Sutera, presentato romanzo di JimTatano
Sabato 27 maggio nel chiostro dell’ex convento dei Carmelitani è stato
presentato il romanzo La Ragnatela del Potere di un giovane scrittore
di 33 anni dai molteplici interessi, nome di battesimo Rosolino, ma da
tutti chiamato Jim per la sua passione per la musica rock.
JimTatano vive a Villaba, collabora con diverse testate giornalistiche
ed è autore de “Il Magico Giardino” (2009) , de “Il Mito della
Lanterna” (Edizioni il Ciliegio, 2012), e de “I dieci anni del
Ciliegio” (AAVV, Edizioni il Ciliegio, 2013). È iscritto all’Ordine dei
Giornalisti di Sicilia come pubblicista. Con un filo di ironia, nel suo
sito blog aggiunge: “Si dice che abbia fatto anche altro”!
(jimtatanosite.wordpress.com).
Infatti collabora anche con il sito “i viaggi di Cicerone” del suo
amico giornalista Giuseppe Taibi, che è venuto a presentarlo a Sutera
insieme ad Emilia Pardi.
Ci aspettavamo una presentazione vecchio stile, con due relatori ad
offrire le proprie impressioni, da osservatori esterni, sulla catena di
delitti che coinvolge a Roma i membri della elite al potere.
Invece è uscita una intervista, da parte di Emilia Pardi e Giuseppe
Taibi, che ha permesso allo scrittore di spiegare la genesi del romanzo
dall’interno, le esigenze e i bisogni che lo hanno guidato nella scelta
dei personaggi, dei tempi e della storia. Una presentazione informale,
ma efficace che riportiamo integralmente.
Il romanzo è stato pubblicato nel 2017 dalla Bonfirraro editore di
Barrafranca nella collana Giallonero. Il libro è stato presentato in
molti comuni della nostra terra ed è acquistabile in libreria, ma anche
su Amazon oppure ibs.it o direttamente sul sito della casa editrice.
Tu sei un giornalista, come mai la scelta di inserire tra le vittime proprio un giornalista? E le altre quattro vittime?
Il libro tocca il riferimento di
molti poteri, quindi ho voluto menzionare anche quello mediatico che è
fortemente avversato, pur avendo le sue colpe. Le altre vittime
rappresentano altri poteri, clericale, finanziario ecc.
Da dove nasce l'idea di quest'opera? e quando?
È nata molti anni fa. Mi piaceva
l'idea di poter parlare e "creare" un complotto verosimile, uno scontro
tra poteri. Un tutti contro tutti in cui emerge la reale natura dei
diversi poteri.
I luoghi in cui è ambientato il romanzo sono dei luoghi reali? Dalla loro descrizione sembra che tu conosca molto bene Roma...
Sì, tutti luoghi reali molto
affascinanti. Almeno per me. Io amo molto Roma, città maltrattata dal
potere che disprezza la cultura, ma questa a Roma sovrasta tutto. Ogni
pietra di Roma racconta una storia misteriosa e affascinante, forse è
questo il motivo del mio amore.
Tra i personaggi chiave del romanzo
compare la figura del nonno. Puoi raccontarci questo personaggio? Si
tratta di un nonno di Villalba?
Non è un nonno di Villalba, io ho
avuti nonni differenti, e - ahimè - non così ricchi. Il nonno del
protagonista si chiama Antonio Majorana e finché è vivo si sa poco,
pochissimo, forse solo che abbia fatto la seconda guerra mondiale e che
sia un bibliotecario. Alla sua morte il nipote, Davide Majorana, riceve
una eredità favolosa. Da lì si apre la porta del mistero...
Il ruolo didascalico del nonno nei
confronti del nipote sembra essere affidato alla sua morte ad un altro
personaggio, La Tierre. Parliamo di lui. Già dalla descrizione fisica
molto dettagliata appare come un uomo abbastanza ambiguo e misterioso,
di che personaggio si tratta?
È l'uomo che conosce bene le
dinamiche del potere, non teme lo scontro, e non teme nemmeno di
richiamare al rispetto i potentissimi. È inoltre un uomo di fascino e
di gusto, elegante, ironico, ma in tutto questo si profila un
personaggio ambiguo, simbolo forse di un machiavellismo con tinte
ancora da comprendere - forse non negative.
Oltre ai tratti tipici del thriller,
il romanzo contiene molto altro: c'è la Storia, c'è introspezione, si
parla anche d'amore. Come definiresti questo genere?
Il libro è stato definito "un
thriller sofisticato", credo che questa definizione sia calzante. C'è
un po' di tutto perché mi piace scrivere libri con dei contenuti. Che
non è scontato come si creda.
Il libro è interamente raccontato in prima persona. Come mai allora la scelta del prologo in terza persona?
È stata un azzardo, però era utile
per la cooperazione con il Lettore Modello. Ovvero, in parole povere,
il prologo è utile per prendere per mano il lettore, il resto per
fargli rivivere emozioni e intrighi utili a indagare su questioni
interiori ed esterne, sociali e individuali, poter "vedere" delle
immagini che ha dentro e altre che esistono nella vita reale di
tutti.
A chi o cosa ti sei ispirato per scrivere questo libro e, in generale, chi sono le tue muse?
A tante cose, Storia e microstoria,
invenzioni letterarie, fantasie varie. Non ho avuto muse particolari, è
stata per me una storia intrigante e divertente da scrivere, una
piccola sfida nel tessere una intricata ragnatela del potere.