Semi di senape
Servire Dio
Negli Atti degli apostoli si trova un’espressione esemplare:
«servire il Signore con ogni umiliazione». È un modo
di dire che si trova nel discorso di addio che l’apostolo Paolo
svolge a Mileto (At 20, 17-38). Il termine greco per
«umiliazione» è tapeinofrosyne.
Si può
tradurre pure: «servire il Signore con tutta
umiltà», non con una mente piccina ed un cuore vigliacco.
Dio infatti mette alla prova i suoi fedeli attraverso circostanze
avverse; tanto più i ministri consacrati sono messi alla prova
mediante le difficoltà che incontrano nel loro servizio.
Ogni sacerdote
è chiamato a divenire santo attraverso le circostanze del
ministero e ciò avviene quasi sempre in una Chiesa particolare.
Il caso più diffuso è di esercitare il ministero
nell’ambito di una diocesi, per un sacerdote secolare; attraverso
l’istituto di vita consacrata, nel caso di un religioso. Il
ministro, sia secolare sia religioso, è chiamato ad assumere le
qualità di Gesù buon pastore.
L’immagine
del pastore è frequente nella Bibbia. Nel libro di Zaccaria, al
cap. 11, troviamo un brano sconcertante, da comprendere insieme al cap.
13 dove si annuncia la purificazione. Se il pastore non è
autentico profeta per il suo popolo, sarà allontanato. Il
mantello sarà tolto a chi si rivela indegno del titolo che
porta; perfino coloro che erano amici della guida, potranno
infliggergli del male.
Gesù
stesso riprende la profezia di Zaccaria nelle fasi in cui avviene la
sua cattura. «Insorgi spada contro il mio pastore, contro colui
che è mio compagno. Oracolo del Signore degli eserciti»
(13, 7). Se è accaduto finanche a Gesù di essere tradito,
umiliato e percosso, perché non dovrebbe accadere ai suoi
compagni di essere perseguitati?
Alla luce del
cap. 10 del vangelo di Giovanni si può argomentare così:
Gesù solo è il buon pastore ed egli ha scelto dei
compagni di lavoro. A questi rimane la responsabilità se
comportarsi come mercenari venali o come custodi fedeli. Il guardiano,
scelto dal pastore, ha il compito di sorvegliare gli ingressi
dell’ovile e, quando si presenta il pastore che è padrone
delle greggi e degli ovili, ha il compito di restituire tutto.
Gesù non
si comporta come ladro e brigante rispetto al suo popolo, Israele. Egli
ai suoi discepoli richiede fedeltà; egli costruisce vincoli di
amicizia fra coloro che ha posto come guardiani del suo popolo; e solo
lui trova il migliore pascolo. Nel momento del pericolo e della lotta,
il guardiano che ha un cuore da mercenario abbandona il popolo,
sicché i briganti entrano per uccidere e distruggere e i lupi
invadono il campo per sgozzare e disperdere.
Tornando al
compito che spetta ai sacerdoti e ai vescovi, si ribadisce come essi
siano chiamati ad essere virtuosi come il buon pastore; un recente
sussidio della Chiesa cattolica – Lievito di fraternità
(2017) – biasima quei ministri che si comportano come funzionari
e sollecita ad assumere la carità pastorale come obiettivo
complessivo del servizio. Si potrebbe aggiungere: servire il Signore
con tutta umiltà e in ogni umiliazione. (84)
Sac. Salvatore Falzone