Montedoro, due amici ci hanno lasciato

Angelo Randazzo

A Montedoro, martedì 8 aprile, sono stati celebrati i solenni funerali di Angelo Randazzo con la concelebrazione dell’arciprete Don Salvatore Asaro e Don Amedeo Duminuco. I canti sono stati eseguiti dal coro parrocchiale accompagnato, all’organo, dal maestro Salvatore Alba e, alle chitarre, da Silvana Anzalone e Alessia Nalbone. Davanti alla chiesa, dopo la benedizione della salma, Angelo Randazzo è stato ricordato così: “Siamo nel periodo della Quaresima e la prossima settimana sarà la Settimana Santa del 2014 durante la quale il Gruppo dei lamentatori perpetuerà la tradizione dei lamenti. Ma quest’anno ci sarà un grande assente: Angelo Randazzo che sin dalla sua giovinezza ne ha fatto parte e con il suo impegno e la sua passione ha assicurato la continuità alla tradizione. E anche per questo la comunità di Montedoro gli dice grazie.

Angelo Randazzo, conosciuto come Turiddru Baruni, in servizio presso l’ufficio postale di Montedoro, come operatore principale ha iniziato la carriera nelle Poste nel 1959, come portalettere e nel 1978 ha avuto la mansione di operatore fino alla pensione nel 1996.

Angelo Randazzo, nato a Montedoro il 24 novembre 1930, da ragazzo ha frequentato le botteghe dei sarti: Giuseppe Marranca, Saverio Mulè e, poi, Pietro Montana. Quindi, è emigrato, lavorando come sarto, a Roma, Monza, Venezia e Decines in Francia.

Nel 1958 si è sposato con Maria Rizzo, figlia di Calogero e di Maria Geraci, dalla quale ha avuto tre figli:Salvatore, Calogero e Giancarlo e diversi nipoti.

Angelo Randazzo è stato molto attivo nella vita sociale di Montedoro dimostrando un attaccamento alle tradizioni religiose ed un amore per la musica, il canto ed anche la recitazione.

Lo troviamo tra i fondatori del Corpo bandistico musicale di Montedoro nel 1959 e, quindi, in qualità di capobanda con i maestri:Di Natale, Li Calsi e Salvatore Grenci di Agrigento. Alla morte del maestro Grenci assume la direzione della Banda  musicale per due anni fino al 1966. Con la banda musicale di Montedoro ha partecipato a tante feste patronali di tanti paesi della Sicilia, in particolare a Palermo per Santa Rosalia, a Caltanissetta per le Vare e ad Agrigento per la festa del Mandorlo in fiore.Conseguito un attestato del Ministero della Pubblica Istruzione, insegna in un Corso Popolare ad indirizzo musicale. Per tante volte si fa promotore di Comitati per le feste patronali di San Giuseppe e della Madonna del Rosario.

Fa parte del Coro della chiesa sin dalla fanciullezza e nel 1977, dirige il Coro Polifonico che ha costituito insieme al Parroco Don Salvatore Paruzzo. Il Coro Polifonico oltre che a Montedoro ha tenuto dei concerti a Campobello di Licata, Caltanissetta, Milena, Palermo, Mussomeli, Campofelice di Roccella. Per quegli anni il Coro Parrocchiale che eseguiva oltre ai canti della messa anche brani classici è stato una novità in ambito provinciale.

Angelo Randazzo nell’Azione cattolica  ha fatto parte della filodrammatica sin dal tempo della fanciullezza con Presidente Arturo Petix e nel 1964, Presidente Calogero Paruzzo, ha interpretato ruoli principali nella commedia”La morte di Biagio” e nel dramma “Mamma vivrai”. Allora faceva il sarto e si andava a casa sua a fare le prove. E poi è stato animatore dei canti mariani, durante le notturne e le messi solenni dell’Immacolata. Le novene di Natale in siciliano e la litania.

Nel 1977 ha iniziato a dare un impulso al rinnovamento del gruppo dei “Lamentatori del Venerdì Santo” del quale aveva sempre fatto parte, con i giovani: Giuseppe Pace, Pietro Mendola, Giovanni Milazzo, Rosario Randazzo, Salvatore Alba, Giuseppe Milazzo, Vincenzino Mantione, Mario Lombardo, Giovanni Licata, Salvatore Randazzo e Calogero Randazzo, Guido Castellino, oltre agli anziani: Gaetano e Calogero Genco.

Nel 1984 Randazzo ha conosciuto Ignazio Macchiarella etnomusicologo che, ascoltando e studiando le lamentazioni di Montedoro, ha scritto un libro e ha fatto inserire il Gruppo dei lamentatori di Montedoro in tante manifestazioni di musica tradizionale religiosa e di canti popolari. Angelo Randazzo con il Gruppo dei lamentatori sono stati ambasciatori della cultura tradizionale religiosa di Montedoro in tante parti del mondo.

Il Gruppo dei Lamentatori  è andato in tante manifestazioni di musica e canti popolari a Firenze, a Como, a Palermo, a Venezia, e in diversi comuni della provincia di Caltanissetta, in diversi comuni della Sardegna, in Corsica e negli Stati Uniti d’America, in Francia, in Spagna, in Austria.ecc.

La polivocalità delle lamentazioni è stata apprezzata da insigni studiosi di etnomusicologia: Roberto Leydi, Giovanna Marini e Gigi Garofalo, solo per citarne alcuni.

Angelo Randazzo andato in pensione nel 1996 si è dedicato in modo particolare a formare e preparare dei ragazzi per il coro dei lamentatori: i nipoti Angelo e Marco, Rosario Milazzo, Alessandro Marranca, Ivano Milazzo, Giuseppe Schifano, Ivan Gatì, Angelo Alba.

 Randazzo è riuscito a trasmettere alle nuove generazioni l’amore per il canto delle lamentazioni uno dei beni immateriali più importanti del paese. E’ per questo gliene siamo grati.

In modo succinto ho accennato alle fasi principali della vita di Angelo Randazzo che sicuramente ha un posto nell’albo d’onore di Montedoro…”

Il coro dei lamentatori ha concluso con il canto “O Crocifisso Salvatore”, che si esegue il Venerdì Santo, destando viva commozione tra i presenti.

Calogero Messana

Il 18 marzo 2014, sono stati celebrati i solenni funerali per l’anima di Calogero Messana, morto a Torino il 13 marzo. Concelebranti Don Amedeo Duminuco e Don Salvatore Asaro arciprete. Dopo la benedizione della salma, è stato letto il seguente elogio funebre.

“Rivolgo le mie più affettuose condoglianze a Federico Messana e parenti per la dipartita di Lillo Messana al suo rientro definitivo a Montedoro. Io e tanti altri miei coetanei siamo stati alunni del professore Messana, alla fine degli anni 50, quando, a Montedoro, si ebbe l’esplosione degli studenti, poi, intorno agli anni 70 siamo stati colleghi a Torino dove abbiamo condiviso tante esperienze  culturali e di amicizia. Ci incontravamo spesso e ricordavamo sempre Montedoro con le sue tradizioni e i suoi personaggi, fatti ed avvenimenti degli anni passati. Dopo il mio ritorno in paese ci ritrovavamo,nelle sue venute estive, sempre parlando del nostro paese, del nostro mondo fatto di semplice umanità, ma anche di problemi di interesse generale.

Calogero Messana,nato il 15 gennaio del 1932, figlio di Ludovico e di Filippa Montagna, suoi fratelli: Lina, Pina e Federico.Frequenta le scuole elementari a Montedoro e l’Istituto Magistrale di Caltanissetta. Intrattiene un ottimo rapporto con Arturo Petix e padre Calogero Piccillo nel circolo giovanile dell’azione cattolica San Vito partecipando alle rappresentazioni teatrali e al coro giovanile.Lillo, appena diplomato,  comincia ad insegnare nelle scuole serali per adulti interessando gli alunni con i suoi racconti e la particolare affabulazione, fa il supplente, per diversi anni,  insieme a Lillo Salvo, Nicolò Milazzo, Angelo Mammano nelle scuole elementari di Montedoro e Serradifalco. Ha preparato tanti ragazzi per gli esami di ammissione alla scuola media e ha dato lezioni private a studenti delle scuole superiori.In quel tempo a Montedoro non c’era la scuola media e si andava negli istituti religiosi o in stanza in famiglia a Caltanissetta per studiare.

A Montedoro, da giovane, amava andare a caccia con il padre e lo zio Pietro e con gli amici Lillo Randazzo e Nicolò Bona; ogni battuta di caccia diventava oggetto di racconto la sera, nel passeggio in piazza o  negli incontri davanti al Bar, drammatizzando i momenti salienti, così come il gioco  del bigliardo al Dopolavoro di lu zi Pippinu Tulumello Manazza e, poi, nel bar di Michele Amico.Dalla bazzica alla parigina, dall’italiana a disegnare, a carambola: era uno spettacolo assistere alle partite al biliardo che richiamavano tanti ammiratori.

Giovanissimo si impegna in politica nel PCI facendo comizi a Montedoro e Bompensiere, dimostrando una particolare abilità oratoria che riusciva ad affascinare il pubblico anche degli altri partiti. Nel 1960 nella lista dei socialcomunisti viene letto consigliere comunale  nell’amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Duminuco.

Lillo Messana vince il Concorso magistrale a Torino dove insegna fino alla pensione. Fare scuola era il suo modo di essere naturale che ha assolto con impegno costante e produttivo, aperto a tutte le innovazioni della pedagogia e della didattica che si sono sviluppate negli anni. Nell’insegnamento prediligeva la lingua italiana e quindi la poesia, la storia, il canto e la drammatizzazione che, in maniera interessante, faceva amare ai suoi alunni. Durante l’anno scolastico organizzava con gli alunni diverse manifestazioni scolastiche nelle quali coinvolgeva anche le famiglie.Anche a Torino si impegna nell’attività politica diventando segretario di una sezione del PCI e partecipando alle lotte degli operai per il miglioramento della loro condizione ed il benessere sociale. Appassionato della cultura, in senso lato,  frequenta incontri con poeti e scrittori e partecipa a rappresentazioni teatrali e concerti di musica classica.Il suo rapporto con Montedoro è stato particolare, ritornava ogni anno per le vacanze estive, ritrovando i suoi amici di gioventù e visitando le varie contrade del  territorio che lo hanno visto protagonista di tante passeggiate e battute di caccia. Gli piaceva ricordare persone e personaggi del paese narrando fatti ed eventi curiosi che, in vari modi, caratterizzavano la particolarità dell’essere montedoresi. Dopo la dipartita delle sorelle, Lina e Pina, non ha fatto più ritorno a Montedoro anche perché la maggior parte dei suoi amici d’infanzia avevano raggiunto l’ultima dimora .

Lillo Messana è stato un punto di riferimento della maggior parte degli studenti di Montedoro degli anni 50 per la sua cultura, per il suo facile eloquio, per la sua disponibilità verso gli altri, per la sua voglia di conoscere senza confini. Per quelli della mia età Lillo Messana rimane nella memoria collettiva del paese come uno dei protagonisti della vita di Montedoro nel campo dell’insegnamento  e della vita sociale che ha preservato una mente aperta e libera, ha coltivato la curiosità per il mondo, senza avere paura di ciò che è nuovo…”

Lillo Paruzzo