CULTURA
Percorsi letterari in Sicilia - IV parte
Nell’attenta
indagine di costume di Vitaliano
Brancati fa da sfondo una Sicilia calda e sensuale, vista con occhio a
volte ironico e divertito, a volte irridente e sarcastico. Egli scopre dietro
l’apparente velleitarismo il conformismo indifferente e la meschina esistenza
di una società edonistica, con forme di vita e di costume sostanzialmente
conservatrici. Brancati riproduce alcuni antichi vizi e nuovi degli isolani,
che vanno dalla noia, dall’abulia atavica, dalla gelosia al fanatismo sensuale (
il gallismo) basato sulla vanagloria del maschio di provincia di conquistare le
donne, ossessionato dall’obbligo di affermare la propria virilità come sua
unica ragione d’essere e al fanatismo politico, cioè all’adesione ottusa al
regime fascista dalla ridicola retorica. Di questi fanatismi Brancati coinvolge
nel comico le situazioni tragiche secondo precedenti letterari quali si possono
reperire in De Roberto, Martoglio e Pirandello. In Brancati l’ironia e la
satira si colorano di malinconia e di cupa tristezza. Infatti, se la
rappresentazione del gallismo nel Don
Giovanni in Sicilia è ancora
scanzonata e festevole, nel Bell’Antonio
si fa tragicomica assumendo toni problematici per diventare estremamente
critica e drammatica in Paolo il Caldo
di raffigurazione spietata di una società dissoluta e irresponsabile. Fedele e
ironico osservatore di un certo modo di
“essere siciliani”, Brancati descrive i costumi e la mentalità spesso gretta e
meschina della borghesia nel periodo che precede e segue la Seconda Guerra
Mondiale e ne mette in risalto le manie, le ipocrisie e il provincialismo. Le
persone sembrano non vivere ma vegetare in attesa di non si sa bene che cosa,
preoccupati di passare il tempo tra sterili fantasticherie e occupazioni
monotone, mentre si abbandonano a discorsi banali e impossibili sogni e sempre
inclini ad attribuire agli altri o a ciò che li circonda ogni responsabilità
della loro condizione. Nella celebrazione della vita comoda e paciosa,
l’ambiente sonnolento della spietata provincia siciliana risucchia nelle
consuetudini più piatte le persone. Ai sogni di evasione e alla mitizzazione
del Continente come luogo di avventure fantastiche e proibite, dove il borghese
non riesce ad inserirsi rimanendo un disadattato e un emarginato, fanno puntuale
riscontro il rientro nella condizione di partenza e le ricadute nell’accidia di
sempre, nel torpore che si annida in fondo all’animo di ognuno. Dopo Brancati,
la Sicilia assumerà un dimensione comica che dilagherà anche nel cinema.
Le precedenti puntate sono state pubblicate
sui nn. 473 – 474 e 477.