Seme
di senape
Una
meravigliosa forma di vita
La
festa di Ognissanti stimola a vivere ogni aspetto della vita sociale come
espressione di santità cristiana.
Si
può dire di più; occorre vivere ogni aspetto della vita nel mondo (fuorché il
peccato e le strutture di peccato) come un’offerta alla gloria di Dio.
L’espressione
che dà il titolo alla nostra riflessione è tratta da un antico testo cristiano,
conosciuto come Ad Diognetum. Nell’uso più comune tale testo viene
chiamato la Lettera a Diogneto.
Nel
testo originale (V,4) il sintagma è parádoxos politeía, che si può
tradurre pure «arte superiore di vivere»; contiene l’idea che i cristiani
vivano una «cittadinanza paradossale».
Essi,
come cittadini, provengono da ogni nazione della terra, ma aspirano all’unica
patria celeste. Il loro comportamento svela la natura ossimorica della fede
cristiana.
Il
concetto ricorre pure in un discorso di Paolo VI; richiamando la Lettera a
Diogneto, il papa diceva che la Chiesa «non ci rende estranei alla vita
temporale, ma ci obbliga e insieme ci abilita ad un’arte superiore di vivere».
È
noto che il mistero della santità sia avvertito pure dagli atei. Forse nessuno
di loro riflette sulle idee che propagandano i preti, ma non pochi di loro si
fermano a riflettere quando hanno conosciuto un uomo o una donna veramente
santi.
Se
tutta la Chiesa vive una dimensione secolare, è proprio dei laici cristiani
assecondare e far sviluppare la propria indole laicale, al fine di far crescere
le realtà del mondo fino a renderle degne di Dio.
In
altri termini, consacrare il mondo. Si tratta di agire nelle realtà temporali
con la coscienza di una soprannaturale elevazione di tutte le cose verso Dio.
Nessuna
cosa (persone fisiche o realtà terrestre) ci è più «straniera» o «provvisoria»;
nessun uomo, migrante africano o esule del Medio Oriente, ci è più «estraneo ed
ospite».
Anche
ciò che è «transitorio» e «profano», come il mondo dello spettacolo o i
fenomeni politici, divengono traccia del superiore disegno divino. Infatti,
come cristiani abbiamo la vocazione «ad essere concittadini dei santi e
familiari di Dio» (cf. Ef 2,19).
Salvatore Falzone sac.
scribadelregno@virgilio.it