Al Circolo franco-italiano e ai suoi fondatori nel suo Cinquantenario
Ed un bel giorno noi facemmo un sogno:
andare incontro a chi ne ha bisogno
crear per questo un’Associazione
tra gli emigrati residenti qui a Lione.
Perché il sogno venisse realizzato
in sessanta ci abbiamo lavorato.”
Questo è successo nel sessantasette:
son cinquant’anni, se ci si riflette!
Certo che i tempi son molto cambiati
e un po’ francesi siamo diventati.
Abbiamo sì, un poco, l’erre moscia,
però non ci private della brioscia.
Abbiam lasciato il nostro paesello
e all’inizio non è stato bello.
Nel cuore sempre abbiamo Montedoro
ma ringraziamo chi ci dà lavoro.
Di questa terra che ci accolse un dì
-di cui ignoravamo l’ABBICCI’-
oggi noi siamo parte integrante,
come qualsiasi altro suo abitante.
Ben scritto quel giorno nel verbale
era forse lo scopo essenziale:
creare un sodalizio di persone
col fine di assistenza e integrazione.
Non creare un ghetto di emigrati
ingessati nei ricordi, isolati,
ma un gruppo di persone ben attive,
aperto al nuovo mondo dove vive.
“Ed un bel giorno noi facemmo un sogno:
andare incontro a chi ne ha bisogno
crear per questo un’Associazione
tra gli emigrati residenti qui a Lione.
Perché il sogno venisse realizzato
in sessanta ci abbiamo lavorato.” …….
È passato del tempo da quel giorno:
rivedo ancora quegli amici a noi intorno…
e se qualcun di loro ci ha lasciato
da noi mai più sarà dimenticato!
Nicolò Falci
(22 aprile 2017)