“La
Parola” 6
“Dacci
oggi il pane quotidiano”
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Passiamo
con questo articolo alla seconda parte del Padre Nostro. La Prima è
rivolta verso Dio e adesso la seconda parte ci mette davanti una
preghiera che riguarda il nostro sostentamento fisico e spirituale.
“Dacci
oggi il nostro pane quotidiano.”
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A
me sembra il punto centrale della preghiera, reso possibile dal
realizzarsi di quel che precede e che a sua volta apre a quel che
segue: il pane che chiediamo non è certamente il solo sostentamento
materiale, ma il pane "quotidiano",
quello di cui abbiamo bisogno ogni giorno per vivere la Vita vera; il
pane "sopra-sostanziale” quello che nutre non solo
il corpo, ma lo spirito; il pane "necessario", quello di
cui Gesù ha detto "Chi mangia di questo pane vivrà in eterno";
è il pane che si identifica con Cristo stesso (Parola e soprattutto
Eucaristia): "Io sono il Pane vivo disceso dal cielo".
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Oggi,
perché è una richiesta da rinnovare costantemente ogni giorno ogni
oggi del nostro vivere, perché senza quel Pane non possiamo vivere
davvero
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La
quarta domanda: Dacci oggi il nostro pane quotidiano quindi non è un
qualcosa che serve solo per la vita del corpo ma anche e
principalmente la vita dello spirito. Questa domanda esprime
l’abbandono filiale dei figli di Dio, perché «il Padre, che ci
dona la vita, non può non darci il nutrimento necessario per la
vita, tutti i beni convenienti, materiali e spirituali». Il senso
cristiano di questa quarta domanda «riguarda il Pane di Vita: la
Parola di Dio da accogliere nella fede, il Corpo di Cristo ricevuto
nell’Eucaristia. Nel
cuore del Padre nostro sta proprio la richiesta del pane espressa con
fiducia al Padre: «Dacci oggi il nostro pane quotidiano». Dopo le
grandi richieste a favore di Dio, eccone una semplice, quotidiana,
che riguarda noi esseri umani nella condizione di creature bisognose
di mangiare per vivere. L’umiltà di questa domanda, se messa a
confronto con l’ampio respiro delle altre sei, potrebbe stupirci ma
è proprio questa che illumina tutte le altre. La domanda del pane è
eminentemente contemplativa: è il modo con cui il credente afferma
la signoria di Dio sulle realtà create; è l’atteggiamento di chi
sa di non poter disporre della propria vita, ma riconosce di
riceverla sempre e solo all’interno di una relazione; è la maniera
con cui il credente elabora il suo bisogno in desiderio ponendolo
davanti a Dio e sottraendosi così alla tentazione del possesso. «il
nostro pane, quello di ogni giorno», Quello che ci serve oggi e ogni
"oggi". Ci sono diverse interpretazioni di questo pane
"quotidiano": il pane «essenziale, necessario per la
sussistenza quotidiana», e anche il pane «celeste,
sovra-essenziale, il pane del Regno». Si chiede innanzitutto a Dio
il pane di cui l’uomo ha bisogno per vivere. Noi siamo consapevoli
che abbiamo una vita fisica che ha bisogno del cibo, di un cibo che
sostenti il bisogno per giornaliero. Il credente, come tutti, è
abitato dal bisogno di vivere, dal bisogno degli altri, dal bisogno
di non essere preda del male: sono questi i tre bisogni materiali,
reali ed esistenziali che troviamo espressi, nel Padre nostro, Gesù
non dice «cibo»! - è ciò che abbiamo seminato, fatto crescere,
raccolto, trasformato in farina, impastato e cotto; è frutto della
terra lavorata dall’uomo, della cultura dunque, e, nel contempo, è
un dono del Padre: lui ci ha dato la vita, lui ce la dona ogni giorno
mediante il pane! Chiedere il pane per oggi significa allora
confessarsi creatura, figlio del Padre, significa credere nella
vita…Con questa richiesta, inoltre, si inizia a pregare alla prima
persona plurale: si dice «nostro pane»,
lo si invoca per tutti, per sé insieme agli altri, a indicare che
anche il pane, soprattutto il pane deve testimoniare il nostro essere
Figli; nei confronti di Dio e la fraternità ci accomuna. È così
che nella prima comunità cristiana «i credenti tenevano ogni cosa
in comune» e «a ciascuno veniva dato secondo il suo bisogno»). Era
proprio questa concreta condivisione che, unita alla fede, permetteva
ai cristiani di essere «un cuore solo e un’anima sola»): e tutto
trovava una sintesi proprio nel gesto della frazione del pane),
che era in sé la valenza eucaristica ma anche quella del pane
quotidianamente spezzato e condiviso. Ma il può essere inteso anche
come «pane del Regno». Chiedendo il pane necessario per vivere si
chiede infatti anche quel pane di cui l’uomo vive oltre il pane:
«non
di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca
di Dio»
Si tratta del pane della Parola di Dio e dell’eucaristia, quel
«pane vivo disceso dal cielo» che è Gesù Cristo stesso, secondo
l’interpretazione dei padri della chiesa indivisa. Purtroppo fame
di pane e fame di Parola di Dio nell’attuale contesto
socio-culturale sono poste in concorrenza, perché molto spesso
«l’uomo nel benessere non comprende» che la ricerca esasperata
del pane, o dei soldi in genere confondono l’uomo, la ricchezza non
è un male, se usata male e ottenuta male è il male peggiore che ci
allontana dalla vera ricchezza che è Dio, il suo regno la sua
Parola, ma un vero credente sa assumere ogni giorno la fame di pane
e, nella gratitudine a Dio che lo esaudisce, sa condividerlo con gli
altri; nello stesso tempo, chiedendo al Padre il pane quotidiano, si
apre a leggere il proprio bisogno della sua Parola vivente, Gesù
Cristo, per camminare nella fede verso il Regno.
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È
difficile fare certe scelte ma è necessario indispensabile per
essere veramente figli. Veramente figli di Dio, fratelli e sorelle
che vivono legati al Padre nostro per mezzo del Figlio e fratello
nostro Gesù Cristo nostro Signore.
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- Diac.
Vincenzo Esposito