Proposta di itinerario religioso-culturale

I Pellegrini del Vallone

Passando dai meandri della terra al Castello di Mussomeli
visiteremo i tre Santuari del Vallone e la Breccialfiorata.

Sulle orme dei pellegrini del Vallone ripercorriamo il sentiero che congiunge i Santuari di alcuni paesi limitrofi dell’area nord-est della Diocesi di Caltanissetta: Campofranco, Sutera, Mussomeli e Acquaviva Platani.
Il nostro cammino inizia dalla Riserva Naturale Monte Conca e terminerà l’indomani sera alla Brecciafiorata di Acquaviva Platani.
Il primo giorno tappe brevi tutte in salita che dal fiume Gallo D’Oro ci porteranno a Campofranco e da li sulla vetta di Monte San Paolino (m820slm) a Sutera.
Il secondo giorno una tappa più lunga con un lieve dislivello ci condurrà a Mussomeli e infine ad Acquaviva Platani.
Il paesaggio è caratterizzato dalla presenza delle “rocche di gesso” che conferiscono alle erbe aromatiche un odore particolarmente intenso e donano alle costruzioni antropiche (cubuli) un colore bianco traslucido.
Mbriulate, polpettine con finocchietto selvatico e sambriglia, buccellati, formaggi e ricotta e pane scanatu ci sosterranno nella nostra fatica
Periodo consigliato in concomitanza della Breccialfiorata (Dal 16 al 20 giugno 2017), primavera e autunno.

Ritrovo. Riserva Orientata Monte Conca
Tratto unico. Riserva orientata Monte Conca m. 330 s.l.m.)
Guida CAI Dr Biancone (vincenzobiancone@libero.it) tel. 3358089759- (tempo previsto ore 09.00-13.30) http://www.caisicilia.it/riserve/riserva-naturale-monte-conca/
Dallo spettacolare inghiottitoio della riserva Naturale di Monte Conca fuoriesce lo spirito ancestrale del cammino di questa terra. Imboccando il bivio di Milena sulla SS 189 PA-AG, dopo circa tre km arriviamo a destinazione. Posta a sentinella del territorio sicano, tra il fiume Platani e il Gallo D’Oro, la riserva è il paradiso degli speleologi, meta di archeologi, escursionisti e scolaresche. Dalla sommità della riserva si osserva il fiume Gallo D’Oro che lambisce la base della grande rocca rotonda, l’antico ponte romano e lassù, in alto, monte San Paolino e il suo trecentesco Santuario. Il giro della riserva inizia alle ore 9.00 e prevede la visita in grotta fino alle 10.30, la salita alla sommità del monte e la discesa fino alle pendici dove si trova la risorgenza nella Grotta di Carlazzo. Dopo avere respirato l’aria salmastra dei meandri della terra, al di là del fiume, ci aspetta l’antico sentiero dei pellegrini che da Milena porta al santuario di San Calogero a Campofranco.
Inizia il nostro Cammino.

-    Primo Giorno - Riserva Orientata Monte Conca – Santuario San Paolino
Inizia il vero cammino intorno alle 13.00. Una tappa lunga e articolata dalla rive del Gallo d’Oro, le cui insenature tra i gessi del Messiniano conservano ancora le tracce degli antichi sicani, alle vette del santuario di San Paolino sull’omonimo monte.  Circa 6,5 chilometri, da percorrere in 4 ore comprese le soste. Si guada il letto del fiume e si incrocia l’antica trazzera che i pellegrini di San Calogero provenienti dalla vicina Milena percorrono di notte l’ultima domenica di luglio. L’odore del timo selvatico che cresce sulle rocche di gesso ci accompagna lungo la strada costeggiata da fichi d’india e spettacolari fiori d’agave alti fino a 4 metri. Campofranco ci accoglie con la sua bellissima Fontana della Rinascita, il Museo di Storia Locale, Arti e Tradizioni Popolari e il Santuario di San Calogero e ci accompagna nella visita il presidente della Proloco Calogero Termini. Alla festa è collegata la sagra dei Pupi di Pane.
Le trazzere lasciano il posto al percorso cittadino campofranchese, si ripresentano lungo la salita che si inerpica a Sutera e ci lasciano definitivamente alle porte dell’antichissimo paesino adagiato alle falde dell’imponente costone gessoso piramidale di Monte San Paolino. Siamo passati da un centinaio di metri sul livello del mare agli 820 della torre campanaria che domina il paesaggio dell’intera vallata. Il Santuario del 1300 conserva al suo interno pregevoli opere d’arte orafa siciliana: la sacra urna di San Paolino del 1498 e quella di Sant’Onofrio del 1649. Uno spettacolare tramonto sui monti sicani ci lascia stupefatti e ci accosta al crepuscolo rinfrancati dalle fatiche.  La tappa si può dividere in 3 tratti.
Primo Giorno
1° tratto: Ponte romano (130m.) – Santuario San Calogero-Campofranco (350 m.) – km 2– Tempo percorrenza h. 1,30 – Dislivello 250 metri. Pausa pranzo
2° tratto: Campofranco (350 m.) – Convento dei Carmelitani-Sutera (600 m.) – km 3,4 – Tempo percorrenza h. 1,20 – Dislivello 250 metri in salita.
3° tratto: Chiesa Maria SS del Carmelo (Museo etnografico) (600 m.) – Santuario San Paolino (820 m.) passando per il “Palummaru”– km 1– Tempo percorrenza 30 m.– Dislivello 220 metri in salita.

-    Secondo Giorno - Monte San Paolino– Breccialfiorata

Ci dà il buongiorno una coppia di rapaci illuminata dai primi raggi del sole che sta sorgendo alle spalle dell’Etna. Prima di iniziare la discesa, un ultimo sguardo a 360° del fantastico panorama e diamo la sveglia a tutta la vallata suonando l’imponente campana posta all’apice del monte. Giunti in paese incontriamo i nostri amici che hanno preferito dormire nei comodi B&B e attraversiamo il Rabato, uno dei Borghi più Belli d’Italia e sede del Presepe Vivente Kamicos, un gioiellino ricco di storia e cultura che conserva all’interno di caratteristici dammusi e grotte gli attrezzi degli antichi mestieri. In una grotta una splendida tavolata di prodotti tipici ci permette di fare una colazione d’altri tempi. Un vero e proprio tuffo nel passato.
 All’uscita del quartiere ci troviamo già in periferia in prossimità di antiche miniere e forni gill dei primi del novecento. Laggiù, oltre l’abbeveratoio “Capra”, l’antica trazzera Sutera-Acquaviva Platani, tra calanchi e rocche di gesso, ci porterà a Mussomeli. A metà del percorso, alle falde di Monte Caccione, facciamo una breve sosta all’omonimo agriturismo dove veniamo accolti dal calore dei proprietari e squisiti prodotti tipici. Lasciatoci alle spalle il belato del gregge dell’azienda Monte Caccione, lo sguardo volge già al territorio dell’antico maniero di Mussomeli, uno dei castelli più belli d’Italia. Lungo il sentiero, proprio alle porte della cittadina di Manfredi III Chiaramonte ancora tracce degli antichi sicani sul costone roccioso di Cangioli dove si trova un antico “palmento” scavato nella pietra.
 Ed eccola! La medievale cittadina di Mussomeli racconta la storia di questo angolo dell’isola, terra di feudi e di gabelloti, di mafiosi e di briganti, di baroni e di leggende. Ci immergiamo nel dedalo di viuzze e percorriamo la piazza San Giovanni subito dopo la quale si presenta imponente il Santuario della Madonna dei Miracoli. La leggenda racconta che la notte dell’otto settembre dei primi del 500, un paralitico venne guarito e sul luogo del miracolo venne rinvenuta una immagine della Madonna. Il culto della Madonna dei Miracoli di Mussomeli oggi vive anche all’estero nei paesi dove si trovano tanti emigrati mussomelesi. Lungo il percorso verso il Castello, il museo Archeologico ci propone i reperti di millenni di storia appartenenti alla cultura Polizzello-Sant’Angelo Muxaro, mentre a un centinaio di metri, la torre dell’orologio di Don Cesare Lanza, parricida della famosa baronessa di Carini, donna Laura, ci immette in un sentiero fantastico fatto di fantasmi, cavalieri e riunioni segrete. Dopo esserci rifocillati in uno dei tanti localini che ci portano alla nostra meta, siamo pronti a percorrere il sentiero scavato nella roccia che porta al Castello. Nella sala dei Baroni, dove vi fu appunto una di queste riunioni per ordire contro re Martino, godiamo della magnificenza architettonica del maniero, nido d’aquila fuso nella roccia, che domina le terre dell’antica comarca. Uno sguardo dalle strette bifore e risaliamo la scaletta che porta nella sala delle tre donne. Leggende e storia di fantasmi si incrociano in un susseguirsi di emozioni che ci portiamo dietro per la strada di Acquaviva Platani, distante appena 5 km dal Castello.
Siamo in prossimità della stazione ferroviaria dove Salvatore Quasimodo passò i suoi primi anni di vita. Un piccolo paesino segnato dalla emigrazione ricordata nel museo dell’emigrante dal quale prende spunto per innovare le tradizioni. La “Breccialfiorata” rappresenta una di queste innovazioni delle tradizioni che, riproponendo il tema della Via Crucis, riporta in auge una tradizione religiosa arricchita da un minuzioso lavoro artistico che coinvolge l’intero paesino del Vallone.
Siamo passati dall’Inghiottitoio della Riserva Naturale di Monte Conca alla vetta di Monte San Paolino, dall’architettonico Castello di Mussomeli all’artistica Breccialfiorata di Acquaviva percorrendo un viaggio nel tempo che rinfranca l’anima.
Secondo Giorno
1° tratto: Monte San Paolino (820 m.) – Rabato (600 m.) – km 1– Tempo percorrenza 30 m – Dislivello 220 metri. Colazione
2° tratto: Rabato (600 m.) – Agriturismo Monte Caccione (500 m.) – km 3,5 – Tempo percorrenza h. 1,30 – Dislivello 100 metri regia trazzera Sutera-Acquaviva Platani.
3° tratto: Monte Caccione (500 m.) – Santuario Madonna dei Miracoli Mussomeli ( 750)– km 6– Tempo percorrenza 2 h.– Dislivello 250 metri in salita.
4° tratto: Santuario Madonna dei Miracoli- Castello di Mussomeli- (Km 2 tempo 45m)
5° tratto: Castello-Acquaviva Platani ( Km 5- tempo previsto 1 h) dislivello lieve

Consigli di preparazione al Cammino
EQUIPAGGIAMENTO MATERIALE
- Borraccia per l’acqua
- Cappello
- Magliette e calze di ricambio
- Scarpe comode
- Sacco a Pelo e stuoino per dormire su monte San Paolino
- K-way (giubbino antipioggia)
- Un paio di sacchetti di nylon per i rifiuti e altro
- Salviette umidificanti
- Crema solare
- Costume – Asciugamani – Accappatoio
- Piccolo kit di pronto soccorso.