Ritornano a suonare le campane di Montedoro
Grande evento a Montedoro

Dopo più di 30 anni, il 18 giugno Festa di San Calogero, a Montedoro hanno suonato “Ciccu e Ninu” le campanelle dell’orologio per  opera dell’impianto elettrico fatto istallare dall’arciprete Don Salvatore Asaro.
A Montedoro i giovani trentenni non hanno mai sentito suonare le campanelle dell’orologio pubblico. Infatti, fino al 1982 e per secoli, per gli abitanti di Montedoro e non solo, le campanelle dell’orologio comunale hanno fatto parte della vita sociale del paese tanto da essere personalizzate chiamandole:”Ciccu e Ninu”. Ciccu suonava le ore mentre Ninu suonava i quarti d’ora. Ciccu aveva un suono più grave, mentre Ninu aveva un suono più acuto.
L’impianto elettrico ha interessato anche le cosiddette campane della chiesa.
Nel corso dei secoli i rintocchi hanno scandito la vita della comunità. Oltre a richiamare i fedeli,le campane ricordavano i momenti importanti del giorno e della notte con un vero e proprio codice.
Le tre campane dell'altro campanile, a destra,  di competenza della chiesa, di  grandezze diverse,la piccola e la grande alternate alla mediana, suonavano: il mattutino, il mezzogiorno e l'Ave Maria vespertina, un’ora dopo il tramonto del sole, oltre alla celebrazione delle messe con una scampanata mezzora prima ed un richiamo un quarto d’ora prima con la sola campana grande”li tocchi”.
Ma le campane segnalavano anche gli incendi,con il suono a stormo,  il maltempo con un dondolamento a casaccio di tutte le campane insieme,Un incidente, una sciagura, nelle miniere di zolfo; La morte di un bambino con la campana piccola, a gloria. Anche il catechismo dei bambini,”li cosi di Diu”, era annunziato dal suono della campana piccola: vinturi.
I rintocchi, della campana grande, chiamati" l'agonia" per la morte di un uomo(nove rintocchi) e per la donna (sette rintocchi).
 Le campane erano considerate dotate, in un certo senso, di personalità propria:dopo la istallazione, esse venivano benedette e al loro interno veniva incisa una scritta beneaugurante:quasi sempre una citazione sacra e venivano considerate protettrici della comunità.
Si credeva, infatti, che il suono delle campane potesse disperdere le tempeste e, in generale, non solo avvertire dei pericoli,ma anche scongiurarli. Non solo avevano un linguaggio  ma, ogni campana aveva una voce propria che i componenti della comunità  riconoscevano fra le altre.
Per molti anni il suono delle campane di Montedoro regolava l'orario di tutta la gente e del lavoro di li muratura, di li jurnatara nei dintorni dell'abitato sia per la pausa di mezzogiorno, per mangiare un pezzo di pane, sia la fine della giornata lavorativa. Ancora negli anni cinquanta al suono dell'Ave Maria le persone anziane facevano il segno della croce.
Nella memoria collettiva del paese si ricordano come provetti campanari i sacrestani che distribuivano ai fedeli le sedie della chiesa accatastate vicino l’entrata vendendole per pochi spiccioli ad ogni messa: don Angelo Cordaro, don Camillo Miccichè,don Turiddu Baruni Randazzo,don Turiddru Darilla Cordaro,Giuseppe Italico Saia di Milena. E poi i volontari:Salvo Angelo di Gaetano, Alba Salvatore di Giuseppe, Padre Amedeo Duminuco parroco, Padre Salvatore Asaro parroco.
I meccanici addetti all'orologio: ai primi del 1800 Giuseppe Migliore e,poi, il fratello Carmelo, Messana Calogero,Messana Federico,Messana Ludovico, Alfano Salvatore per l’ultimo breve periodo.

Lillo Paruzzo