Sutera, riaperta al culto la chiesa di San Francesco

Il 21 febbraio scorso è stata riaperta al culto la chiesa di Santa Maria di Gesù, conosciuta come chiesa di San Francesco o dei Cappuccini, dopo la chiusura per ristrutturazione per un breve periodo.
Secondo gli studi dello storico Calogero Ferlisi (Le prediche manoscritte del Padre Girolamo da Sutera in Francescanesimo e cultura nelle province di Caltanissetta ed Enna a cura di Carolina Miceli, Biblioteca francescana di Palermo), la Chiesa risale al ‘500, ma il convento dei Cappuccini venne eretto canonicamente nel 1621, su richiesta dell’università o comune con il plauso della cittadinanza. Esso venne costruito con ben 25 celle sui resti cinquecenteschi, che a loro volta erano stati di origine carmelitana. Dopo il terremoto del 1693 i Cappuccini dovettero ricostruire ancora una volta la loro casa, che pare sia stata dimora del venerabile padre Gioacchino La Lomia di Canicattì, noto ed illustre predicatore, famoso per virtù e santità.Nel 1870 la chiesa fu incamerata dallo Stato con i suoi beni mobili e immobili e nel 1934, a seguito del Concordato del 1929, fu retrocessa in stato di abbandono. Secondo gli scritti dell’arc. P. Giuseppe Carruba (in Le opere d’arte delle chiese di Sutera, 1987) l’ultimo frate che visse nel convento fu fra Rusariu, che si traferì nel 1940 nella casetta del cortile Margherita al civico 11, dove morì il 15 maggio dell’anno successivo. Nel 1958, per salvaguardare l’incolumità dei fedeli, la chiesa fu chiusa al culto. Fu totalmente ricostruita nel 1965 sull’area preesistente (m20 x m6); l’ex convento fu demolito nell’ottobre del 1973 e il suolo fu espropriato dal Comune per ampliare il cimitero.
La chiesa oggi è totalmente rinnovata, dal portone disegnato da P. Francesco, agli infissi, i fari, le luci e tutto l’impianto elettrico, la sacrestia e i servizi. La ristrutturazione, nello specifico, è ispirata al Salmo 103, inno di benedizione di un peccatore che ha sperimentato il perdono gratuito e coinvolge in una lode cosmica le creature e gli angeli: “Tu stendi il cielo come una grande tenda…”. Il soffitto, infatti, è un cielo costellato da circa quattrocento stelle bianche, mentre sul presbiterio spiega le ali la colomba dello Spirito Santo. Nel cielo di Dio si iscrive la storia dell’uomo, quindi dei Santi e di Maria. Sulle pareti, difatti, trovano adeguata collocazione i quadri di Donatella Marchini, commissionati dall’arc. P. Carruba, che rappresentano le Allegrezze di Maria (l’Annuncio dell’Angelo, la Natività, l’Offerta dei Re Magi, la Presentazione di Gesù al tempio, la Morte e Risurrezione di Cristo, l’Ascensione al Cielo, la Discesa dello Spirito Santo, l’Assunzione di Maria Vergine al Cielo), mentre all’ingresso e in prossimità del presbiterio vi sono le statue di Maria Immacolata (acquistata da P. Mariano negli anni ’50), San Francesco (acquistata dall’arc. Scibetta), Sant’Agata e Sant’Antonio (provenienti dalla chiesa di Sant’Agata). Al centro, sopra il tabernacolo di stile gotico, si erge un antico crocifisso. Anche il presbiterio è stato rinnovato secondo le norme previste dal Concilio Vaticano II. Le pareti sono dipinte con colori che vanno dal celeste all’azzurro delicato che indicano l’anelito del divino che è insito nell’uomo, intercalati dal bianco, simbolo della purezza necessaria nella ricerca del Padre e nel cammino di conversione, e dal dorato di Dio che entra nella vita dei figli, portando la sua luce, rappresentata dai brillantini sparsi.
La chiesa è aperta ogni primo lunedì del mese per la Celebrazione Eucaristica pomeridiana; il 31 maggio, festa della Madonna della Visitazione (chiusura anno catechistico con giochi oratoriali all’aperto); la terza domenica di settembre; a ottobre per il Triduo di San Francesco e la festa dell’inizio dell’anno catechistico; il 2 novembre, commemorazione dei defunti.
Si ringraziano l’arc. P. Francesco per l’impegno mostrato nella ristrutturazione della chiesa e tutti i fedeli che hanno contribuito con le loro donazioni economiche. Non rimane a tutti che piegare le ginocchia per pregare Dio, Maria, San Francesco e tutto il paradiso!

Carmelina Sanfilippo