La festa di Santa Lucia a
Montedoro
A Montedoro si è rinnovata la
tradizionale Vampa di Santa Lucia, Vergine siracusana, la sera della vigilia,
nella piazza Europa antistante la chiesa. Alle ore 19, dopo la celebrazione dei
Vesperi in onore della Santa martire, il Parroco don Salvatore Asaro ha
benedetto il cumulo di legna, rami e paglia, preparati nella mattinata, ed Enzo
Zaccaria e Isidoro Duminuco hanno dato”luci” provocando un iniziale colonna di
fumo che ha fatto indietreggiare tutti gli spettatori bambini, giovani ed
anziani. Intorno al 1970, le Vampe
venivano realizzate dai ragazzi in molti crocevia del paese.Allora erano i
ragazzi i protagonisti che, nel pomeriggio, andavano a recuperare la paglia
dalle “paglialore” delle case dei contadini, legna, rami secchi, cartoni per
realizzare un grande cumulo che sarebbe stato acceso la sera. La gran parte dei
ragazzi avevano “le fanare”, lunghi steli secchi che i genitori avevano avuto
la cura di raccogliere nel tempo debito lungo i corsi d’acqua del territorio.
Dopo l’accensione della Vampa davanti alla chiesa i ragazzi procuravano di
accendere “le fanare” e, poi, di corsa raggiungevano la propria Vampa e
l’accendevano. Le mamme del vicinato di ogni Vampa distribuivano la Cuccia,
mentre le donne anziane recitavano il Rosario e, quando si spegnevano le
fiamme, prendevano la brace riempiendo gli scaldini – maritiaddru e tancinu –
ed anche “li braçeri”. Qualcuna diceva: “All’ottu pi Maria, a lu tridici pi
Lucia, a lu vinticincu pi lu veru Musia”,
le ricorrenze religiose che, nei tempi andati, erano segnate dalle
Vampe.
Luisa Hamilton Caico, nel libro Vicende
e costumi siciliani, pubblicato nel
Ritornando all’oggi, mentre
Lillo
Paruzzo