Semi di senape
Lavoro e arte
Soggiogare
e dominare, coltivare e custodire sono verbi che troviamo nei primi
capitoli del libro della Genesi. Tali azioni sono affidate al primo
uomo, Adamo, affinché eserciti un potere che sia in corrispondenza con
quello di Dio. In altre parole, alle origini era affidato all’uomo una
serena signorìa sulla natura; la sua fatica era ben ricompensata, il
frutto del lavoro delle sue mani riusciva bene.
Con il comando di
«sottomettere la terra» (cf. Gen 1,28), l’uomo e la donna imprimevano
alle loro opere un riflesso della signorìa di Dio. La sponsalità e la
fecondità, inserite in un disegno estetico e divino, portavano così a
splendore l’ordine della creazione. Una luce era posta nelle mani
dell’uomo; egli aveva il compito di coltivare e custodire il giardino,
salvo di non arrogarsi dell’albero del bene e del male (cf. Gen 2,
15-17).
L’intervento plasmatore di Dio è imitabile dall’uomo che
riconduce la natura alla grazia, le opere materiali alla luce
soprannaturale. Il buon artigianato offre un esempio di come materiali
e arte possano coniugarsi. Le opere d’arte nascono spesso da
un’intuizione sulla tecnica, sulla materia e sulla forma. In questo
senso festeggiare al primo maggio san Giuseppe, come patrono dei
lavoratori, è l’occasione per richiamare il rapporto fra lavoro e arte.
È
da notare che in una delle nazioni più industrializzate, la Gran
Bretagna, una tale festa non esiste. Si ha comunque il “Labor Day” cioè
la festa del lavoro. E in Italia per molti il primo maggio è
giustamente la festa dei lavoratori. I lavoratori cristiani si
richiamano a san Giuseppe.
Il lavoro, sì, può divenire una occasione
di festa, se consente all’uomo di dare un senso trascendente all’opera
delle sue mani. Per salvaguardare il creato occorre riconoscere la
scintilla divina che brilla nella natura; di solito, in termini
scientifici, non si parla di creazione quando si rimanda alle realtà
fisiche e naturali. Il passaggio che la fede invita a compiere è che le
attività tipiche dell’”homo faber” prendano un senso mistico; cioè, la
mistica dell’azione permette di tenere occhi aperti sui problemi della
vita e della società, e di inserire tali problemi in una visione di
fede.
Il lavoro ci collega a Dio; si riconosce Lui come creatore, si
rende gloria al Figlio di Dio, Gesù Cristo, che ha lavorato come
carpentiere. Il lavoro del falegname specializzato (o del piccolo
imprenditore di carpenteria e costruzioni, come dicono alcuni studiosi
della Bibbia) è espressione dell’opera artistica divina che si
rinnovava nell’officina di Nazareth. Il lavoro, praticato da Gesù per
mantenere se stesso e la madre sua vedova, era come un’opera di
restauro della condizione umana.
Il lavoratore che tramite
intelligenza, industriosità, applicazione nobilita la sua professione
(come pure le arti e i mestieri) è immagine della potenza di Dio che ha
consegnato all’umanità il nobile governo del creato.
Salvatore Falzone sac.