Tracce nel tempo, mostra di Juan Esperanza a Villa Aurea

All’interno dell’itinerario archeologico della Valle dei templi, dal 6 al 22 aprile Villa Aurea ha accolto la mostra di Juan Esperanza “Tracce nel tempo – percorso di fusione tra culture preispaniche e mediterranee”.  Il magnifico scenario della Valle, i templi ed i manufatti del vicino museo sono la cornice ideale per ospitare una ventina tra installazioni, sculture, dipinti e video in un continuo richiamo ed analogie con le culture precolombiane del Centro e Sud-America, come le ha rivissute ed interpretate un artista messicano trapiantato in Sicilia, precisamente a Sutera, dal 1990.
In un suggestivo articolo sulla rivista online Segno, Dario Orphée La Mendola ricorda le origini della civiltà messicana e le sue affinità con le tradizioni culturali dei popoli precolombiani del Sud, per poi spingersi ad un immaginario collegamento con manifestazioni analoghe fiorite intorno al Mediterraneo. E’ probabile, anzi molto probabile, come sostiene lo stesso autore dell’articolo, che la relazione sia un semplice azzardo, indimostrabile. Ma come non notare le somiglianze tra tanti manufatti nostri (a partire dalle Veneri paleolitiche) ed altri centroamericani delle dee, o dei, della fertilità centroamericani? In ogni casi Juan è l’artista ideale per operare una fusione artistica che getta un ponte tra l’America preispanica ed il Mediterraneo.
Nato a Città del Messico, dopo avere studiato all’accademia nazionale Esmeralda, ha lavorato per diversi anni in importanti aree archeologiche messicane come disegnatore e rilevatore ed oggi è un attento conoscitore della nostra cultura, arte e storia. Curatrice della mostra è la storica dell’arte Rita Ferlisi che ricorda le analogie sotterranee e “la fatale attrazione verso la morte” delle civiltà precolombiane, accostabili all’aspetto dionisiaco dell’antica civiltà greca ed occidentale e che Juan ci fa rivivere negli aspetti emozionali suscitati dalle sue creazioni.
Juan ha una ricchissima produzione artistica che ha esposto in tutto il mondo, dalla XLIV Biennale di Venezia alla IV Biennale di Cuenca in Ecuador e tante altre nei vari continenti. Ed un po’ il simbolo della assimilazione e fusione tra culture è il suo colore preferito, il giallo oro dei templi di Agrigento e delle piramidi Maya ed egizie. Che è anche il colore dei fichidindia, tipico prodotto siciliano. Cioè sudamericano.

Mario Tona