Pagine di storia da ricordare

Le atrocità nella Grande Guerra 1915-1918
Dal diario di un ufficiale tedesco -2-
(continuazione)

Luglio 23    Porca vita è questa! Invece che a mezzanotte ho raggiunto la trincea alle 4 ½. Io credo che il volontario Italiano voleva farci sbagliare la strada. Una brava persona e colta. Si dice che se non fosse stato italiano sarebbe già un Alfiere. Mi sembrerebbe che così non fosse.
Sale o mia Austria. Gli Honved erano già impazziti. È facile immaginarlo. Non è un divertimento restare per due giorni sotto il fuoco terribile degli Italiani. Sono dei gran Signori quei tipi e fanno uno spreco (spreco)  di munizioni! …. Succederà a loro come i francesi. Veramente questa è una cosa che riguarda loro ed io ho i miei pensieri coi rompermi il capo se mi fa piacere.
Novamente incredibile ciò che succede qui in trincea. Teste, zaini, gambe, zolle di terra, viscera (viscere) , picchetti, tutto vola in aria. È un frastuono come se il mondo volesse ritornare nel Caos.
I miei soldati sono istupiditi e pazzi dal terrore. Non bastasse quei sporcaccioni che abbiamo rilevato ci abbiano lasciato in dietro i loro morti puzzolenti. Anche la maggior parte dei miei uomini è già fatta a brani dalle schegge . Al proprio la pena di ridursi in questo stato per questi quattro sassi pittoreschi del “Carso”.
Luglio 24     Notte terribile! Vorrei già essere morto. O non si farà più uscire qua questa fossa o ci si estrae a pezzi. Penso ai pittori di battaglia ed alla poesia del campo di battaglia. Vorrei conoscere il poeta capace di mettere in belle rime questi morti squarciati questi brandelli di carne di sangue ed i brani di cervella! ….
Ho avuto comunicazione che un intero battaglione di Hnved si è arreso che il tiro Italiano ha recato grandissimi danni anche alle artiglierie. Stiamo freschi! …
Ore tragiche! eppure bisogna che rida. Non posso farne a meno. Una scheggia di granata ha asportato i genitali al mio attendente! Eppure e così casto, ma proprio lì doveva colpirlo la granata Italiana?...
Povero Danke, è certo che tu non andrai in giro a far vedere la tua gloriosa ferita; certo tu non la mostrerai alle belle oche del tuo villaggio.
Luglio 25    Ore tragiche! Eppure la stanchezza mi aveva conciliato il sonno. Mi sveglio che era giorno. Ma non fui destato dal rombo delle cannonate.
Sentii sulla guancia qualche cosa di caldo che colava verso la bocca. Dio del cielo! …Erano brani di cervella di un caporale che giaceva sopra di me col cranio scoperchiato. Dio! … Dio! Mi libererai mai più da questa orribile impressione? …
Luglio 26    Ci hanno rilevato. Ma è finito per ora. Mi sento completamente demoralizzato. Anche i miei uomini sono istupiditi del tutto, con gli occhi sbarrati, tremano come fili d’erba.
Luglio 28    Ho dormito per tre giorni, mi sento meglio. Stanotte ritorniamo in trincea. È incredibile quanto puzzano i morti, da non poter resistere. S’apre la bocca per mangiare un boccone e s’inghiotte un puzzo concentrato di cadaveri. A canto a me c’è un dorso stroncato cl fegato pieno di vermi, le mosche passeggiano dal fegato al mio viso. Ripugnante proprio!...
Vorrei portare qui una madre che avesse un figlio alla guerra. Dico che in capo aduna settimana non esisterebbero più né Imperatori né Re né Generali. Ma le poverette nelle loro case credono che i feriti vengano curati e i morti sepolti colla croce ed il nome. Ce si creperebbe se non si fosse del tutto altresì indifferenti. Vivere in mezzo a questo putridume ed a questo orrore.
Ed il brano di cervello in bocca! Dio se ci penso mi par d’impazzire!... Niente rancio, niente birra, e nella notte si sente il concerto delle rane e dei rospi. Ciò m’asperisce ancor più la testa.
Luglio 30    Se un Dio vedesse dall’alto questi solchi puzzolenti, e stillanti sangue potrebbe credere che Madre natura abbia la mestruazione.
Agosto 2 Il Tenente medico dice che non è cosa da prendersi alla leggera. Ritornerà da me col Maggiore medico. Io non mi sento tanto male dicono che vaneggio tutte le notti.
Il cibo mi nausea ed ho sempre in bocca sapore di cervello umano.
Agosto 3 Mi si mandera (manderà)  in licenza per quattro settimane. Ciò è preferibile a qualsiasi medaglia. Oggi vado con Lardense Wolmer a Valaramia (a causa della grafia n sono riuscito ad identificare il luogo a cui il toponimo si riferisce) a ….. da una ragazza. Si trova di rado un’armonia di linea come nella Gilda. Una deliziosa precisione di linea e nessuna esagerazione nei fianchi e nel seno. E una schiena! …. Era straordinaria! La Venere giacente di Velasquez non è più bella. E in quanto a me preferisco le membra sode e rotonde della Margherita di Gorizia. Ho mal di capo.
Agosto 5 Non ricordo a giornata di ieri. Ho un mal di testa da impazzire. E una nausea del cibo! Se qualcuno mi presentasse un piatto di cervella all’uovo e mi promettesse le più belle donne di tutti tempi qualora io ne mangiassi, sia Elena, Eleonora o Madame Recarnier io volgerei la testa dal piatto. Ho sempre in bocca sapore di cervello umano.
Altri 13 prigionieri italiani. È reticolo ciò che si fa con loro. Li portano di qui di là e son sempre gli stessi. Io credo che siano quelli che abbiamo visti dieci giorni fa.
Agosto 6    Oggi ho visto per la prima volta i soldati della Landsturm  (Milizia territoriale, richiamata nel 1914) con fucili Weder. Credevo di scoppiare dalle risa. E la baionetta che v’era applicata! … È vero che gl’Italiani sono ancora alle lance; ma l’antico non è ridicolo, l fuori di moda lo è. Nessuno riderebbe davanti un cavaliere in armatura, ma di un borghese in frak e pantaloni a quadretti bianchi riderebbero anche i morti. Per mare si va splendidamente un sottomarino ha silurato la “Conte di Cavour”. Così la trinità italiana si trova in fondo al mare, l “Re d’Italia”, 2 “Garibaldi”, 3“Cavour”. Varsavia è caduta, Dubno è presa, il cantiere di Monfalcone è in fiamme. Meravigliosa scena di guerra? …. Pare che gl’italiani sgombrano le posizioni. Tukg de che allo stato maggiore corre la voce ch’essi preparano delle trincee per coprirsi la ritirata. Nell’ordine del giorno dell’arciduca Giuseppe è detto che un altro areoplano  italiano e stato ad atterrare nelle nostre linee. Forse urtò contro le sue corna. Voglio farmi mandare da Wolmer la storia dello schiaffo al capitano degli usseri che lo aveva reso un volgare
Agosto 7 La Conte di Cavour si è trasformata in un sottomarino.
Forse non è vero neanche questo. Per quanto la marina italiana non valga molto. L’Ammiraglio in capo è un alpinista! Oggi ho visto per la prima volta che gli areoplani italiani sono dipinti in verde, bianco e rosso. Mi si dice che questa è oramai storia vecchia. Sarà! … Io non l’ho mai notato prima di oggi. Cose simili mi sono del tutto indifferenti. Piangerei dal dolore di testa. Mi pare che la testa mi voglia scoppiare. Chi ha fatto la danza della morte nella trincea e non è stato travolto, non ha che una sola via aperta avanti a sé, la via del manicomio.

Agosto 8 L’Ida puzza come un caprone, ha e croste ai ginocchi. Ho schiacciato 17 cimici nel pagliericcio. Le contadine non guardano neppure il “Drachen” se fossero signorine di buona famiglia verrebbero meno del desiderio.
Agosto 9 Il mio attendente e morto. Tanto non era più un uomo! Ed anche io mi sento finito. Non riesco ancora a mangiare. Tutto ha sapore di cervella umane. Schifoso! ….
Il Maggiore medico è stato ancora da me. Un uomo ruvido ma benevolo, soltanto che mi fà delle domande curiose. Che io sia pazzo d’avvero? … Forse perché io comincio a credere nella Vittoria degli imperi centrali? …. La Russia ha tradito lo slavismo, l’Inghilterra ha deluso il mondo la Francia si è palesata più miserabile di quanto si poteva supporre, l’Italia si è fatto sfuggire il momento buono.
Agosto 11    Ieri ho avuto la febbre ed ho vaneggiato tutto il giorno. Oggi mi sento molto debole. Sono sceso soltanto adesso a godermi il tramonto. I cipressi del cortile accanto sono tutti di porpora e d’oro. Qualcosa di duro come l’acciaio ha urtato contro a mia anima e l’a ridotta in frantumi. Io vedo nell’aia la villana vecchia che scende ad attingere acqua e la versa nella conca di pietra perché i buoi la bevano. Essa è come la guerra che toglie gli uomini alle loro case e li versa nelle trincee perché la morte li prenda …(illeggibile)

Note sparse
1.    Non vi è al mondo nulla di più stupido d’una guerra mondiale giacchè ognuno si troverà al punto di prima e dovrà pagarsi i debiti da solo.
2.    Io credo che dopo questa guerra molte teste coronate perdono la corona. La salma di Luigi XVI aspetta con ansia i suoi colleghi e se avesse la testa ritirerebbe.
3.    Dio punirà l’Inghilterra e la fedifraga Italia, ma se aspettiamo l’aiuto di Dio stiamo freschi
4.    Non serve che i nostri ufficiali si vestano color fieno perché traspare già abbastanza il fieno che anno nella testa. Ciò sia detto degli ufficiali di carriera.
5.    Maggior Generale …. Se resta molto tempo fuori di casa sarà papà un’altra volta.
6.    Io credo che per molte femmine la guerra sarà la benvenuta. Sono state violate cosa che sempre piacere a una femmina ed ora possono godersi la vita e hanno mille ragioni per non farsi chiamare prostitute.

Per fare una sorta di controcanto ho trascritto anche il diario di mio nonno, che fu in zona di guerra dal 7 giugno 1915 al 30 giugno 1916, ossia un periodo che copre lo stesso tempo in cui l’ignoto ufficiale sloveno era in trincea. 
Lo scritto di Umberto Rocchi, è anch’esso alquanto breve, tredici paginette, alle quali affidò la narrazione degli avvenimenti che lo coinvolsero a partire dal 13 maggio 1915.
Benché mio nonno, come dicevo, fosse rimasto in zona di guerra fino al 30 giugno del 1916, il racconto si interrompe il 22 ottobre del 1915, evidentemente smise di scrivere. Che non si tratti di un racconto troncato dalla perdita di alcune pagine lo si arguisce dal fatto che la numerazione delle pagine del quaderno prosegue senza soluzione di continuità.
Nel trascrivere questo secondo diario ho adottato il medesimo metodo utilizzato per il primo, ho cioè conservato integralmente errori e modi di dire.
Lo scritto di mio nonno è, per certi versi, più schematico; ciò non ostante, i due diari pur nella loro stringatezza, ricordiamo che non sono testi filosofici o letterari, sono entrambi pervasi da una un intreccio di sentimenti e umanità.
Sono antiretorici nel rifiuto della guerra, nella manifestazione della paura, nel racconto dei corpi smembrati dalle bombe, nel feto dei cadaveri insepolti e nella comune valutazione che, i nemici, per come sparano, …sono impazziti.
In sostanza questi brevi scritti ci dicono che i sentimenti degli uomini che in guerra si combattono sono gli stessi e, inconsciamente, non fanno distinzione fra nemici e trincee contrapposte. 
Involontariamente ci dicono: Tu sei il mio nemico, ma nello stesso tempo io sono il tuo nemico. Tu sei me, io sono te. 
Solo il caso ci ha fatto nascere in paesi diversi; solo la follia di qualcuno ci ha messo un contro l’altro dentro divise differenti; tutto ciò però non può cancellare ciò che ci rende simili.
Leggendo questi frammenti di diario mi è sovvenuta la Guerra di Piero, la celebre e sempre attualissima canzone di Fabrizio De André, dove due uomini si contrappongono, l’un contro l’altro armato, solo in un del colore della loro divisa e dove la morte e la vita sono il frutto di alchemiche combinazioni di tempo e di luogo.

Elo Seminara
Continua - 2
La prima parte è stata pubblicata sul n. 494, aprile marzo, 2017.