Il coraggio di votare
(ovvero lo sfogo di un elettore prima delle elezioni)
Da anni ormai non trovo più il coraggio di votare, limitandomi
semplicemente al voticino per le elezioni del sindaco del comune di
Sutera. Credo sia necessario un coraggio da leoni per recarsi alle
urne. Come si fa a votare una persona che si reputa, già a
priori, un ladro? Non può definirsi diversamente una persona che
appena eletta subito ti percepisce oltre i quindicimila euro al mese,
mentre la maggioranza è costretta a sopravvivere con appena
mille o duemila al mese.
Non sono mai riuscito a spiegarmi come mai i parlamentari della
Germania, la nazione più ricca d’Europa, percepiscono meno
dei parlamentari italiani, in compenso gli operai tedeschi guadagnano
almeno il doppio degli operai italiani. Per non parlare di quei signori
politicamente raccomandati che sono stati collocati alla guida di enti
pubblici.
Ricordo a tal proposito una intervista fatta ad un certo Mastropasqua,
ex presidente dell’INPS, che intervistato da alcuni giornalisti,
circa l’ammontare del suo stipendio, si vantava di percepire per
quattro volte più di Obama.
Praticamente l’uomo, nelle cui mani sono affidati i destini del
mondo intero, guadagna solo la quarta parte di un modesto presidente di
un ente pubblico italiano.
Ancora più sorprendente era la moglie di costui, la quale
riusciva a svolgere contemporaneamente circa trenta lavori in vari
enti, percependo di conseguenza altrettanti stipendi. Costei, fornita
di casco e motorino, riusciva a sfrecciare per le vie di Roma,
adempiendo con una firmetta qua e l’altra là a tutte le
necessità richieste, surclassando il povero marito che percepiva
appena quattro volte più di Obama.
A questo di stipendi d’oro, bisogna aggiungere le pensioni
d’oro, che in qualche caso raggiungono anche i novantamila euro
al mese, i vitalizi e i trattamenti di fine rapporto milionari, ecc.
ecc.
L’Italia è così ricca da potersi permettere il
lusso di strapagare la casta dei privilegiati e dei raccomandati?
Malgrado tutto ciò bisogna trovare il coraggio di andare a
votare. A tal proposito, debbo ammettere che i Grillini ispirano una
certa simpatia, perché sono stati gli unici a diminuirsi lo
stipendio, peccato che, pur essendo stato il partito più votato,
non abbiano avuto il coraggio di governare votare limitandosi a
criticare l’operato degli altri.
Da parte mia voterò chiunque mi assicurerà che saranno
dimezzati gli onorevoli, i loro stipendi d’oro, i loro vitalizi,
le buonuscite milionarie, le tasse e chi soprattutto riuscirà a
fermare questa invasione incontrollata di disperati che ogni giorno
arrivano in Italia per essere nutriti, accuditi e curati a spese del
popolo italiano. Se qualcuno pensa che sia la comunità europea a
provvedere al loro sostentamento, si sbaglia di grosso. L’Italia,
infatti, annualmente versa sedici miliardi di euro alla Comunità
Europea, parte dei quali viene restituita all’Italia, se i nostri
governatori avranno dimostrato di aver speso i soldi ricevuti secondo
le direttive europee, pena l’immediata restituzione. Sono rimasto
veramente disgustato allorché qualche anno fa sentii dire in un
telegiornale, che la Regione Sicilia dei 600 milioni ricevuti, ne aveva
dovuto restituire ben 550 perché non era stata in grado di
presentare i progetti richiesti, sebbene i nostri ospedali, scuole e
l’intera rete stradale sono alquanto malridotti.
Non so se qualcuno si sia mai chiesto perché le
popolazioni sub-sahariane non percorrono la rotta più sicura,
cioè la costa occidentale dell’Africa, per poi
attraversare il Marocco e quindi lo stretto di Gibilterra, al fine di
poter giungere in Spagna. Non sono mai riuscito a spiegarmi
perché preferiscono attraversare il deserto del Sahara, dove
chissà quanti ne muoiono senza che se ne sappia nulla, giungere
in un paese in guerra civile come la Libia, dove tante donne e uomini
sono subiscono maltrattamenti di ogni genere, indi attraversare il
canale di Sicilia su barconi fatiscenti che molto spesso affondano. Io
credo che questi poveri disperati affrontano ogni tipo di pericolo
perché sono stati illusi da una pubblicità ingannevole
(Mare Nostrum e Triton), che in Italia avrebbero trovato il paese dei
balocchi e quindi una vita migliore. Niente di più sbagliato.
Purtroppo la vita migliore viene riservata solo a chi riesce a
dimostrare di scappare da un paese in guerra, il gesto viene condannato
ad oziare nei centri di accoglienza. colore che sopravviveva chiedendo
il carrello della spesa ai vari utenti.
Qualcuno mi ha tacciato di essere populista, razzista, privo di ogni
umana sensibilità e di non comprendere le sofferenze patite dai
migranti, ma guarda caso io stesso sono figlio di un emigrante. Mio
padre per sostenere la sua numerosa famiglia fu costretto per vari anni
a lavorare in Francia, dove trovò lavoro dodici ore di lavoro al
giorno negli altiforni francesi per una modestissima paga; lo stesso
dicasi di mio suocero che lavorava dall’alba al tramonto nelle
foreste tedesche. A differenza di questi migranti, che per la maggior
parte dei casi finiscono con l’oziare nei centri
d’accoglienza, mentre i nostri genitori non solo hanno arricchito
le nazioni dove lavoravano ma con i loro modesti risparmi che inviavano
in Italia hanno permesso il boom economico degli anni Sessanta.
Paragonare questi parassiti colorati ai nostri genitori significa
insultare la memoria dei nostri morti.
Il tanto decantato ricollocamento dei 160 mila migranti in esubero in
altre nazioni della Comunità Europea, si è risolto in un
vero fallimento; infatti solo quattromila migranti sono stati
ricollocati, gli altri sono rimasti intrappolati in Italia a farsi
mantenere dai tartassati italiani.
Ma quello che è ancora peggio è il fatto che
l’Italia, assieme ad altre nazioni europee, abbia dovuto pagare
la Turchia, affinché bloccasse la rotta balcanica dei migranti,
aggiudicandosi l’esclusività dell’accoglienza.
Praticamente paghiamo la Turchia perché ci regali anche tutti i
migranti provenienti dall’Asia. Ogni giorno tutta la nostra
marina, unitamente ad alcune organizzazioni umanitarie, è quasi
esclusivamente impegnata a girovagare per il Mediterraneo alla ricerca
di naufraghi che su gommoni o barconi fatiscenti, muniti di cellulari
satellitari, si avventurano nel Mediterraneo pur di arrivare in Italia.
Inevitabilmente, insieme a tanti disperati in cerca di un lavoro che in
Italia non esiste, importiamo anche malviventi, tant’è che
un terzo dei detenuti delle nostre carceri sono stranieri. Ogni
detenuto costa al popolo italiano circa quaranta euro al giorno, lo
stesso dicasi per ogni migrante che viene accolto, tale cifra aumenta
se si tratta di un minorenne. Siamo una nazione così ricca da
poterci permettere di mantenere e salvare il resto del mondo? Io non lo
credo, specialmente quando sento dire al telegiornale che il 40% degli
italiani sono disoccupati e che chi ha la fortuna di lavorare molto
spesso è un precario sottopagato o un lavoratore in nero; che
oltre centomila giovani ogni anno sono costretti ad emigrare in cerca
di un lavoro. È una fuga in massa di cervelli, per la maggior
parte diplomati e laureati, in compenso importiamo una marmaglia di
persone che a stento balbettano qualche parola di italiano, con la
conseguenza di un impoverimento economico, sociale e culturale del
nostro popolo. La maggior parte delle nostre piccole e medie aziende
chiudono, soffocate dalle tasse; la maggior parte dei nostri anziani,
specialmente quelli che abitano nelle grandi città, per
sopravvivere vanno a rovistare nei bidoni della spazzatura, mentre
quelli che sono in buona salute, preferiscono scappare nei paesi
dell’est, dove anche con 600/700 euro al mese, si può
vivere dignitosamente.
Alcuni mi dicono che questi migranti possono essere una risorsa
economica, soltanto perché hanno trovato lavoro presso i centri
d’accoglienza o in qualche associazione che aiuta gli
extracomunitari.
A mio parere sono una risorsa solo per i proprietari dei centri
d’accoglienza, che percepiscono 35 euro per ogni migrante, per
gli imprenditori che affittano centinaia di appartamenti, dove di norma
un solo bagno viene utilizzato da una decina di persone;
sono una risorsa per i vari caporalati che li sfruttano per 10-15 euro
al giorno o peggio ancora sono una risorsa per la malavita organizzata
che riesce in tal modo ad ottenere manovalanza a buon mercato; sono una
risorsa per gli scafisti che lucrano con il commercio di carne umana e
probabilmente sono una risorsa per qualche sedicente organizzazione
umanitaria.
Ma certamente per gli onesti lavoratori italiani ogni barcone che arrivi rappresenta soltanto uno aggravio di tasse.
Forse è arrivato il momento che le nazioni più ricche e
potenti, anziché depredare i cosiddetti paesi del terzo mondo
delle loro materie prime, li aiutino nei territori dove vivono,
costruendo fabbriche e infrastrutture sul posto. Sono sicuro che a
nessuno piace emigrare e vivere in un paese straniero.
Come si fa a trovare il coraggio di votare quando si viene a conoscenza
della realtà dei fatti? E’ ovvio che il partito più
numeroso sia quello degli astenuti. Pur tuttavia non bisogna mai
arrendersi, ma scuotersi e trovare il coraggio di votare, possibilmente
per quei partiti che hanno veramente l’intenzione di aiutare
prima gli italiani e poi il resto del mondo.
Salvatore Butera