- La Carovana migranti partita da Torino incontra i migranti di Sutera
- La
Carovana migranti ha toccato Sutera lunedì undici aprile,
accolta in piazza Zucchetto dall’amministrazione comunale, la
cooperativa I Girasoli che gestisce a Sutera il progetto migranti, la
maestra Virginia della scuola pubblica presso cui gli studenti migranti
hanno frequentato un corso di italiano concluso con un esame e
certificazione di livello A2.
- Il
Comune li ha ospitati nelle case del Rabato e negli spogliatoi del
campo sportivo, mentre la sera la cooperativa dei Girasoli guidata da
Santina Lombardo ha offerto una cena etnica nei locali
dell’auditorium comunale dove tutti, ospiti migranti e cittadini
intervenuti alla manifestazione, hanno apprezzato le specialità
della cucina africana e asiatica.
- L’arrivo
della Carovana è stato l’ultimo momento di una
manifestazione durata tre giorni, per celebrare il secondo anno di
attività dello Sprar a Sutera, insieme ad operatori e migranti
delle strutture gemelle di Milena e Riesi. Nel pomeriggio di sabato
nove aprile sono invece arrivati i ragazzi dello Sprar di Barcellona
Pozzo di Gotto per far conoscere la loro esperienza di una web radio
animata da italiani e stranieri. Hanno raccontato e fatto vedere che
l’iniziativa può essere esportata e ricreata altrove,
utilizzando un normale computer, programmi open source ed una linea
internet. Lo stesso gruppo di Barcellona ha poi continuato a fare
musica la sera in piazza Zucchetto.
- La
domenica del dieci aprile è stata dedicata ai bambini che,
sempre all’auditorium hanno potuto vedere film di animazione
sulla complessa realtà mediorientale.
- Ed
infine, l’undici pomeriggio, l’arrivo a Sutera della
Carovana, impegnata in una campagna di sensibilizzazione di
verità e di giustizia per i migranti (e non solo). La Carovana
ha infatti anche toccato Mondeggi, una terreno della provincia di
Firenze in cui da due anni un gruppo di produttori biologici,
professori, studenti, cittadini del luogo e stranieri hanno avviato un
modello di sviluppo ecosostenibile coltivando i terreni ed evitando che
il demanio li venda per fare cassa. I membri della Carovana e gli
ospiti raccontano ognuno le proprie esperienze.
- Ed
è proprio questo parlare e conoscersi senza intermediari alla
base del progetto della Carovana che si finanzia da sola. Libera da
sponsor che possano condizionarla, visita i luoghi in cui ci sono delle
buone pratiche (altra tappa è stata Riace) per conoscerli senza
filtri e poter raccontare a sua volta le esperienze di cui sono
portatori. Infatti erano con loro anche messicani e sudamericani che
parlano di “un altro” viaggio, parallelo a quello del
Mediterraneo,dal sud e centro America verso gli Stati Uniti: stipati in
treno-merci che spesso non arrivano a destinazione, catturati o uccisi
dai narcotrafficanti,o buttati giù dal treno dalle forze
dell’ordine messicane. E con loro anche tunisini ed algerini a
testimoniare l’altro flusso che attraversa il Mediterraneo per
sbarcare sulle nostre coste. L’attenzione della Carovana non era
focalizzata solo su località prevedibili come Lampedusa, ma
ugualmente su altre aree critiche come Niscemi ed il sistema del Muos,
con i rischi per l’ecosistema, l’economia (le carciofaie
locali infatti trovano sempre meno mercato) e la salute dei cittadini.
- La
Carovana a Sutera ha visitato la mostra di Juan Esperanza al Carmine ed
ascoltato nel chiostro del convento le canzoni dell’emigrazione
ad opera del nostro cantastorie Nonò Salamone. Poi nel tardo
pomeriggio c’è stato l’atteso incontro con i
migranti residenti a Sutera, gli operatori della cooperativa I Girasoli
ed i cittadini. Sulle pareti dell’auditorium e sulle poltrone
hanno esposto le foto dei tanti migranti (algerini, tunisini,
sudamericani) scomparsi alcuni durante il viaggio della speranza, ma
tanti altri dopo essere arrivati. Uomini scomparsi dopo che è
stato documentato l’arrivo. Si sono susseguite le testimonianze
dirette di studenti e madri sudamericani o messicani che hanno
raccontato di assassinii e scomparse, di come le donne messicane si
organizzano per portare ristoro e cibo ai migranti dei treni in corsa
diretti verso gli Stati Uniti. Vi sono madri sudamericane che si sono
stabilite in Messico perché non hanno perso la speranza e
cercano ancora i loro figli, come Ana Gricelides Enamorado.
- Poi
ci hanno parlato dell’altro viaggio lungo il Mediterraneo.
Kouceila Zerguine è un avvocato algerino del collettivo dei
parenti degli Harraga di Annaba: tanti suoi connazionali sono scomparsi
dopo l’arrivo in Europa; Imed Soltani è un tunisino
dell’associazione “La terre pour tous”, e ci ha
parlato del figlio di cui si sono perse le tracce dopo l’arrivo
in Italia, arrivo certo perché documentato dalla stampa o dai
telegiornali. La stessa sorte toccata ad altri 504 tunisini. Tanto
dolore ed una ricerca che continua, senza rassegnazione, sperando in
qualche incontro miracolo.
- Il
rovescio positivo della medaglia l’hanno raccontato i migranti di
Sutera, ospiti in strutture di accoglienza dopo aver toccato
l’Italia. E’ stato un confronto intenso e sincero, sollievo
e domande più grandi di noi, su chi ha avuto fortuna e a chi
invece tocca il dolore, e sul futuro.
- Così
la Carovana è diventata il luogo dove gli uomini si incontrano e
cercano di comprendere e di comprendersi, laboratorio anche di nuove
iniziative. Infatti i componenti di origine araba della Carovana
riflettevano sulla opportunità di estendere l’itinerario
delle due carovane, quella sudamericana e quella mediterranea, anche
sulla sponda africana. Nuovi percorsi, altre occasioni,
sensibilizzazioni, presa di coscienza. E chissà che anche questo
possa avvicinare una soluzione, di umanità. Popoli vicini che
aiutino i governi ad essere vicini.
- Mario Tona
- Nelle
foto: 1-Donne messicane aiutano i migranti diretti negli Stati Uniti;
2-a sinistra Imed Soltani il padre, l’interprete e, in basso, la
foto del figlio scomparso.