Seme
di senape
Cur tam sero?
Cur tam sero? la domanda significa: perché così tardi? cioè: perché così tardi è giunto Gesù Salvatore dei popoli?
Di tale domanda si trova una traccia nell'opera Contra Haereses (IV, 5, 3-4) di Ireneo di Lione.
Il teologo di Lione rispondeva alla domanda, posta dalla cultura ellenistica e romana, in questi termini:
il Cristo è apparso così tardi per risalire le catene delle generazioni umane e giungere a salvare lo stesso Adamo.
Anzi, già attraverso la creazione, il Verbo eterno si è reso presente in mezzo agli uomini.
Sia Adamo, sia Abramo, si dovrebbero considerare «concittadini del Verbo divino».
Cipriano, vescovo di Cartagine, nel rispondere alla questione, ricorre all'immagine biblica di Raab presente nel libro di Giosuè.
La donna è la prostituta di Gerico che accoglie gli esploratori di Giosuè. Essa diventa figura della salvezza offerta agli stranieri.
Nella casa di Raab poi si consuma l'agnello pasquale e chi lascia la casa è fuori dalla comunione: «la carne di Cristo e il santo del Signore
non possono essere gettati fuori; e per i credenti non c'è altra casa al di fuori dell'unica Chiesa».
È l'eucaristia, nuova pasqua, a realizzare l'unica Chiesa. Fuori dalla 'casa eucaristica' non c'è che estraneità,
ostilità e perdizione (cf. De unitate, 23, 20-26). Fin qui il pensiero di Cipriano.
Il Natale, dunque, riporta ai nostri giorni questa domanda: cur tam sero? In altre parole, perché la venuta di Cristo
si è manifestata così tardi? Rispetto all'antichità, non era un evento troppo recente il 'caso storico' di Gesù?
La risposta prende senso risalendo idealmente le generazioni umane: Gesù è il nuovo Adamo.
Adamo risultava il progenitore delle due grandi famiglie umane, riunite una nella figura di Caino, l'altra nella figura di Seth.
In altri termini, solo attraverso l'Ecclesia ex Judaeis (simboleggiata in Gerusalemme) o solo attraverso l'Ecclesia ex Gentibus (simboleggiata in Babilonia)
si poteva pervenire alla salvezza offerta in Cristo unico mediatore e sacerdote per i popoli.
Origene, altro scrittore cristiano, per rispondere alla domanda cur tam sero?, proponeva una esegesi tipologica del libro di Giosuè.
Il maestro di Alessandria nella terza delle omelie sul libro di Giosuè (e perciò circa la figura di Raab),
svolge un suo originale commento.
Egli vede la Chiesa anticipata come Ecclesia ex Gentibus, la quale viene innestata nella Ecclesia ex Judaeis.
Origene insomma è favorevole ad una dilatazione della salvezza e Raab diviene la figura della Chiesa radunata dalle nazioni.
Per un verso, Ori gene contrappone l'Israele che rifiuta la salvezza di Cristo Gesù, al nuovo popolo di Dio che invece accoglie il dono;
per un altro verso, la Chiesa, recependo l'eredità d'Israele, si distingue da quelle sètte che rifiutano le istituzioni dell'Antico Testamento.
Se tardi al giudizio umano pare l'incarnazione del Verbo divino, al tempo opportuno risulta dalla Bibbia che agli uomini sia giunto il Messia.
E l'Epifania sarà la festa di quei popoli che apprendono la rivelazione; i tre re magi sono un simbolo di tale consapevolezza.
Salvatore Falzone sac.
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