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“La Parola”
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Padre nostro che sei nei cieli, sia
santificato il tuo nome
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In questa puntata inizieremo ad
approfondire la preghiera del Padre Nostro.
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Dopo aver parlato di Dio Padre e in
qualche modo anche con la relazione con l’uomo vedremo, andando
avanti, che senso ha dire adesso “Che
sei nei cieli”. Lui non è
un padre – madre come è in questo mondo. Come il nostro papà o la
nostra mamma. Certo per ognuno di noi è importante un padre e una
madre.
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Chi non ha avuto questo dono, o non ha
conosciuto l’amore di chi gli ha dato la vita, porta nel cuore una
grande sofferenza. Eppure proprio perché c’è Lui che è nei cieli
e scruta e conosce nel profondo tutti e ciascuno sempre, nelle notti
e nei giorni della nostra vita, nessuno sarà mai veramente
abbandonato da Dio ed essere solo. Questa
espressione biblica non significa un luogo («lo spazio»), bensì un
modo di essere; non la lontananza di Dio, ma la sua maestà. Il
nostro Padre non è «altrove»: egli è «al di là di tutto» ciò
che possiamo concepire della sua santità. Proprio perché è tre
volte Santo, egli è vicinissimo al cuore umile e contrito: «Ben a
ragione queste parole, Padre
nostro che sei nei cieli, si
intendono riferite al cuore dei giusti, dove Dio abita come nel suo
tempio.
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Pertanto colui che prega desidererà che
in lui prenda dimora colui che è il Santo».
«I cieli potrebbero essere anche
coloro che portano l'immagine del cielo tra i quali Dio abita e si
muove». Il simbolo dei cieli ci rimanda al mistero
dell'Alleanza che viviamo quando preghiamo il Padre nostro. Egli è
nei cieli: questa è la sua dimora; la casa del Padre è dunque la
nostra «patria». Il peccato ci ha esiliati dalla terra
dell'Alleanza, ed è verso il Padre, verso il cielo, che ci fa
tornare la conversione del cuore. Ora, è in Cristo che il cielo
e la terra sono riconciliati, perché il Figlio «è disceso dal
cielo», da solo, e al cielo fa tornare noi insieme con lui, per
mezzo della sua croce, della sua risurrezione e della sua ascensione.
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Quando noi preghiamo: «Padre nostro che
sei nei cieli», professiamo che siamo il popolo di Dio, già fatti
sedere nei cieli, in Cristo Gesù, nascosti con Cristo in
Dio, mentre, al tempo stesso, «sospiriamo in questo nostro
stato, desiderosi di rivestirci del nostro corpo celeste»
I cristiani « siamo nella
carne, ma non viviamo secondo la carne. Passiamo la nostra vita sulla
terra, ma siamo cittadini del cielo». Questo è il senso della
preghiera
che ci ha insegnato Gesù Cristo; infatti nel giro di poche frasi,
Lui raccoglie ed esprime le richieste essenziali dell’uomo al suo
Creatore. Una preghiera esemplare. [Che
sei nei cieli. Sia santificato il tuo nome. Venga il tuo regno. Sia
fatta la tua volontà. Come in cielo così in terra. Dacci oggi il
nostro pane quotidiano. Rimetti a noi i nostri debiti. Come noi li
rimettiamo ai nostri debitori. Non ci indurre in tentazione. Ma
liberaci dal male>>.
Come possiamo capire facilmente la prima parte del Padre nostro è
rivolta a Dio e così apprendiamo il nostro rapporto con Lui, e la
seconda è una richiesta che facciamo a Dio per noi. Lui è lì a
custodirci nell’amore, a vegliare per noi, ad aspettare con trepida
attesa della nostra risposta. E questo ci basta per avere la
speranza, e sapere che un giorno le Sue braccia ci accoglieranno,
come quelle del più tenero, della più tenera fra i padri e le
madri. Sappiamo che Perché Lui dai cieli infiniti veglia su tutti e
ama ciascuno di noi amore infinito! Andiamo avanti, dopo aver
scoperto Che Lui è nei cieli e noi siamo con Lui.
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Adesso passiamo al
secondo punto <<Sia
santificato il Tuo Nome >>.
Santo vuol dire ciò che è separato, separati per Te o Padre.
Santificare il Tuo nome, allora vuol dire scegliere di separarci da
tutto per Te, consegnarci perdutamente a Te, perché Tu sei la vita,
la sorgente e la patria, il grembo adorabile e provvidente della
nostra esistenza. Santificheremo il Tuo nome quando anteporremo
l’adorazione e l’amore per Te a tutto.
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Allora mettiamo
Dio al primo posto, io penso che sia l’unica cosa da fare. Il pane
è importante, la libertà è più importante, ma la cosa più
importante di tutte è la costante fedeltà e l’adorazione mai
tradita. Se noi ci separiamo da tutto per Te, Tu ci darai tutto il
nostro vero bene e ci restituirai a tutti, facendoci partecipi del
Tuo amore per ognuna delle Tue creature: è così che ci chiami a
farci solitudine per diventare amore! Ci inviti a stare nascosti con
Cristo in Te, per fare compagnia al Tuo amore e al Tuo dolore per
ogni essere vivente. Tu santifichi il Tuo Nome perché ci rapisci a
noi stessi e ci restituisci al mondo, ricchi di Te, donati agli altri
da Te, prigionieri d’amore che da Te imparano sempre di nuovo a
farsi servi, per irradiare l’amore con cu Tu ci ami. Tu il Santo,
separato per noi, perché noi, poveri peccatori, possiamo essere
santi, separati per Te in Te offerti ad ogni creatura. Voglio
concludere e penso che quando leggerete quando vi ho scritto vi
fermerete in silenzio a gustare la gioia che nasce nel nostro cuore
sapendo che Dio non è lontano ma proprio vicino, anzi dentro di noi
nel nostro cuore innamorato di Lui.
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Diac Vincenzo
Esposito