Sutera, Carmeliadi 2015

"Nel mezzo del cammin di nostra vita...". Verso famosissimo e ampiamente utilizzato un po' in tutte le salse. Perchè non partire da qui per dare un tema alle Carmeliadi 2015?

E proprio a questo ha pensato il gruppo l' "A'mbresa" che ormai da tre anni si occupa dell'organizzazione delle serate di intrattenimento durante i festeggiamenti della patrona di Sutera S. Maria del Carmelo, il tutto sotto la guida e la coordinazione dell'arciprete Francesco Maria Miserendino.

Quest'anno è stato proprio Dante Alighieri ad accompagnare i suteresi, grandi e piccoli, nel "Giardino di Dio" attraverso la Divina Commedia.

In questo modo il risultato è stato duplice: dal punto di vista religioso è stato possibile per i partecipanti compiere un percorso che, come Dante stesso racconta nella sua opera, li ha spinti a comprendere l'importanza della fede e dell'amore di Dio per superare le avversità della vita, il tutto esemplificato sotto forma di giochi coinvolgenti e divertenti; da un punto di vita prettamente laico grazie a tale progetto è stato possibile, ai più piccoli ma forse maggiormente ai più grandi, conoscere a fondo e vivere in prima persona un'opera che sta alla base della cultura del nostro Paese, il tutto in modo molto leggero e divertente.

Quest'anno le Carmeliadi si sono nettamente prolungate rispetto agli anni precedenti, allietando le serate suteresi per ben dodici giorni: cominciate giorno 1° luglio si sono concluse giorno 14, con due sole serate di "pausa".

L'obiettivo del gruppo della "A'mbresa" è stato quello di riuscire a riproporre l'intero viaggio di Dante ai suteresi ponendo, ovviamente, l'attenzione sui canti più significativi del poema.

Alle tre cantiche, corrispondenti ai tre regni dell'aldilà (Inferno, Purgatorio e Paradiso), sono state dedicate più serate; i cittadini di Sutera che sono intervenuti hanno attraversato la "selva oscura", hanno incontrato "Caronte" il traghettatore di anime, hanno "sofferto" le pene infernali, hanno viaggiato sul carro e incontrato il grifone in Purgatorio per raggiungere infine il Paradiso con la sua luce e la sua musica contemplando e adorando Dio attraverso la guida di sua madre Maria, la cui presenza è stata sempre preponderante all'interno delle singole serate.

A conclusione dei giochi, la veglia di preghiera e il giorno successivo i festeggiamenti in onore della patrona, con la celebrazione eucaristica e la processione della statua della patrona.

Sicuramente una grande fatica dal punto di vista organizzativo che è stata indubbiamente ripagata da una grande soddisfazione e dalla consapevolezza di sacrificare tempo ed energie per uno scopo più alto: portare Dio ai propri compaesani in modo non convenzionale, al fine di raggiungere anche i più restii.

D'altronde è lo stesso Dante che ci insegna che sono proprio le prove ardue e dolorose che permettono all'uomo di contemplare "l'amor che move il sole e l'altre stelle".

Giovanna Ingrascì