Sutera, convegno sulle antiche miniere di zolfo

Domenica 20 novembre 2016 l’auditorium comunale di Sutera ha ospitato un convegno sulle antiche miniere di zolfo presenti nel territorio, in particolare le due, la Lupo e la San Paolino, che nel 1905 provocarono la frana della montagna, mettendo fine alle attività estrattive e lasciando in eredità un enorme problema urbanistico con la vasta area da trasferire.
Il pubblico era numeroso e tale è rimasto nonostante le due ore e mezza dei relatori che si sono alternati. Nè è stata una conferenza fine a se stessa. L’assessore Nino Pardi ha lavorato per molti mesi anche manualmente a scavare dove erano i forni e gli ingressi delle miniere, insieme a qualcuno dei rifugiati ospitati a Sutera, mostrando alla fine del convegno (e forse è meglio cominciare dalla sorpresa finale) una serie di foto sul buono stato di conservazione di ciò che resta, che non sembra poco e che può essere inserito in un percorso turistico di fruizione in grado di stimolare interessi compositi di esplorazione, speleologia, letterari, geologici, di storia del lavoro.
Ha aperto i lavori il Sindaco Giuseppe Grizzanti che ha portato i saluti della amministrazione, seguito dallo storico Gero Difrancesco che ha ricostruito la tragica vicenda del crollo, mentre il geologo Carmelo Orlando ha descritto la formazione dell’altopiano gessoso-zolfifero nel contesto della evaporazione del Mediterraneo, deposizione ed emersione dei vari tipi di rocce. Il dott. Michele Brescia del distretto minerario di Caltanissetta ha aggiunto preziose informazioni sul patrimonio delle miniere ormai dismesse, dando notizie specifiche sull’apertura e chiusura di quelle locali. Il responsabile della protezione civile della nostra provincia ha ricordato le condizioni di sicurezza da offrire nella fruizione degli itinerari turistici. Il dott. Giovanni Badino, che si occupa di climatologia, ha spiegato le differenze di temperatura tra superficie e caverne o grotte interne o sotterranee, utilizzabili come luoghi di circolazione tra aria fredda e calda, conservazione del freddo e del ghiaccio (da noi le cosiddette nivere), con esempi e foto spettacolari di varie parti del mondo.
Poi la dott.ssa Claudia Chiappino ha fatto vedere alcuni esempi virtuosi e redditizi di riconversione delle miniere dismesse in altre attività.
Al termine della conferenza, nonostante la comprensibile stanchezza, siamo scesi per le scale di piazza Sant’Agata fino ai piedi delle mura della stessa piazza, dove c’è la galleria in pietra che in qualche modo la sorregge. Lì Juan Esperanza, il nostro artista di origini messicane, ha collocato una sua installazione: tanti volti di terracotta a grandezza naturale che si susseguono e tutte le loro bocche collegate insieme da un filo di corda vivamente colorato. Sembra il filo di una comunicazione continua ed ininterrotta tra persone. E per questo l’autore l’ha chiamata Coesistenza.

Mario Tona