A Sutera originale mostra di presepi di carta
Per tutto dicembre e gennaio il museo etnoantropologico di Sutera ha
ospitato una singolarissima mostra di presepi di carta, più di
cinquanta di varie epoche, artisti e nazionalità.
E’ stata inaugurata il giorno dell’Immacolata, dopo la
messa al Carmine, dal nostro arciprete padre Francesco Miserendino e
dal Sindaco Giuseppe Grizzanti ed ha rappresentato uno dei momenti di
accoglienza organizzati dall’Assessore Marisa Montalto Monella
per i visitatori durante i giorni del presepe vivente.
Padre Francesco ha ricordato la natura fragile della carta che si
consuma facilmente, ma che ha rappresentato anche un mezzo molto
economico per portare anche nelle case dei più poveri il
messaggio spirituale della nascita di Gesù. Il presepe infatti
rappresenta il racconto dei Vangeli con le figure della Sacra Famiglia,
il bue e l’asinello, gli angeli ed i pastori, i re magi, che
vengono ritagliati e disposti a piacere dentro o vicino la grotta.
Si tratta di una tradizione antichissima, inaugurata da pittori del
Settecento come il palermitano Vito D’Anna o Francesco Londonio,
i cui dipinti su carta sono custoditi presso chiese o sacri collegi
milanesi. Ovviamente non erano per tutti e quindi si cominciarono a
stampare delle composizioni non colorate che poi venivano colorati
secondo i propri gusti o quello dello stampatori che attraverso delle
mascherine lasciavano filtrare il colore seguendo i contorni delle
vesti o le parti del corpo (le chiamavano pochoir, ma sono gli stencil
di oggi). Poi la fine dell’Ottocento scoprì la
cromolitografia e rappresentazioni ancora più raffinate
animarono le case insieme ai quadri religiosi appesi alle pareti. Si
continuò ancora nel secolo scorso creando dei pop up che, con
una leggera pressione laterale delle mani, davano profondità al
presepe disponendo le figure su vari livelli tridimensionali. Ed ancora
i creatori come Kubasta si sbizzarrirono a farli a fisarmonica o a
farli alzare in verticale partendo da un libro chiuso che, appena
aperto, assumeva una costruzione da ammirare, in un primo tempo, solo
davanti e dai lati e, successivamente, a 360 gradi.
Si mandavano per fare gli auguri e purtroppo, assolto il compito
natalizio, li abbiamo buttati o dimenticati tra le varie carte in
soffitta.
Ma il Natale è la festa più bella dell’anno,
dolcissima, che predispone agli acquisti. Lo sapevano bene le aziende
che per tutto il Novecento hanno regalato dei fogli natalizi insieme ai
loro prodotti. Tra gli esempi più corretti c’è
quello della Agfa Gevaert che li ha stampati rispettando il racconto
del Vangelo e della tradizione; tra i più stravaganti invece
quello del caffè Perola che ha ridisegnato a modo suo la scena
dell’Epifania. Che cosa portarono i re magi a Gesù
Bambino? Il caffè!! Tanto caffè, un macinino per
raffinarlo ed altri prodotti della Ditta, con i poveri cammelli ed
elefanti quasi schiacciati dal peso. E non era rimasto spazio per
miserie come l’oro, l’argento e la mirra.
Insomma tutto si può dire. Ma non che i re magi non fossero generosi.
Mario Tona