“LA PAROLA” 3
Il Padre Nostro
La grandezza di Dio e la piccolezza dell’uomo. Quando
l’uomo dimentica questa realtà egli è portato molto
spesso a sentirsi dio e quindi capace di tutto, anche di sostituirsi a
Dio.
Vi ricordate cosa è successo ad Adamo quando con la sua mente
spinto da Eva disobbedendo al comando di Dio pensò che lui senza
Dio potesse essere uguale a Dio? Si aprono i suoi occhi e si accorge di
essere nudo. Cioè senza Dio l’uomo non è nulla, un
semplice vermiciattolo. Con Lui invece è capace di compiere cose
grandi. Infatti il salmista si accorge che l’uomo è
piccola cosa. (salmo 8) E la meraviglia è che nonostante questo
egli sia sempre nella memoria di Dio, anzi nel suo cuore. L’uomo
in Lui trova la sua grandezza nonostante la sua piccolezza nei
confronti dell’universo. E difatti nel salmo c’è un
alternarsi di grandezza e di piccolezza. La grandezza di Dio è
affermata all’inizio e alla fine, è il punto fermo. Da
qualunque parte lo guardi, Dio è grande. Diverso è invece
il caso dell’uomo. Egli ti appare grande o piccolo, secondo
l’angolatura da cui lo osservi. Se lo confronti con la
immensità dei cieli, o lo misuri col tempo, con la morte, con il
susseguirsi delle generazioni, con il numero sterminato degli uomini
che nascono, che vivono un’esistenza che pare insignificante, che
muoiono) ti viene da pensare: cosa conta un uomo? Eppure Dio,
esclama il salmista, si ricorda di lui e l’ha fatto di poco
inferiore a se stesso. Se lo guardi dall’angolatura di Dio,
l’uomo è grande, un solo uomo vale più del
firmamento: “tutte le cose hai posto sotto i suoi piedi”.
Si direbbe, dunque, che la Bibbia non è giunta ad affermare la
grandezza dell’uomo, di ogni uomo, osservando concretamente
l’uomo e la sua capacità di dominare la natura, la sua
distanza dalle cose e la sua superiorità su di esse. La partenza
biblica è teologica: ha accolto la grandezza dell’uomo, di
ogni uomo, riflettendo sul comportamento di Dio, sul suo amore, sulla
sua alleanza. Tutto questo è significativo. Ci assicura che il
riconoscimento di Dio non è a scapito del senso dell’uomo,
ma ne è il fondamento. L’uomo biblico è affascinato
dalla bellezza dell’uomo, e lo considera un capolavoro che le
mani di Dio misteriosamente costruiscono nel grembo della donna. Ma
alla fine l’uomo biblico e convinto che la sua dignità non
sta nella propria bellezza, o nella forza, o nell’intelligenza.
È l’amore di Dio che dà dignità
all’uomo. L’esperienza più profonda dell’uomo
biblico è lo stupore di essere amato da Dio. Che cosa è
l’uomo, perché ti ricordi di lui? Dio alitò su di
lui ed egli entrò in quel circolo d’Amore, capace
perché è amato, di amare anche lui con un amore donazione
e accoglienza, anzi capace di donare la sua vita per l’altro.
Capace di santificare il Padre e il Figlio per mezzo dello Spirito
Santo. L’uomo in Dio è grande perché Dio solo
è grande.
Diac. Vincenzo Esposito