Dalla demanialità di Sutera ai fratelli Mancuso cittadini benemeriti

Al tempo degli Arabi, per circa nove secoli, la Sicilia si presentava suddivisa in tre centri amministrativi (Vallo di Mazara, Vallo di Noto e Vallo di Demone).

Sutera  faceva parte dell’esteso Vallo di Mazara, il cui capoluogo dapprima era Mazara e poi venne sostituito da Palermo. Essa godeva dell’appellativo regale "Urbs Subtilissima" (Città Sublime).

I Normanni, successivamente, non solo conservarono la divisione amministrativa araba della Sicilia, ma diedero vita al Parlamento del Regno della Sicilia che si riunì per la prima volta a Mazara nel 1097. Esso comprendeva 56 nobili (braccio Feudale), 63 religiosi titolati (braccio Ecclesiastico) e 42 città demaniali o città del re (braccio Demaniale). Queste ultime non erano, quindi, soggette ad un Barone o “Signore”, ma erano di proprietà diretta del Re, che vi nominava un Governatore Regio o capitano di giustizia, che lo rappresentava su questioni poco gravi ed accanto al quale vi era la corte giuratoria o consiglio, costituito da un esiguo numero di cittadini, i cui nomi venivano proposti al re, secondo un sistema di elezione misto.

Le città demaniali, oltre ad avere un seggio al parlamento, godevano di particolari prerogative e privilegi, tra i quali, come sopra specificato, una peculiare forma di autogoverno (proprio governo e proprie leggi ) e la possibilità di possedere le reliquie del Santo Patrono.

 Nel 1535 il re Carlo V concesse Sutera, dietro pagamento, a Girolamo Di Bologna barone di Capaci, ma i Suteresi non sopportarono di sottomettersi ai padroni e, per riacquistare l’indipendenza, pagarono il loro riscatto al Di Bologna e al Vicerè.

Per ricordare tale evento, avvenuto il 21 febbraio 1398, nel 2004 il Sindaco Gero Difrancesco e la sua amministrazione comunale hanno istituito la Festa della Demanialità che, ogni anno, prevede tra le varie manifestazioni culturali anche l’assegnazione della cittadinanza onoraria e benemerita a persone che hanno un particolare legame con il paese di Sutera ed apportano o hanno apportato un significativo contributo sociale alla piccola comunità locale e al mondo.

Dal 2004 a oggi numerose persone hanno avuto l’onore di avere assegnata la benemerenza civica di “Cittadino Benemerito” o di “Cittadino Onorario”. La benemerenza di Cittadino Benemerito, quest’anno, precisamente il 2 marzo 2014, è stata conferita, con una vera ovazione da parte dell’intera popolazione, per mano del Sindaco dott. Giuseppe Grizzanti, su suggerimento della Commissione formata dal dott. Pino Chiparo, dal D.S. Nino Pardi e dal prof. Mario Tona, ai fratelli Lorenzo ed Enzo Mancuso, musicisti, compositori e polistrumentisti suteresi, per "aver elaborato un percorso musicale e poetico che affonda le sue radici nella cultura della nostra terra e che, ispirata a sentimenti, memorie e tradizioni locali, si è via via allargata ad accogliere altre esperienze dei popoli mediterranei, dando vita a composizioni originali in grado di infondere forti emozioni e suggestioni".

La Festa della Demanialità, durante il primo giorno delle manifestazioni, ha previsto la proiezione del film “Via Castellana Bandiera” di Emma Dante, la cui colonna sonora è stata scritta ed eseguita dai fratelli Mancuso, i quali sono stati premiati  al Festival di Venezia nella specifica sezione. Il secondo giorno è stato presentato dal docente della Scuola di Cinematografia di Palermo, prof. Sebastiano Di Gesù, e dal regista Dario Guarneri il film-documentario "Chifteli" sulla vita dei fratelli Mancuso.

Il filmato ha presentato la prima giovinezza dei due amanti della musica che, da “mulinara” per eredità, sono passati negli anni ’70 alla vita da operai di più fabbriche quali emigrati in Gran Bretagna.

Certo la metodicità, la fedele routine, la ripetitività meccanica non si conciliano con la creatività e l’originalità degli artisti, il cui spirito grida la necessità di esprimersi e comunicare ciò che si vive in sé e si legge nel mondo! Il malessere che ne deriva è stato la spinta a vivere quella che inizialmente sembrava un’avventura, un sogno che via via si è concretizzato e ha valicato le aspettative.

Tornati in Italia, a Città della Pieve, agli inizi degli anni ’80, hanno aperto un nuovo capitolo della loro vita, cantando e suonando su invito di associazioni culturali ed a festivals di musica popolare. Nell’86 hanno cominciato a collaborare con il musicista  Joaquin Diaz, il quale li ha spronati a incidere il loro primo L.P. dal titolo “Nesci Maria” e con il quale poi, nel 1990, hanno pubblicato “Romances de alla y de aca”. Nel 1993 è stato pubblicato il CD “Sutera”, che raccoglie  composizioni inedite e canti tipici suteresi. Nel ’97 è arrivato “Bella Maria”, cui hanno fatto seguito “Cantu”, “Trazzeri” e altro. Le loro musiche e loro canzoni sono diventate colonne sonore di famosi films, fictions e teatro (Donne di mafia, Sette storie per lasciare il mondo, ll talento, Via Castellana, Medea, Rumore di acque, ecc.). Concerti, novene, spettacoli, festival e incisioni sono diventati così il loro mondo e la loro arte si è fatta sempre più matura.

 Sono  stati sempre più abili nell’inventare e reinventare, nel conciliare passato e presente, mondi vicini e lontani, all’insegna di un armonico incontro dell’animo umano.

La loro musica folk, fondata sulle origini sicule e sulle esperienze da emigranti, ha portato i fratelli a girare il mondo, a sedere alle cattedre di numerose università quali esperti e soggetti di studio, a raccontarsi e confrontarsi per arricchire ed arricchirsi costantemente, a sperimentare la gratificazione e il successo (Premio Recanati, Premio Rosa Balistreri, Premio Soundtrack Stars, Premio della Critica ANCT, Premio alla Mostra del Cinema di Venezia, ecc.).

 Un po’ dovunque li abbiamo incontrati, ascoltati ed applauditi mentre le loro voci si sono intrecciate, confuse e unificate con i suoni melodiosi di insoliti strumenti musicali a corde e a pelle ( chitarra, violino, ghironda, sipsy, harmonium, darabouka, campana tobolare, saz baglama, saz divan, ecc.).

Dal documentario è emerso non solo il loro impegno appassionato per la musica ma anche il loro amore per Sutera, loro paese natìo, ed in particolare per il Rabato, quartiere nelle cui strette ed articolate viuzze hanno trascorso la loro infanzia, dove hanno respirato e metabolizzato una cultura armoniosa e semplice i cui tratti continuano a caratterizzarli.

E’ qui che tornano frequentemente per ritrovare i loro affetti …

E’ qui che continuano a passeggiare con l’umiltà e la semplicità che li contraddistinguono insieme ai loro immancabili cappelli…

E’(forse!) qui che continuano a trovare stimoli e ispirazioni per continuare ad allietarci…

Auguri, fratelli Mancuso, e … nel mondo con furore!!!

 Carmelina Sanfilippo