Il Vescovo inaugura
l’organo della Chiesa Madre di Montedoro
A
Montedoro, sabato 5 luglio, il vescovo di Caltanissetta, Mons. Mario Russotto,
ha benedetto l’organo a canne costruito nel 1905 da Damiano Polizzi di
Caltanissetta e restaurato dai F.lli Cimino di Agrigento. Il Vescovo è stato
accolto, davanti la chiesa, dal parroco
Don Salvatore Asaro. La capogruppo del Grest Rosetta Schifano ha consegnato al
vescovo la magliettina del Grest con il logo “L’abbraccio della speranza” tra
gli applausi dei ragazzi e delle ragazze. Mons. Russotto ha presieduto la
celebrazione eucaristica alla quale hanno partecipato il Parroco Asaro e don
Amedeo Duminuco ed il diacono Cardullo.
Dopo
la benedizione da parte del Vescovo , dell’organo restaurato, ha suonato il
maestro Salvatore Alba che ormai da molti anni suona l’organo durante la messa
sociale della domenica e di tutte le festività. Alla messa ha partecipato il
sindaco Messana, il comandante della stazione dei carabinieri Cappello, Carmelo
Cimino uno dei fratelli restauratori dell’organo a canne di Agrigento, il
maestro Angelo Palermo organista della cattedrale di Caltanissetta, il maestro
Rosario Randazzo, docente del Conservatorio Musicale di Palermo e Maestro del
Coro Don Milani di Caltanissetta, la soprano Siclari. Mons. Russotto
nell’omelia ha messo in risalto il valore e la funzione del canto e della
musica nella liturgia con diversi riferimenti bibblici augurando che il nuovo
organo restaurato accompagni le lodi e i canti liturgici dei fedeli.
L’interruzione dell’energia elettrica, dopo la Messa, non ha consentito il
suono dell’organo da parte dei due maestri organari come programmato, ma solo
un breve intervento storico.
L’inaugurazione
dell’organo a canne, non solo per la nostra chiesa, costituisce un evento di
grande importanza perché si tratta di un organo storico che, dopo alcuni
decenni, è stato restaurato.
L’organo
è stato restaurato dai Fratelli Carmelo e Filippo Cimino di Agrigento con una
spesa di oltre 60 mila euro. Questa
ditta nasce nel 1983 e, in pochi anni, è diventata una delle maggiori, tra i
costruttori e restauratori di organi a canne della Sicilia, per l’impiego della moderna tecnologia e di apparecchi di precisione.
In
sintesi diamno alcune notizie storiche dell’organo a canne che ha suonato per
quasi 80 anni.
La
giunta comunale di Montedoro, l’11 giugno 1905, considerato che l’organo della
chiesa era vecchio e ridotto in pessime condizioni, acquista dalla Ditta
Damiano Polizzi (1836-1911) e figli di Caltanissetta un nuovo organo per la somma di Lire 2
mila. La ditta Damiano Polizzi e figli
ha realizzato, è bene ricordarlo, gli organi di molte chiese non solo di
Caltanissetta e provincia ma anche della provincia di Agrigento e Palermo.
A
collaudare il nuovo organo, collocato all’ingresso della chiesa, su di un ballatoio sostenuto da due colonne rotonde
stile corinzio con basi e capitelli di stile dorico, è venuto da Caltanissetta
il maestro Rosario Nicosia, valente
organista della cattedrale, in occasione della inaugurazione, tenuta il 25
dicembre 1905.
Mi
piace ricordare, anche, che il 27 ottobre del 1912 è stata inaugurata la
Cappella del Seminario Vescovile di Caltanissetta ed il maestro Rosario Nicosia
ha suonato il nuovo organo costruito sempre dai Polizzi.
A
Montedoro, allora, si è tenuta una grande festa, anche, per la riapertura, dopo
5 anni, ai fedeli della chiesa
restaurata nei due campanili, nel soffitto con inferriata, in sostituzione
dell’antica volta semicircolare, nella pavimentazione con mattoni di cemento,
nelle campane e nel pubblico orologio. Nella lapide ricordo, che si trova a
sinistra del Portone, è scritto:”Hoc
templum Anno D.ne MDCCCCV Avv. Antoninus Morreale Mons Aurei rem publicam
gerens De publico thesauro Gestiente populo Readificavit. La lapide venne
dettata dal curato Don Giovanni
Tulumello.
Durante
circa un secolo di funzionamento l’organo è stato suonato, in modo particolare,
dal vicario don Giovanni Tulumello, dal parroco don Vito Alfano, dal sacerdote
Calogero Piccillo, dal parroco Salvatore Paruzzo. Hanno girato la manovella
dell’esecutore meccanico applicato all’organo, “il mantice” negli anni: Angelo
Cordaro, Camillo Miccichè, Salvatore Randazzo, Salvatore Cordaro, Giuseppe
Italo Saia.
I
miei ricordi sono legati al circolo San
Vito di Montedoro, del quale ero Presidente, intorno al 1964, quando padre
Piccillo, tra l’altro, organizzava il coro maschile per l’Immacolata: facevamo
le prove all’organo con addetto al mantice lu zi Turiddru Darilla Cordaro e
padre Piccillo suonava l’organo con la gioia che gli sprizzava dagli occhi, in
continuo movimento, insieme alla lingua sotto le labbra. La messa cantata era
quella di Perosi a quattro voci e, poi, i canti mariani che si eseguivano e si
eseguono, durante la Notturna alla Madonna, per le vie del paese. Negli
intermezzi padre Piccillo suonava i suoi pezzi di musica preferiti: Pescatore
di perle o Poeta e contadino di Dompè.
Il coro maschile era formato da: Randazzo Angelo di Salvatore,
Montagna Carmelo, Randazzo Giuseppe di Orazio, Sferrazza Giuseppe, Alfano
Giuseppe, Randazzo Calogero Maria di Salvatore, Morreale Calogero, Randazzo
Salvatore di Orazio, Mammano Angelo, Paruzzo Calogero, Montagna Calogerino,
Alba Giovanni di Giuseppe.
Negli
anni, dopo il 1994, l’organo a canne risentiva della sua lunga vita e venne
sostituito, dal parroco Amedeo Duminuco, dall’organo elettrico costruito dai
fratelli Cimino e costato 80 milioni di lire. L’organo è stato istallato sul
ballatoio dell’entrata della chiesa, mentre, la tastiera è stata collocata
accanto al coro collegata all’organo da cavi elettrici. L’assiduo suonatore, in
tutti questi anni, è stato ed è il maestro Salvatore Alba, al quale va un
grandissimo ringraziamento a nome di tutti i fedeli, mentre all’inizio hanno
suonato, anche, Angelo Guasto e Rosario Randazzo. Il vecchio organo a canne
del Polizzi è stato collocato nel coro
accanto alla porta della sacrestia, dove, ora, si trova restaurato per
l’interessamento del parroco Duminuco e del parroco Salvatore Asaro. Ci
auguriamo che il suono dell’organo antico reastaurato possa accompagnare, come
è stato per tantissimi anni, i canti e le lodi del popolo di Dio con il fascino
e la voglia dei ferventi devoti.