Senago, 3° Incontro Montedoresi

E’ diventata ormai una tradizione per i montedoresi residenti al Nord (in Italia e Francia) incontrarsi. Per la terza volta lo abbiamo fatto a Senago il 15 Novembre 2015, ma non è detto che in futuro non lo si possa fare in altre città.
I 53 partecipanti (tra questi anche figli, mogli e mariti non nativi del nostro paese) ci siamo ritrovati a pranzo presso il Ristorante “Giampy” di Senago dove tra una portata e l’altra- con piatti ben curati e apprezzati dai convenuti- c’è stato un momento culturale e di recupero di ricordi di vita vissuta nei decenni scorsi a Montedoro: Emilio Duminuco, accompagnato dalla chitarra di Pippo, ha letto alcune pagine del suo libro “Varbarìa” e lo stesso Pippo ha cantato canzoni, un paio delle quali costruite su mie poesie. Federico Messana ha donato copie di alcuni suoi libri. Eravamo presenti montedoresi di diverse generazioni, nativi e di seconda e terza generazione, preadolescenti e persone mature come il “nostro” Francesco “Ciccio” Saverio Velardita che ha letto alcuni suoi ricordi facendoci conoscere curiosi personaggi della Montedoro degli anni 40.
Non tutti i partecipanti si conoscevano, stante le diverse età, il tempo trascorso dalla loro partenza dal paese, le distanze delle loro abitazioni, se si pensa che all’appuntamento sono arrivati dalla Francia, da Torino, dal novarese, dal varesotto, dal pavese, dal milanese… Ma per un pomeriggio era come se ci trovassimo tutti nella Piazza di Montedoro, come succede in occasione delle feste estive. Conoscenti, amici ci siamo ritrovati dopo diversi anni e ci siamo augurati che l’evento possa ripetersi ancora e altri montedoresi possano parteciparvi.
Prima del saluto di commiato ai partecipanti è stato fatto dono di un calendario predisposto in maniera “casalinga” grazie alle immagini inviatemi da alcuni amici e al paziente lavoro di “montaggio” di un amico: accompagnano ciascun mese due immagini di uno stesso luogo di Montedoro, com’è adesso e com’era in passato. Ma il “nostro” paese è sempre quello, perché, come dice Cesare Pavese “Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.”

Nicolò Falci

P.S.: agli amici che desiderassero una copia del calendarietto potrò inviarne una copia in formato pdf scrivendomi all’indirizzo di posta elettronica falci.nicolo50@gmail.com