soffrono la
diversità, la persecuzione, la povertà,
l’ingiustizia, la malattia e che vivono la propria solitudine
dignitosamente. I ragazzi, in questa rappresentazione, non hanno voluto
grandi scenografie, effetti speciali e costumi lussuosi. Hanno operato
all’insegna della semplicità e del risparmio. I personaggi
sono stati caratterizzati da semplici simboli identificativi.
Il copione prevedeva che San Pietro desse incarico all’arcangelo
Gabriele di organizzare la Natività del 2013 a Betlemme.
Gabriele mentre è in viaggio per raggiungere la Palestina
assiste, sconvolto, ad una delle tragedie dell’immigrazione nel
Mediterraneo. Ma percepisce anche la sofferenza, l’altruismo, la
bontà, la solidarietà, la fratellanza,
l’umiltà, la generosità, l’amore del popolo
di Lampedusa. Per cui matura l’idea che in quel posto, speranza
di una vita migliore per tanti poveri disperati, avrebbe annunciato la
Nascita di Gesù Bambino. Così Gabriele dispone
lì il presepe: in fondo mette l’asinello che
simboleggia l’umiltà dei lampedusani e il bue come simbolo
del sacrificio dei migranti. Entrambi accompagnavano il Cristo, umile,
offerto in sacrificio per l’umanità, su una mangiatoia.
Davanti a loro fa accomodare Maria e Giuseppe che accolgono, con amore,
Gesù Bambino. Essi rappresentano la grande famiglia
dell’umanità che accoglie i propri fratelli. Per ultimo fa
brillare in cielo tutti gli innocenti che in questo mare hanno cercato
una vita migliore, essi sono le stelle della speranza. Nel corso della
rappresentazione sono stati eseguiti alcuni canti tradizionali natalizi
e sono state recitate poesie, anche in lingua inglese e francese.
Non è mancato certamente un po’ di ilarità ma senza
mai scivolare nella banalità e con l’intento di non volere
offendere persone e sentimenti. Bravi tutti gli alunni, dai più
piccoli ai più grandi, che hanno dato il massimo in ogni ruolo
interpretato, ed un plauso agli insegnanti che hanno guidato gli alunni
alla scoperta di valori importanti per la loro crescita e che
permetterà loro di avere una parte attiva e positiva nella
società futura.
Pino Landro