Sutera, un ascensore verso il futuro

(con alcune polemiche mediatiche)

Il 9 febbraio scorso un articolo apparso su La Repubblica è piombato come un falco sulla piccola cittadina di Sutera: ecco! Un ascensore verso il nulla, un ecomostro, uno spreco di milioni di euro. E per chi? Per un comune di 1400 abitanti e che, da tempo ultimato, non parte. Dalla cima della montagna sono scomparsi tanti anni fa i monaci e vuoi che appaiano come per incanto 20.000 visitatori l’anno? Tanti ce ne vogliono per pareggiare i conti di gestione.

L’articolo è ripreso dalla stampa internazionale (il Telegraph) ed a turno sono arrivate le Tv nazionali, dalla Rai a Mediaset, La7.

Insomma sale e veleno sulle aspirazioni e progetti di questo paese, sogni che durano da più di cinquant’anni, quando l’amministrazione Mormino pensava di arrivare in cima con una rotabile.

Più concretamente, una quindicina di anni fa, l’amministrazione Carruba era riuscita ad avviare un progetto finanziato dalla comunità europea che per pochissimo tempo non poté iniziare i lavori in quanto scadeva il nullaosta della Sovrintendenza, che non intendeva rinnovarlo. Insomma progetto ormai perduto. Se nonché il Sindaco Difrancesco riusciva a strappare un nuovo assenso alla costruzione di un ascensore a patto che venisse modificato, come lo vediamo oggi. Nuovo progetto, altra previsione di costi. La comunità europea non da altri soldi oltre a quelli stanziati, quello che manca lo mette in parte la provincia ed in parte, con enormi sacrifici, il Comune. Che ha formato anche il personale ed è alla ricerca di un ultimo finanziamento, minimo, intorno ai cinquantamila euro, da aggiungere alla somma complessiva (1,7 milioni di euro circa, per due terzi di fonte europea), che in un modo o nell’altro il Comune intende assolutamente trovare.

E, in effetti, non avviare un’opera così grande, anche in termini economici, per un investimento così piccolo, questo sì, sembra uno spreco. Spreco se non è avviata, non perché siamo piccoli. A meno che le infrastrutture debbano essere consentite solo ai grandi.

E non è un ascensore verso il nulla. Porta ad ammirare un santuario ed un panorama che tv e giornali che sono venuti dichiarano magnifico.

Sull’ascensore il paese ha scommesso i propri sogni ed il proprio futuro, lo considera uno strumento di sviluppo economico,di turismo ed altre attività collegate. Se non parte, ogni occasione sarà buona per dire: non ci avete nemmeno fatto provare.

Questo è emerso anche nella assemblea cittadina del 12 febbraio, alla presenza dell’attuale sindaco Grizzanti, del vecchio sindaco Difrancesco che ha rivendicato e difeso l’opera con convinzione e passione ricordando tutte le difficoltà di questi anni, del presidente del Bio Pit Valley, dott. Dolce, al momento dell’appalto. L'assemblea era affollatissima, nessuna voce di dissenso.

Era piuttosto visibile il disappunto di una cittadina accusata di spreco di soldi pur avendoci messo anche i propri.

Il Sindaco Giuseppe Grizzanti è intenzionato a trovare subito i fondi necessari, poca roba in cifra assoluta ma non indifferente per un piccolo comune,necessari per ultimare le condizioni di sicurezza e la messa in esercizio della struttura. L’opera è completa e sarebbe grave abbandonarla a questo punto. C’è un presepe vivente che a dicembre attira tra i quindicimila e i ventimila visitatori, altri ne arrivano durante l’anno. Sono sorti un bar e diversi Bed and Breakfast, ristoranti che sperano di catturare più visitatori grazie al funzionamento dell’ascensore; ed altre attività potrebbero nascere o irrobustirsi attorno ad un’opera utile allo sviluppo del paese e, per questo, costantemente attenzionata dalle amministrazioni.

Mario Tona