I paesi della zona nord della provincia di Caltanissetta nel 1700
Una pagina della nostra storia sconosciuta a molti
Le informazioni
sono tratte dal libro Storia Generale di Sicilia “del Signor De
Burigny tradotta dal francese, illustrata con note, addizioni, tavole
cronologiche e continuata sino ai nostri giorni dal signor Mariano
Scasso e Borrello”. L’edizione è stata stampata a
Palermo dal Solli, con licenza dei superiori, nel 1788.
Il libro si trova
online su Google digitalizzata dalla copia cartacea della Bodleian
Library della università di Oxford, fondata nel 1602. Ecco le
pagine di nostro interesse.
Nel continuarsi il Sentiero, che mena da Palermo a Noto incontrasi, dopo Vallelunga, Caltanissetta .
A destra esistono .
Acquaviva
edificata novellamente verso la metà dello scorso secolo ; era
Ducea degli Abarca, da' quali passò in Pietro Oliveri Presid.
del Patrimonio , e poi Regente del Consiglio d'Italia ih Madrid . Abit.
888.
Ha una campagna irrigata da copiose acque, eccellenti pascoli, ulivi, e vigne .
Mussumeli o Manfreda pel suo
fondatore Manfredo di Chiaramonte, ha più di 7000. abit. ed
è situata a mezzodì de' Gemelli, Monti del Val di
Mazzara, cioè di Camerata e delle Rose, e non come volle
Cluverio sotto le Madonie.
Ornano questa Terra
il Convento de' Domenicani, quello de’ Conventuali, de’
Minori Riformati, degli Agostiniani Scalzi , lo Spedale, ed il Collegio
di Maria pella buona educazione delle Fanciulle. I Principi di Trabia
sono conti di questa fertile contrada.
In distanza di 4 miglia sulle montagne vedesi la picciola Città del Regio Demanio SUTERA
, che trae il suo nome dal greco vocabolo Sotir, Salvator, pel forte
Castello de' rimoti tempi in un luogo scosceso, ed inespugnabile, di
cui tuttora esistono le rovine. Il suo clima è molto freddo nel
verno ; ma l'aria vi è sempre salubre . Vi si contano 2611
abitanti. La chiesa parrocchiale riputasi opera di Giov.
Chiaramonte nel sobborgo detto il Rabato. Nell' altra parte, che
chiamasi il Rabatelloevvi l’antico convento de' Carmelitani .
Nel quartiere del
Giardinello spiccano la Parrocchia di S. Agata, con la casa de' Frati
Conventuali, il monast. delle religiose benedittine di S. Maria della
Grazia, lo Spedale, ed il Monte di Pietà. Nella parte più
bassa della Città, detta il Polmintello, osservansi la Chiesa di
S. Vito, ed il convento de' Cappuccini. Il territorio di Sutera ,
quantunque di poca estensione , abbonda in tutto, ed è irrigato
da molti ruscelli. Vi s'incontra in vari luoghi la cacciagione. Lat.
37°, 36'.
Un miglio discosto
da Sutera evvi ii monte detto il Calvario, spaccato da un gagliardo
tremuoto , che i Paesani, credono esser fiato quello appunto, che
avvenne in morte del Redentore . Fontana Fredda, o Bastiglia col titolo
di Contea, e podere della ragguardevole Casa Cajetano .
Casteltermine col tit. di Princ. della nob. fam. Termine Pal. e 5928. abit. Ha una sola parr. ed un convento di
Cappuccini.
L'ornano belle case, e tra esse la più rimarchevole è
quella del possessore, ch’è il Principe di Castelvetrano.
Campofranco, terra, e feudo nel
Territorio di Castronovo, ch'ebbe origine nel 1573 da Pietro Campo,
situata in luogo declive, in distanza non più di un miglio e
mezzo dalla Città di Sutera. La parroc. di S. Giov. regge tre
chiese filiali, e 2300 abitanti , che soltanto sono applicati a far
fiorire l’agricoltura . Vi è da vedersi il chiostro de'
Conventuali, nomato di S. Francesco, e non minore attenzione merita il
Palazzo del Principe. Resterà però tuttora memorabile
cotesto titolo pell’attuale possessore Antonio Lucchese-Palli,
maresciallo degli eserciti di S. M., caval. dell'insigne Ordine di S.
Gennaro, e Maggiordomo della Regina, da cui il Parnasso Toscano
è stato abbellito con leggiadri componimenti , la maggior parte
stampata in Napoli. Dolcissimo improvisante nella sua gioventù
destò l'ammirazione, scoprendosi, come ne' suoi vari metri
gareggiassero le grazie colla finezza del discernimento.
Fu egli, che nel
1762 adunò nella sua casa in Palermo in ogni settimana i
più luminosi Geni del Paese, che, accoppiando le solide
cognizioni al raffinato gusto delle Belle-Lettere, corrispondesse all'
intrapreso titolo di una Conversazione Galante. Quivi, sviluppatisi i
talenti pella poesia dell'allora giovanetto Sig. Giovanni Meli,
oggidì degno professore di Chimica nella Reale Accademia degli
Studi di Palermo, si trovò arricchita la lingua siciliana d'uno
de’ più belli Poemi Berneschi, La Fata Galanti , cotanto
gustata fin da gli stranieri, malgrado la difficoltà di
comprenderne gli idiotismi. Si è cominciata poco fa
l’edizione di tutti i suoi componimenti; nelle Canzonette, e
negl'Idilli non si stà in forse, che vi si debbano ammirare le
greche venustà degli Anacreonti, e de' Teocriti, in un
linguaggio non meno espressivo, ed insinuante . Imitatore
del celebre Redi
nel suo Ditirambo, non ha tralasciato nel tempo stesso di continuare le
sue ricerche nelle profonde verità della Fisica .
Bonpensiere, o Naduri, borgata con 400 persone del Princ. della Trabia, edificata nel 1630.
Serradifalco
ha il titolo di Ducea per il nobile Casato Lo Fsso, e 2266 abitanti. Le
strade spaziose, e dritte, il magnifico Palazzo , alcune belle case de'
particolari, il dolce clima rendono quella terra assai commendabile.
S. Cataldo
, terra con Marchesato e 7216 abitanti della ragguardevolissima
famiglia Galletti, che pur gode il titolo di Principe di Fiume Salato
pell’Imera, o il F. Salito che scorre in quelli suoi poderi. Il
suo Maggior Tempio della Concezione, il Convento de' FF.
dellaMercè, i capuccini , ne accrescono il pregio, oltre de'
fertili contorni in ogni forte di biade, ed in pascoli. In varie
miniere, cavasi il zolfo il più eccellente di Sicilia a giudizio
de’ conoscitori. Chiamafi zolfo vergine , d'uro, trasparente , e
d' un colore simile al tuorlo dell'uovo. Stimabili anch'esse sono le
solfatare di Milocca, di Noto, di Riesi, di Licata, di Bivona , e di
cent'altri luoghi.
A sinistra del cammino trovasi la terra di S. Caterina
posta in una pianura; ornata di 6 chiesw. Ha il titolo di Principato ,
ed era de' Sigg. Grimaldi, oggidì il titolo è del Princ.
delli Ficarazzi , la terra ed i poderi del Princ. di Castelnuovo. Abit.
3105. Fu edificata nel xv secolo nel feudo di Risicalla o di
Risisichildia.
Caltanissetta grossa, e
doviziosa terra col titolo di contea del Principe di Paternò.
Ivi fu Petiliana, benché Pietro Carrera la scostasse fino nella
terra di Delia. Il gran fiume Salfo vi sta all'Oriente non più
lungi di 4 miglia e si travalica col superbo ponte dì Capo
d'Arso, formato da un grand' arco soltanto che appoggiasi nelle due
estremità alle opposte rupi. A' avuta la rinomanza di essere un
capo lavoro dell' arte , e quindi si è collocato dal volgo tra
le tre cose più ammirabili dell'Isola; un Monte, cioè
l'Etna, un Ponte, ed è quello, di cui parliamo, ed un Fonte,
cioè l’Aretusa, quando fosse vero, che si unisca
sotterraneamente in modo singolare al fiume Alfeo della Grecia . L'
Iscrizione, l’epigrafe del plus ultra palesano, che il ponte di Capo d' Arso
sia stato fatto a spese di Carlo V dal Viceré Giov. Vega. La
massima altezza dell'arco è di palmi 80. Il feudo di Capo
d’Arso nel Val di Noto reca il tit. di baronia al nob. sigg.
Crescimanno della Città di Piazza. Vi si distingue una
abbondante miniera di zolfo . Ivi presso v'è una fontana di gran
pericolo a coloro, chi vi dimorano vicini pelle cattive esalazioni, che
riempiono l'atmosfera. Un buon numero di conventi, di belle e ricche
Chiese, una Collegiata, eleganti edifizi pubblici e privati rendono
estremamente pregevole Caltanissetta. Nella Relazione del 1770 vi si
noverarono 15131 abit., e 4182 fuochi. Luiggia de Luna fece collocare
il teschio della Contessa Adelaide nipote di Ruggieri nel tempio di S.
Domenico, dove sono sepelliti gli antichi conti . Si ritrovò
cinto di una corona di bronzo con una laminetta , che recava il di lei
nome e la sua stirpe. Il suo territorio è fertile, piacevole,
ben coltivato;vi si trova un Iago pescosissimo; né vi mancano
copiose greggi, alveari, vigne ed ulivi. La sorgente, detta
l’Acqua Santa, ha un sapor di latte , e virtù purgativa.
Presso il fiume
Salso scaturisce in vari luoghi l’olio petroleo non molto
dissimile del bitume giudaico. L'arciprete gode molte preminenze ed ha
il titolo di regio cappellano, concedutogli dall' imp. Federico.
Il gran fiume Salso,
o sia il rinomato appo gli antichi Himera Meridionale, che col
Settentrionale, serviva di confine agli antichissimi Sicani, sorge,
come in altro luogo si disse, dalle Madonie nelle vicinanze di Polizzi.
Al primario fonte detto Fatuzza si uniscono l’acque di
Donna-alta, e dopo ricevute altre fiumare prende il nome di fiume di
Petralia , molto temuto nel verno da' passeggieri. Vie più
s'ingrossa col Fiume Pelizzaro, c’ha il suo capo tra Ganci e
Petralia , e pur chiamasi fiume della Vanella. Divengono salate le di
lui acque, dopo che gli si accoppiano vari ruscelli, che passano pelle
miniere di sale presso Regiovanni. L’adunamento de’ due
fiumi Salso e Petralia fassi sotto il diroccato Castello di Rasicudia
nel luogo chiamato la Mandra del Piano. Finalmente fi uniscono ad esso
dov'è il Ponte di Capo d' Arso, l'acque del fiume Morello, la di
cui scaturigine è sotto il Monte Artisino; indi dopo la
Rocca-stretta , ch'è una rupe assai scoscesa, dove Fazello
scoprì un leone intagliato nel vivo masso , mette foce a Levante
di Leocata.
Tra' feudi in
quella Diocesi si distinguono quei che formano la baronia di Manchi, e
Scala, spettante alla nobile Famiglia de' Lombardo, e Lucchese
palermitana.
Mario Tona