La Parola” - 4
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome

In questa puntata inizieremo ad approfondire la preghiera del Padre Nostro.
Dopo aver parlato di Dio Padre e in qualche modo anche con la relazione con l’uomo vedremo, andando avanti, che senso ha dire adesso “Che sei nei cieli”. Lui non è un padre – madre come è in questo mondo. Come il nostro papà o la nostra mamma. Certo per ognuno di noi è importante un padre e una madre.
Chi non ha avuto questo dono, o non ha conosciuto l’amore di chi gli ha dato la vita, porta nel cuore una grande sofferenza. Eppure proprio perché c’è Lui che è nei cieli e scruta e conosce nel profondo tutti e ciascuno sempre, nelle notti e nei giorni della nostra vita, nessuno sarà mai veramente abbandonato da Dio ed essere solo. Questa espressione biblica non significa un luogo («lo spazio»), bensì un modo di essere; non la lontananza di Dio, ma la sua maestà. Il nostro Padre non è «altrove»: egli è «al di là di tutto» ciò che possiamo concepire della sua santità. Proprio perché è tre volte Santo, egli è vicinissimo al cuore umile e contrito: «Ben a ragione queste parole, Padre nostro che sei nei cieli, si intendono riferite al cuore dei giusti, dove Dio abita come nel suo tempio.
Pertanto colui che prega desidererà che in lui prenda dimora colui che è il Santo». «I cieli potrebbero essere anche coloro che portano l'immagine del cielo tra i quali Dio abita e si muove».  Il simbolo dei cieli ci rimanda al mistero dell'Alleanza che viviamo quando preghiamo il Padre nostro. Egli è nei cieli: questa è la sua dimora; la casa del Padre è dunque la nostra «patria». Il peccato ci ha esiliati dalla terra dell'Alleanza, ed è verso il Padre, verso il cielo, che ci fa tornare la conversione del cuore. Ora, è in Cristo che il cielo e la terra sono riconciliati, perché il Figlio «è disceso dal cielo», da solo, e al cielo fa tornare noi insieme con lui, per mezzo della sua croce, della sua risurrezione e della sua ascensione.
Quando noi preghiamo: «Padre nostro che sei nei cieli», professiamo che siamo il popolo di Dio, già fatti sedere nei cieli, in Cristo Gesù, nascosti con Cristo in Dio, mentre, al tempo stesso, «sospiriamo in questo nostro stato, desiderosi di rivestirci del nostro corpo celeste» I cristiani « siamo nella carne, ma non viviamo secondo la carne. Passiamo la nostra vita sulla terra, ma siamo cittadini del cielo». Questo è il senso della preghiera che ci ha insegnato Gesù Cristo; infatti nel giro di poche frasi, Lui raccoglie ed esprime le richieste essenziali dell’uomo al suo Creatore. Una preghiera esemplare. [Che sei nei cieli. Sia santificato il tuo nome. Venga il tuo regno. Sia fatta la tua volontà. Come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano. Rimetti a noi i nostri debiti. Come noi li rimettiamo ai nostri debitori. Non ci indurre in tentazione. Ma liberaci dal male>>. Come possiamo capire facilmente la prima parte del Padre nostro è rivolta a Dio e così apprendiamo il nostro rapporto con Lui, e la seconda è una richiesta che facciamo a Dio per noi. Lui è lì a custodirci nell’amore, a vegliare per noi, ad aspettare con trepida attesa della nostra risposta. E questo ci basta per avere la speranza, e sapere che un giorno le Sue braccia ci accoglieranno, come quelle del più tenero, della più tenera fra i padri e le madri. Sappiamo che Perché Lui dai cieli infiniti veglia su tutti e ama ciascuno di noi amore infinito! Andiamo avanti, dopo aver scoperto Che Lui è nei cieli e noi siamo con Lui.
Adesso passiamo al secondo punto <<Sia santificato il Tuo Nome >>. Santo vuol dire ciò che è separato, separati per Te o Padre. Santificare il Tuo nome, allora vuol dire scegliere di separarci da tutto per Te, consegnarci perdutamente a Te, perché Tu sei la vita, la sorgente e la patria, il grembo adorabile e provvidente della nostra esistenza. Santificheremo il Tuo nome quando anteporremo l’adorazione e l’amore per Te a tutto.
Allora mettiamo Dio al primo posto, io penso che sia l’unica cosa da fare. Il pane è importante, la libertà è più importante, ma la cosa più importante di tutte è la costante fedeltà e l’adorazione mai tradita. Se noi ci separiamo da tutto per Te, Tu ci darai tutto il nostro vero bene e ci restituirai a tutti, facendoci partecipi del Tuo amore per ognuna delle Tue creature: è così che ci chiami a farci solitudine per diventare amore! Ci inviti a stare nascosti con Cristo in Te, per fare compagnia al Tuo amore e al Tuo dolore per ogni essere vivente. Tu santifichi il Tuo Nome perché ci rapisci a noi stessi e ci restituisci al mondo, ricchi di Te, donati agli altri da Te, prigionieri d’amore che da Te imparano sempre di nuovo a farsi servi, per irradiare l’amore con cu Tu ci ami. Tu il Santo, separato per noi, perché noi, poveri peccatori, possiamo essere santi, separati per Te in Te offerti ad ogni creatura. Voglio concludere e penso che quando leggerete quando vi ho scritto vi fermerete in silenzio a gustare la gioia che nasce nel nostro cuore sapendo che Dio non è lontano ma proprio vicino, anzi dentro di noi nel nostro cuore innamorato di Lui.
Diac Vincenzo Esposito