Libri da leggere
"Nel segno del carrubo" di Italo Angilella
Un contributo originale per capire la storia degli ultimi decenni di Milena
Italo Angilella, nato a Milocca (Milena), ma residente a Palermo, laureato in Giurisprudenza, ha pubblicato di recente un libro di 190 pagine (Edizioni La Zisa. Palermo, 2015) dal titolo "Nel segno del carrubo".
Agli studiosi ed agli appassionati di storia locale, Angilella propone nelle dense pagine, arricchite da alcune foto del tempo, avvenimenti belli e brutti della Milocca - Milena che videro protagonista l'illustre padre, Salvatore Angilella.
Le prime pagine sono dedicate ad una rivisitazione sintetica della storia di Milena sino agli inizi del 1900, periodo durante il quale comincia ad emergere la figura di Salvatore Angilella.
Il 1909 è l’inizio della presenza concreta e tangibile nelle borgate di Milocca di un uomo che segnerà indelebilmente la storia di quel territorio sino agli anni Sessanta. Nasce la Società Cooperativa Agricola di Produzione e Lavoro di Milocca (l’attuale Cassa Rurale e Artigiana di Milena) per l’impegno, lo zelo e la determinazione di Italo Angilella. Lo stesso che si adopererà per il riconoscimento nel 1923 dell’autonomia amministrativa di Milocca (poi Milena), a seguito della fusione delle frazioni denominate Milocca e San Biagio e appartenenti, rispettivamente, ai comuni di Sutera e Campofranco (R.D. 30.12.1923, firmato dal Re Vittorio Emanuele III e da Mussolini, allora Presidente del Consiglio dei Ministri).
Un episodio accaduto alla vigilia della ricorrenza del 24 maggio 1920 contribuisce a delineare i tratti della personalità dell’Angilella e del suo agire per il bene della comunità in cui è nato. Riguarda la collocazione di una lapide a ricordo dei militari caduti per la Patria nella cosiddetta Grande Guerra del 1915-18. Collocazione che incontrava il diniego o il non “pronunciamento” del clero, visto che la lapide doveva essere posta all’interno della Chiesa Matrice. La sua tenacia lo condusse davanti all’Arcivescovo di Monreale, l’unico che avrebbe potuto concedere l’autorizzazione. Così nel tardo pomeriggio del 24 maggio 1920, la lapide fu incastrata sul muro esterno della chiesa, dove si trova ancora oggi.
Tanti altri episodi e vicissitudini, alcuni legati alla gestione della Cassa Rurale, altri alla vita vivace politica locale dell’immediato Dopoguerra, rappresentano Salvatore Angilella come una persona preoccupata delle sorti del proprio paese e del benessere dei propri concittadini, da commissario prefettizio nel 1927 a sindaco nel 1943 per volere degli Americani, ai diversi incarichi ricoperti responsabilmente nella Cassa Rurale e Artigiana di Milena.
Il lavoro di Italo Angilella è un esempio di "sentimento amoroso che lega in figli ai genitori" e un modo per non dimenticare il proprio genitore e nel contempo uno squarcio di luce nuova su un periodo della storia recente di Milena, per certi versi, visto da angolazione diversa.

Vincenzo Nicastro