Ricordata Santa Barbara protettrice dei minatori
A Montedoro, del mondo delle miniere di zolfo, iniziatosi nel 1813, e dei minatori, è rimasto ben poco: il forno Gill della miniera Nadurello accanto al Museo della zolfara e alcuni ruderi dei castelletti di quella che è stata la miniera Gibellini. Anche se in molte famiglie un congiunto ha lavorato nelle zolfare gli ex minatori sono rimasti in pochi: la miniera di Gibellini è stata chiusa nel 1975. L’unico evento che ricorda quel mondo fatto di lavoro, bassi salari, sacrificio, fatica, infortuni e, a volte, la tragedia degli incidenti mortali, rimane la celebrazione della festa in onore di Santa Barbara protettrice dei minatori, ecc. Quando le miniere erano in esercizio la festa si celebrava nei capannoni e negli spiazzi delle “pirrere” con la presenza straordinaria dei familiari con la celebrazione della santa messa e un nutrito trattenimento a cura dell’amministrazione. Oggi, la santa messa è celebrata in chiesa, con la partecipazione dei pochi minatori, ancora viventi, e di tanti familiari che hanno avuto un loro congiunto “surfararu”. Il 3 dicembre, la messa vespertina, è stata concelebrata da don Amedeo Duminuco, da don Salvatore Asaro con la partecipazione anche del sindaco Federico Messana. Nel salone parrocchiale, dopo la messa, vi è stato un rinfresco. Come ha detto Angelo Terrana, a nome dei minatori presenti, la celebrazione della Festa di Santa Barbara ha lo scopo di non fare dimenticare i minatori e le miniere che sono stati la vita di Montedoro per quasi duecento anni. Si lavorava, si soffriva e si guadagnava il pane per la famiglia. Altri minatori presenti: Puma Faustino, Bufalino Giacomo, Diliberto Antonino, Mantione Pietro, Sciandra Santo, Bonadonna Matteo e vedove e figli di minatori defunti.
Lillo Paruzzo